Rota ha convinto la giuria per la quantità di investimenti (25), le exit (4) e il metodo seriale con cui porta avanti i suoi finanziamenti alle startup
Come si valuta la forza di un Business Angel? Contano di più il numero degli investimenti o il modo in cui istaura un rapporto di fiducia con le startup di cui diventa finanziatore?
Contano di più le exit o le le performance delle startup scelte? Sono tanti i parametri che portano a valutare positivamente il lavoro di un business angel e per questo individuare chi tra 4 profili d’eccezione fosse il migliore non è stato semplice per la giuria.
Alla fine però ad emergere è stato Andrea Rota che ha vinto ieri il premio Business Angel dell’anno il riconoscimento che da 8 anni il Club degli Investitori conferisce a chi si distingue per il sostegno dato alle startup e che l’anno scorso aveva premiato Fabio Cannavale (ne avevamo parlato qui). “Tra i tanti premi per le startup, il nostro è l’unico che dà un riconoscimento a chi nelle startup investe” ha detto Giancarlo Rocchietti, Presidente del Club nel suo saluto iniziale dove ha ricordato che il numero degli investitori sta aumentando e che in futuro dovremo aspettarci una crescita del settore.
Nato a Torino, e laureato in Ingegneria Civile al Politecnico, Andrea Rota ha iniziato la carriera in Olanda e successivamente negli Stati Uniti, dove ha vissuto per otto anni prima di rientrare in Europa nel 2003. Tra le carte vincenti che hanno colpito la giuria, oltre al numero di investimenti in startup early stage e il fiuto nell’individuare le società di successo quando ancora sono agli inizi, è stata anche l’empatia dimostrata nei confronti dei team su cui punta: “Ho iniziato a investire 5 anni fa – ha raccontato – e il primo anno ho avuto un esaurimento, mi sono dovuto fermare per 3 mesi. Solo dopo un po’ di tempo ho capito come dovevo interpretare il mio ruolo. Dopo l’investimento non partecipo alla gestione operativa della società, non chiedo posto in CDA, mi confronto con gli imprenditori quando hanno bisogno di un consiglio. Cerco di creare un clima di trasparenza e fiducia reciproca con gli imprenditori per migliorare lo sviluppo dei progetti”.
Chi è Andrea Rota
Andrea Rota ha lavorato in Baan a Seattle (WA), in SAP a Palo Alto (CA), in eBay a Milano, Londra e Zurigo. Ora in Spencer Stuart, si occupa di executive search tra Zurigo e Milano. È socio di Italian Angels for Growth (IAG) e dello Swiss ICT Investors Club (SICTIC).
Rota investe principalmente in Italia e in settori che conosce (Fintech, Ad-Tech, Consumer internet, Marketplace Platforms), dove può valutare se le ipotesi su presenza e dimensione del mercato siano accurate. Ha inoltre approfondito la conoscenza di alcune tecnologie di rottura (Blockchain e Machine Learning) per meglio selezionare progetti interessanti nei rispettivi campi. In questi anni ha ricoperto un ruolo di lead investor in 6 investimenti (AdEspresso, ProntoPro, Nembol, 30secondstofly, Fitprime, Conio) ha 4 exit all’attivo: 3 Cash (Eternitywall, Inventia, Sellbrite), 1 Cash+Equity (AdEspresso).
In cinque anni di attività, ha investito in 25 startup, per un totale di “Paid In” pari a 450mila euro ed una performance del portafoglio (TVPI) pari a 2,5X. “Sono molto contento di questo risultato – il suo commento a caldo – ma soprattutto felice che ci sia tutta questa attività intorno al mondo dell’innovazione. L’impegno è di continuare a condividere cosa vuol dire fare il Business Angel, raccontando in generale la performance dell’intero portafoglio, non solo i casi di successo.”
Gli altri Business Angel
A consegnare il premio è stato il vincitore dell’edizione 2018 e Presidente della Giuria Fabio Cannavale, con Giancarlo Rocchietti, Presidente del Club. “Un’edizione all’insegna del coinvolgimento e del confronto – ha commentato il Presidente del Club degli Investitori, Giancarlo Rocchietti – La vittoria di Andrea Rota è la conferma dei trend emersi nel dibattito di questa giornata intensa: la condivisione tra i diversi operatori del settore, l’orientamento internazionale – inteso come volontà di investire sugli italiani all’estero – e poi la visione e la consapevolezza che sono gli imprenditori che possono cambiare il mondo e noi, con il nostro lavoro, possiamo aiutarli a costruire un Paese migliore.”
Hanno concorso al premio altri 3 finalisti che stanno investendo tanto in startup: Paolo Barletta 32 anni CEO del Gruppo Barletta che ha investito in Chiara Ferragni Collection e ultimamente in WeRoad di Paolo Denadai; Attilio Mazzilli che vanta tra gli altri investimenti anche quello in Prima.it e BrumBrum; Dina Ravera che, dopo aver guidato la 3 Italia, da poco si è affacciata al mondo delle startup grazie al programma BHeroes e ha investito in Washout la startup che ha vinto l’edizione 2018.
Il programma della giornata
Il pomeriggio è stato ricco di spunti grazie agli ospiti che si sono alternati sul palco con la moderazione di Monica D’Ascenzo. Dal racconto dei percorsi dei quattro finalisti, tra successi e “lessons learned”, alla presentazione della ricerca esclusiva di KPMG “Analisi sui finanziamenti alle TOP 50 startup innovative in Italia” che ha mostrato i numeri dell’ecosistema delle startup in Italia evidenziando quali stanno attraendo più investimenti e poi i panel sui “Capitali privati per l’innovazione”, con Alessandra Gritti (AD Tamburi Investment Partners) e Stefano Buono (Imprenditore e Presidente LIFTT) e sul tema dell’angel investing in prospettiva europea, con Lynne Cadenhead (Scotland) e Peter Kessel (Swiss ICT Investors Club).