“Mole burocratica e difformità urbanistiche frenano il Superbonus, una misura molto positiva ma che necessita di una proroga”, commenta Angelica Donati, presidente di Ance Lazio Giovani, a StartupItalia
Sono pochi gli argomenti, alternativi a quelli relativi alla pandemia che, in questo periodo, tengono banco sulle testate nazionali. Tra questi c’è l’eventuale proroga del Superbonus edilizio al 110%. Approvati a luglio con il Decreto Rilancio, l’Ecobonus e il Sismabonus scadranno a dicembre 2021. Rinnovare la misura, almeno di tre anni, a detta degli esperti e dei settori interessati, è necessario al fine di permettere il corretto svolgimento dei lavori, garantendo il rispetto dei tempi tecnici. Senza, molti cantieri non avranno tempo di finire i restauri in meno di un anno. Risulterebbero limitati anche l’impatto reale sull’efficienza energetica dei condomini e delle villette e la riduzione delle emissioni.
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“La misura deve essere rinnovata, un anno di tempo non è sufficiente per vedere i reali effetti positivi del Superbonus, specialmente l’Ecobonus”, osserva Angelica Donati, presidente di Ance Lazio Giovani, a StartupItalia. Il prolungamento dell’agevolazione con tetto al 110% fino almeno al 2023, sembra in effetti essere nei piani del governo, come ribadito gli scorsi giorni dal ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, e dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo.
© Angelica Donati, presidente Ance Lazio Giovani
Superbonus 110%, i nodi da sciogliere
StartupItalia: Per vedere la reale efficacia del Superbonus, passa tutto dalla sua proroga?
Angelica Donati: «Stando a quanto dichiarato recentemente dal governo, il Superbonus, Eco e Sisma, sarà rinnovato almeno fino al 2023. Al momento, questa proroga non c’è. È chiaro che un anno di tempo non è sufficiente per le imprese a completare i lavori».
SI: Ci sono altri problemi legati alle lungaggini burocratiche e alle difformità urbanistiche. Quanto pesano nell’avviamento dei lavori?
AD: «Questi sono i punti sui quali l’Ecobonus si incaglia. La mole burocratica per avere il finanziamento e scontare il credito è impressionante: qualcosa come 36 moduli da compilare. Il secondo problema riguarda, appunto, chi può accedere ai finanziamenti, ovvero le questioni legate alle difformità catastali, molte delle quali non sono sanabili. Prendendo a esempio il caso di Roma, è molto difficile trovare condomini che non presentino difformità. In più, anche in caso di difformità sanabili, i lunghi tempi della burocrazia italiana rallentano molto la prassi. Tutti motivi per cui la proroga diventa ancora più determinante».
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Effetto Superbonus, cala la richiesta delle altre agevolazioni edilizie
SI: Dal punto di vista degli addetti ai lavori, quali effetti ha sortito il Superbonus finora?
AD: «Inizialmente si pensava che l’approvazione del Superbonus potesse stimolare la richiesta degli altri bonus edilizi, anche grazie alla possibilità, estesa alle varie agevolazioni, di chiedere la cessione del credito. Invece, è successo l’esatto contrario. Stando ai recenti dati elaborati dal Cresme (Centro di ricerche di mercato, servizi per chi opera nel mondo delle costruzioni e dell’edilizia, ndr), per la seconda volta nei 22 anni di storia dei bonus legati all’edilizia, nel 2020 si è verificata una flessione delle domande. Molti cittadini, sapendo che sarebbe arrivato il Superbonus, hanno deciso di posticipare gli interventi e i restauri, sperando di accedere a detrazioni maggiori».
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SI: Con quali risultati?
AD: «Scarsi. A differenza dei bonus ‘classici’, che si basano su una semplice dichiarazione, l’Ecobonus e il Superbonus necessitano di verifiche molto più approfondite. Perciò, molte persone, che pensavano di ottenere il Superbonus, non ci sono riuscite e ora stanno tornando ai vecchi bonus. Perdendo sei mesi di tempo».
