Di che si è parlato a Code4Future, la due giorni a Talent Garden Ostiense che vuole contribuire alla diffusione della cultura dell’Open Innovation
Con un approfondimento dedicato alla salute del futuro, a come l’Intelligenza Artificiale e i Big Data aiuteranno i medici a sbagliare meno e i pazienti ad avere un’aspettativa di via migliore, e al rapporto (complesso, luci e ombre) tra PMI italiane e digitalizzazione, si è aperto questa mattina a Talent Garden Ostiense Code4Future. L’iniziativa, promossa da HTML.it in collaborazione con Seedble, ha l’obiettivo di contribuire alla diffusione della cultura dell’Open Innovation con incontri e workshop. L’area matching, in particolare, è stata sviluppata in collaborazione con Eni. Nella veste di padrone di casa (ma tanto di più), Luca La Mesa, imprenditore romano, specializzato in strategie avanzate di social media. Il suo intervento? Uno sguardo sul futuro, guidato da un’instancabile curiosità (la sua). Un percorso quello della giornata di debutto dell’iniziativa che è passato anche per temi complessi, come la blockchain. E che si è concluso con la tavola rotonda su Come cambiano le logiche delle aziende con le opportunità Fintech? a cui ha partecipato Giulio Tremonti.
Lucifero e Faust per spiegare il Fintech
“Vi consiglio di leggere il Faust di Goethe, complicato ma sorprendente”, questo il suggerimento di Giulio Tremonti (a oggi presidente dell’Aspen Institute) per capire a fondo il Fintech, la rivoluzione tecnologica applicata alla finanza. “Lucifero va da Faust gli fa vedere la cambiale e gli propone lo scambio tra l’anima e una vita diversa. Faust firma la cambiale, cede la sua anima ed entra in un mondo diverso da quello reale. Entra nel mondo digitale, virtuale”. Per Tremonti “è lì che si vede il passaggio tra il vecchio mondo (cogito ergo sum) ad un nuovo mondo (digito ergo sum)”. Il punto fondamentale per Tremonti è “quale rapporto si pone tra queste tecnologie e la politica in senso lato”.
Sguardo sul futuro
“Qualunque lavoro noi facciamo – ha detto La Mesa in apertura di evento – dobbiamo trovare il modo di aggiornarci per diventare più bravi in qualcosa di specifico, ma non dobbiamo mai dimenticarci di guardare cosa succede fuori dalla finestra dell’ufficio. Ogni anno – ha raccontato – cerco di fare almeno un paio di esperienze personali non legate al business. Esperienze piene di stimoli – ha precisato – in maniera tale da avere nuovi input su cui fare riflessioni”. Fra le i temi che ha scovato Luca in giro per il mondo e che divulga in eventi che lui stesso organizza “la prima carne vegetale al mondo stampata in 3D”.
Tecnologia etica ed inclusiva
Ad Amsterdam ha conosciuto “ragazzi che hanno creato una startup per affittare robot, una sorta di agenzia interinale. Robot che ci sostituiranno in tutti quei lavori e quelle azioni pericolose per l’uomo. Al CES di quest’anno – ha aggiunto – hanno presentato il primo bagnino robotico, una “ciambella radiocomandata”, che riporta il naufrago a riva, senza mettere in pericolo la vita del bagnino. Queste idee – ha sottolineato – non ce l’hanno le grandi aziende, ce l’hanno i ragazzi. La tecnologia non si può fermare, dobbiamo decidere come utilizzarla. La domanda vera è se è possibile una tecnologia etica ed inclusiva”. A proposito di Open Innovation ha spiegato che “molte grandi aziende stanno provando a vestirsi da startup o a dialogare con realtà piccole, fluide e veloci nell’intercettare innovazione. Il vero dramma sono le procedure interne”. Di Code4Future in particolare ha detto: “Mi ha conquistato l’idea di portare innovazione a Roma”.
