Il team milanese ha appena vinto una competizione europea superando 150 startup. In palio c’erano 100mila euro
Ricordate Pokemon Go? L’uscita del gioco generò, nel 2016, fenomeni da psicosi collettiva. Gruppi di sconosciuti si incrociavano in posti improbabili (e a orari impossibili). Tranquilli bar di quartiere si ritrovarono all’improvviso con la fila di clienti di fronte alla saracinesca ancora abbassata: “Siamo finiti su una delle mappe” spiegavano sgranando gli occhi gli increduli proprietari. L’età, almeno quella biologica, non contava: se il virus attecchiva, c’era poco da fare.
Il successo di Pokemon Go è stato la scintilla da cui è scaturita Argeo, app italiana di proximity marketing che coniuga realtà aumentata e geolocalizzazione avanzata. Come accadeva con il più famoso predecessore, anche tramite Argeo si cerca qualcosa per le strade della città: ma in questo caso si tratta di buoni sconto, che possono essere riscattati. La scommessa è che il giochino attecchisca, e diventi virale.
“Argeo consente di geolocalizzare i prodotti in qualsiasi luogo. In pratica, non abbiamo fatto altro che rimpiazzare i simpatici pupazzetti con dei coupon” spiega a StartupItalia il co-founder Giovanni Spiller. Un’esperienza che comincia online e termina tra gli scaffali del punto vendita o tra i tavoli del ristorante. “I due test che abbiamo effettuato dimostrano che siamo in grado di convogliare clienti nei negozi sfruttando la gamification, rendendo, cioè, avvincente la ricerca di opportunità di acquisto” continua il giovane manager. “Chi controlla la campagna ha a disposizione diverse opzioni: ad esempio, il flusso può essere concentrato solo nelle ore in cui il punto vendita è meno frequentato”.
I dati ermersi dai testi effettuati rivelano che a essere più coinvolti, in maniera del tutto prevedibile, sono i giovani dai 16 ai 35 anni (72% del totale). Ma c’è anche un 28% di pubblico con qualche anno in più. La platea maschile supera di poco (55%) quella femminile.
Argeo, da Lisbona alla vittoria del concorso europeo
Argeo è nata nel 2017 da un’idea di Francesco Pio Fiorito (esperienze in Nestlè e nel settore pharma). Oltre a lui e a Spiller, il team comprende Massimiliano Meneghello e il ceo Enrico Piscopiello.
L’evoluzione è stata estremamente rapida. Dopo un solo anno di sviluppo, nel luglio 2018 esce la prima beta: amici e conoscenti provano l’applicazione con il supporto di alcuni commercianti. Il movimento che si crea attira l’attenzione di un paio di piccoli fondi di investimento, colpiti da progetto e team.
Da lì a partire per Lisbona, dove la startup è oggi incubata, il passo è breve. “La capitale portoghese è l’ambiente ideale per cominciare per l’energia che si respira” riprende Spiller. “Le cose vanno bene, tanto che all’ultimo Web Summit (uno degli eventi top di settore a livello mondiale, ndr) avevamo persino un nostro piccolo spazio”. Meglio non perdere tempo, del resto: al momento, i competitor sono pochi. “Il principale ha cessato le attività, e quelli rimasti su piazza sono solo concorrenti indiretti. Come Snatch, app UK che ricorda la nostra ma mantiene solo l’aspetto ludico senza finalità di marketing”.
Che Argeo abbia stoffa lo testimonia la recente vittoria di My Galileo App, concorso bandito dall’Agenzia europea per la navigazione satellitare (GSA). Centocinquanta le startup in gara, ma gli italiani sono riusciti a prevalere dopo 220 giorni di lavoro. Un impegno che è valso un premio da 100mila euro. Scopo della competizione era diffondere la conoscenza e l’uso del sistema di posizionamento satellitare Galileo. “Si tratta di un sistema europeo, molto più preciso del ben noto GPS: Galileo geolocalizza a 50 cm invece che a 5-6 metri e ha un refresh più rapido” – spiega Spiller. Per decretare il vincitore, racconta l’imprenditore, la giuria ha testato le app per valutare la validità della soluzione tecnica ed esaminarne innovatività, funzionamento e scalabilità sul mercato.
A fronte dell’investimento iniziale di 50mila euro da parte dei founder e di un primo round da 110mila euro, Argeo ha già all’attivo collaborazioni nel mercato italiano con varie aziende del settore retail e della GDO, per cui ha ideato e realizzato campagne di proximity marketing con risultati che lo staff definisce ottimi. Prossimo obiettivi? “Un ulteriore debug, e poi saremo pronti per l’estero”.