Ecobonus, volano per la ripresa
SI: Eco e Sismabonus al 110% che ruolo giocano nella ripartenza del settore edilizio?
AD: «Tantissime imprese stanno costruendo il proprio portafoglio ordini sul Superbonus al 110%. Al netto delle problematiche burocratiche, si tratta quindi di una misura estremamente positiva per il settore delle costruzioni. Credo che sia una delle poche misure a breve termine in grado di dare effetti positivi per l’indotto e quindi per l’economia. Infatti, per ogni euro speso nell’edilizia, si produce 3,5 euro di Pil. Secondo le stime di Ance, entro fine 2021 il Superbonus porterà un aumento di fatturato di sei miliardi per il settore dell’edilizia. Con una ricaduta, per l’economia italiana, di quasi 21 miliardi e la creazione di 100mila posti di lavoro».
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SI: Cifre che si moltiplicherebbero se la misura venisse prorogata.
AD: «Naturalmente. Stando sempre alle previsioni di Ance, la proroga di tre anni dell’Ecobonus e Sismabonus al 110% si tradurrebbe in una ricaduta di 18 miliardi per il settore edilizio e la creazione di 300mila posti di lavoro. Oltre agli effetti positivi sull’economia. Le stime del Cresme sono più prudenti: nel 2021 il Superbonus dovrebbe portare a un aumento di fatturato di 2,4 miliardi per l’edilizia, che diventerebbero 8, nel 2022, in caso ci fosse un anno di proroga».
© Foto: Evolvere
Edilizia e Covid, cosa succederà l’anno prossimo
SI: Dopo la ripresa estiva degli investimenti, quali sono le prospettive per il 2021, anche a seguito delle restrizioni per contrastare il Covid?
AD: «C’è bisogno di una premessa doverosa. Il nostro settore viene da una crisi che dura da quasi 12 anni. L’edilizia sconta una perdita di investimenti del 33%, dal tonfo del 2008 in poi, causando la perdita di circa 600mila posti di lavoro e la chiusura di decine di migliaia di aziende. Dall’inizio del 2020, il settore delle costruzioni ha perso un ulteriore 13% negli investimenti. È vero, tuttavia, che si punta proprio sull’edilizia come pilastro per rilanciare l’economia, considerando anche l’aspetto fondamentale del rinnovamento delle infrastrutture. La Commissione Europea ha stimato un rimbalzo del 7,5% del settore edilizio per il 2021. Una previsione migliore delle precedenti, ma non sufficiente a compensare le perdite di quest’anno. C’è, infine, l’intoppo legato allo slittamento dei fondi del Recovery Fund, essenziali per il rilancio del mercato attraverso misure, fra cui la proroga del Superbonus».
© Grafico: Centro Studi Ance
Direzione smart city
SI: Guardando alle città del futuro, i progetti europei di smart city vanno nella direzione giusta?
AD: «Credo che non si possa pensare al rinnovamento sostenibile o al raggiungimento degli obiettivi del Green New Deal, senza tener conto delle città. Ecco perché con smart city si intende una città tecnologica e connessa in maniera sostenibile. Un punto chiave per realizzare una vera smart city è la condivisione delle informazioni. C’è una mancanza enorme sotto questo punto di vista».
SI: Ci sono amministrazioni che si stanno muovendo per risolvere questo problema?
AD: «Sotto questo aspetto, la città di Parigi è un caso studio interessante. Per ottenere le informazioni necessarie, il comune sta attuando delle partnership tra pubblico e privato. Ad esempio, con aziende come Uber, che hanno a disposizione un enorme pool di dati riguardanti i trasporti. Questi dati, incrociati con quelli a disposizione delle società di trasporto, permettono di pianificare la mobilità della città nel modo più efficiente e sostenibile».