Su Facebook monta la protesta per i ritardi. Ma da Sport e Salute fanno sapere che tutto procede. Com’è andata la questione dei bonus per l’emergenza Covid19
Le proteste si trovano soprattutto su Facebook: ci sono i collaboratori di palestre, associazioni sportive, che sotto ogni post di Sport e Salute (la società controllata dal Ministero dell’Economia che promuove lo sport in Italia) si affollano per esprimere la propria frustrazione. In ballo ci sono i 600 euro promessi nel Decreto Marzo, quello che il Governo Conte ha varato per sostenere l’economia in piena emergenza, che proprio tramite il sito di Sport e Salute Spa si potevano richiedere a partire dal 7 aprile: 50 milioni in totale, pari a poco più di 83.000 bonus da erogare a chi nel 2019 ha percepito meno di 10.000 euro. Che non sono arrivati a tutti, e che non è chiaro per chi e quando arriveranno davvero.
I tempi e le modalità di erogazione del bonus
Il decreto-legge n.18 del 17 marzo 2020, quello varato dal Governo all’inizio del lockdownd che ha riguardato tutta il territorio italiano, riportava un provvedimento specifico per i “collaboratori sportivi”: bonus di 600 euro, in quella fase un una-tantum, in alternativa a quello analogo erogato da INPS. Le regole per accedervi sono state comunicate successivamente, il 6 aprile: di fatto delegando a Sport e Salute la raccolta delle domande e l’erogazione del bonus, con una procedura differente da quella del fatidico click-day che ha riguardato il resto dei cittadini. A partire dal 7 aprile si doveva inviare un SMS, in risposta del quale si riceveva un codice e una limitata finestra temporale di accesso alla apposita sezione del sito di Sport e Salute in cui sottoporre la propria domanda.
Nelle FAQ di Sport e Salute si specificava che sarebbe stato seguito un ordine cronologico nella valutazione delle domande e nell’erogazione del bonus: chi prima arriva meglio alloggia, insomma, e pagamento entro 30 giorni dalla presentazione della domanda (purché valida a tutti gli effetti, ovviamente) con precedenza data a chi nel 2019 aveva percepito meno di 10mila euro. Per chi ha presentato domanda il 7 aprile, insomma, 600 euro sarebbero dovuti arrivare entro il 7 maggio: parliamo di una somma promessa a marzo, ma inevitabilmente la burocrazia ci mette il suo zampino e i tempi si sono allungati.
Sport e Salute ha comunicato lo scorso 28 aprile di aver avviato le istruttorie delle domande: a quel punto anche i pagamenti hanno cominciato ad arrivare ad alcuni utenti, altri invece si sono riversati su Facebook per manifestare la propria rabbia per non aver ricevuto informazioni sullo stato della propria pratica. Soprattutto perché si è sforato il termine di 30 giorni dalla presentazione della domanda: un limite posto dalla stessa Sport e Salute entro cui liquidare le somme promesse.
Nervosismo sul social
Ritardi, ordine dei pagamenti, colleghi che hanno ricevuto il bonus e altri che non hanno visto un euro: la rabbia monta sotto praticamente ogni post Facebook sul profilo di Sport e Salute, che ha provato a darsi da fare per cercare di dare una risposta ai dubbi. È stato messo in piedi un canale Telegram per rispondere alle domande più comuni, che in alcuni casi ha scatenato pure ulteriori polemiche frutto di qualche fraintendimento. Come quando, il 7 maggio, da Sport e Salute hanno fatto sapere che “Come piccolo recap, si evidenzia che Sport e Salute – a fronte delle 60.812 pervenute entro il 9 aprile 2020 nei primi 3 giorni di apertura della procedura – ne ha approvate circa 64.000”: un evidente lapsus, che però ha generato una certa maretta.
Le lamentele più comuni riguardano le modalità piuttosto macchinose con cui la procedura di valutazione delle domande va avanti: non tutti hanno ricevuto l’email che annunciava l’inizio dell’istruttoria, altri hanno ricevuto richieste di integrazioni ma senza che venisse spiegato quale problema la loro procedura avesse incontrato (e magari a parità di documentazione di altri colleghi che hanno presentato la domanda e sono stati già liquidati), per finire con una limitazione di accesso al sito che permette di entrare per modificare la propria domanda solo tra mezzanotte e le 7 del mattino. Su tutto viene lamentata la scarsa reattività mostrata da Sport e Salute, anche nel rispondere al centralino pensato per offrire supporto ai richiedenti (per altro disabilitato già dal 30 aprile), nonché il presunto mancato rispetto rispetto dell’ordine in cui esaminare le domande ed erogare il bonus.
Finora nel complesso le domande ricevute dovrebbero superare quota 130.000, con pagamenti effettuati (ma non ancora tutti ricevuti sui conti correnti dei destinatari) per circa 64.000 pratiche la cui istruttoria è stata completata (Sport e Salute ha comunicato nella serata di domenica di aver raggiunto quota 75.500 domande la cui istruttoria è terminata e il pagamento deliberato). C’è spazio insomma per meno di 8.000 altri pagamenti, che saranno elaborati questa settimana, e la questione sta già creando malumori.
Infine, c’è un ultimo aspetto da considerare: il rinnovo del bonus e la sua estensione ad altri richiedenti. Il Ministro Spadafora ha promesso di trasformare la misura una-tantum in un contributo rinnovato anche per aprile (che però a questo punto non si sa quando arriverà, visto che il bonus di marzo a chi è arrivato è arrivato a maggio), e di estenderlo anche sopra i 10.000 euro di reddito percepito nel 2019. Materia da Decreto Aprile, ora ridenominato Decreto Rilancio, che dovrebbe rifinanziare il bonus e dare sostanze alle promesse fin qui fatte a un settore che dà lavoro a oltre 1 milione di persone in Italia: e che deve misurarsi ancora con tempi e modalità incerte per la riapertura delle palestre e dei centri di allenamento, che potrebbero mettere a rischio molte attività e posti di lavoro.