L’episodio accaduto una settimana fa ma reso noto solo oggi da Repubblica. Il ministro degli Esteri era nei Balcani
Droni e sicurezza governativa. Se ne parla di continuo, se ne parla soprattutto oggi, che qualcuno ha lasciato trapelare ai media quanto accaduto una settimana fa sull’abitazione romana di Luigi Di Maio, attuale titolare della Farnesina.
© Profilo Facebook Luigi Di Maio
Cosa sappiamo del drone che avrebbe spiato Di Maio
Secondo quanto riporta oggi Repubblica, infatti, nella notte tra lunedì 10 e martedì 11 febbraio, una misteriosa incursione aerea avrebbe allertato la scorta intorno alla residenza del ministro degli Esteri. Un oggetto volante non identificato nel vero senso del termine, ma molto meno fantasioso di quelli amati dai cospirazionisti del Web. Lo spione notturno sarebbe infatti un drone che avrebbe sorvolato per una decina di minuti il cortile della casa di Di Maio, in zona Colosseo.
© Profilo Facebook Luigi Di Maio
“Le forze dell’ordine – riporta il quotidiano romano – si attivano. Probabilmente i militari all’esterno del palazzo hanno capito che qualcosa non quadra”. Iniziano così le indagini, “visto il ruolo di Di Maio – si legge su Repubblica – il cordone di sicurezza per un ministro di quel calibro che è stato violato e anche il fatto che i cieli intorno all’appartamento sono no fly zone”.
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Cosa facesse lì sopra quel drone e se chi lo pilotava fosse consapevole del fatto che stesse sorvolando l’abitazione dell’ex capo politico dei 5 Stelle è impossibile saperlo. Non sappiamo nemmeno se abbia filmato, scattato fotografie o registrato suoni. La sola certezza è che in quelle ore Luigi Di Maio non era in casa: si trovava infatti in missione nei Balcani (questo, per esempio, un post scritto dal ministro degli Esteri in quelle stesse ore, da Belgrado).
Quello che è certo, però, è che l’accadimento di per sé è sufficiente a riportare in auge la questione dei rischi per la sicurezza nazionale rappresentata da questi sofisticati oggetti volanti. A teleguidare il drone poteva essere un semplice curioso, un ignaro vicino di casa del ministro, ma anche un giornalista o, peggio, un agente dei servizi segreti di un altro Stato. Tutte ipotesi plausibili che sono al vaglio in questi istanti da parte delle autorità. Del resto, è un fatto che, con il progredire della tecnologia, le minacce che vengono dal cielo si stiano facendo sempre più sofisticate e sfuggenti.