Le 4 strade della salute del futuro
Code4future è partito con uno speech di Davide Bottalico (Digital Healthcare & Innovation Director @ Takeda) sull’healthcare del futuro. “Negli ultimi – ha spiegato – è aumentata aspettativa di vita, ma non la qualità. Oggi già abbiamo automatizzato una serie di operazioni sulla salute, ma la vera innovazione che ci aspettiamo nel mondo della salute segue 4 direttrici: l’Intelligenza artificiale per diminuire il carico burocratico che grava sui medici, la condivisione delle informazioni per aiutare i medici a fare meno errori, i Big Data e le cure da remoto.
Troppa burocrazia. “Il tempo speso per il paziente è sceso del 27% – ha detto Bottalico – c’è troppa burocrazia. Se fosse possibile affidare alla tecnologia queste scartoffie sarebbe fantastico”. Per il manager, la condivisione dei consentirebbe al sistema di “migliorare e di risparmiare un sacco di soldi”. Infine, le cure in casa, da remoto. “Se stai male, oggi se finisci in ospedale. É un concetto anacronistico. Medici e infermieri possono essere da voi anche se non siete in ospedale”.
Digitalizzazione e imprese
A fare il punto sul rapporto tra “Innovazione e aziende” e in particolare sulla digitalizzazione delle imprese è stata Barbara Gasperini, giornalista, autrice tv e da gennaio 2019 direttore del mensile di economia e lavoro The New’s Room, redatto da soli giornalisti under 30. L’analisi di Gasperini è partita da uno studio dell’Osservatorio sull’innovazione digitale (presentato una settimana fa) del Politecnico di Milano da cui “emersa una situazione non proprio felice. Siamo quartultimi in Europa per digitalizzazione”.
Scansionare i documenti. Non un quadro roseo. Solo il 51% delle PMI italiane “reputa necessaria la digitalizzazione per lo sviluppo del proprio business (ai processi, alla comunicazione, alla vendita), per il resto la reputa secondaria”. Ma sempre in termini di digitalizzazione, quali sono le priorità? “Per le PMI, ma anche per le imprese più grandi, digitalizzazione vuol dire dematerializzazione dei documenti (per il 29%), in coda Intelligenza Artificiale e smart working, cloud, IoT. La blockchain è al penultimo posto in questa graduatoria di priorità”. Ma come invertire questo trend? Come stimolare l’attenzione del PMI verso il digitale? “Da questo studio emerge che poche aziende hanno al proprio interno una figura che specializzata in ICT, solo le grandi arrivano al 70%, il 12% delle piccole ce l’ha”.
Esempi virtuosi. I temi su cui lavorare? Formazione e competenze. Gli esempi virtuosi? “Ci sono. Electrolux e Safilo hanno digitalizzato il processo di gestione dei loro dipendenti (quelli soprattutto alle linee di produzione), un sistema che fa risparmiare il 75% di tempo. Un altro esempio positivo è quello di Saturnino Eyewear, produttore di occhiali italiano, che ha iniziato a lavorare da subito sulla digitalizzazione nella comunicazione (Instagram e Facebook)”.
Digital Transformation e Open Innovation
Di Open Innovation e di come utilizzare questo approccio per favorire la digitalizzazione delle imprese, ha parlato Anna Testa, Innovation and Customer Experience Sales Specialist Cisco, multinazionale americana di cui la stessa Anna ha parlato come di una “startup diventata grande”. Le abbiamo chiesto qualche consiglio per le startup di oggi. “Non si diventa grandi senza un team solido alla base – ha spiegato – affiatato, con delle competenze eterogenee e verticali del business che si vuole andare a costruire”. All’interno del team è buona pratica “identificare quelle 3 o 4 persone che possano guidare l’organizzazione “.
Innovation Exchange. In tema di Open Innovation, Testa ha spiegato che in questo senso “Cisco opera a livello globale e ha una strategia molto articolata che va da chi gestisce la rete degli Innovation Center – ha precisato – a chi investe in aziende innovative a chi fa partnership strategiche. In Italia abbiamo creato Innovation Exchange, un modello di Open Innovation distribuito sul territorio” che ha come obiettivo quello di connettere il mondo delle startup con quello delle imprese per realizzare soluzioni innovative che risolvano i problemi reali di digitalizzazione delle aziende italiane.