Sviluppato dalla software house indie WildSphere. Mettetevi a capo di uno stormo
Se vi fanno tenerezza gli uccellini è meglio che vi ricrediate. Non importa se la pubblicità ve li ha sempre presentati come simpatici animaletti addomesticabili. Questi son tipi tosti che, non appena liberatisi dal guscio, scattano con l’unico obiettivo di completare la missione. Sembra Full Metal Jacket, ma qui il generale siete voi. Flying Soldiers è il nuovo videogioco sviluppato dalla software house spagnola indie WildSphere anche per Nintendo Switch. StartupItalia lo ha testato sulla console ibrida, scoprendo quante pazze cose possono succedere in un semplice giardino.
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Flying Soldiers, Signor sì, Signore!
In tutti i 45 livelli di Flying Soldiers sarete voi gli spietati generali di questa truppa. Il videogioco è un puzzle game che vi mette di fronte un percorso sempre più difficile, dove dovrete condurre i vostri sottoposti (sempre uccellini, si intende) facendoli svolazzando su pedane, tenendo sempre bene a mente di evitare burroni, barriere e cerchi di fuoco. Prima di far partire la corsa – su cui non potrete più intervenire dopo il via – è vostro compito posizionare tutta una serie di oggetti come pedane e altro per deviare la traiettoria dei vostri animaletti. Il percorso è composto da una lunga serie di quadratini su cui dovrete poggiare l’oggetto giusto per permettervi di far arrivar tutti alla meta. Se non lo farete state pure certi che perderete un sacco di soldati in battaglia.
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Gli sviluppatori di Flying Soldiers non sono stati esigenti nel comparto grafico: la schermata scorre in senso orizzontale e sullo sfondo abbiamo una simpatica ambientazione che ci ricorda molto il giardino degli esperimenti in cui il cattivone e ribelle Sid di Toy Story faceva saltare in aria i suoi giocattoli. In un certo senso, l’ambientazione è altrettanto bellica, senza perdere di vista l’ironia di fondo. Non si può non sorridere a vedere questi uccellini scattare all’attacco.
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Raccogliete medaglie, studiate il campo di battaglia e ripetete le missioni per capire se quella recluta sta seguendo il giusto percorso. Ma non sgridateli troppo: in battaglia la colpa è del generale!
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