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La piattaforma Webex messa a disposizione delle classi. Il progetto è lanciato dal Ministero dell’Istruzione. La nostra intervista a Angelo Fienga, Global Collaboration Technology Strategist
L’Italia non era pronta per la scuola digitale. Poi il coronavirus ci ha costretto a casa, e tra le 4 mure domestiche ci siamo accorti che tra le cose su cui possiamo contare per cercare di mandare avanti la nostra quotidianità c’è la combinazione di tecnologia e internet. Per studiare, per lavorare, ma anche per intrattenerci. Abbiamo raggiunto in video conferenza (e come sennò?) Angelo Fienga, Global Collaboration Technology Strategist in Cisco con il preciso scopo di farci raccontare come si fa in pochi giorni a portare la didattica delle scuole dall’aula reale a quella virtuale.
Cisco: Webex per la scuola
È proprio questa, infatti, la sfida che si è posta Cisco, quando già a partire dal giorno zero di quest’emergenza ha deciso di fare la sua parte, aiutando i lavoratori, ma anche i docenti e gli studenti a fronteggiare l’isolamento forzato che purtroppo tutti stiamo vivendo sulla nostra pelle in questi giorni. In questo modo prende vita il progetto #LaScuolaContinua, nato in risposta alla call del Ministro dell’Istruzione per la crisi Covid-19. Insieme a Cisco hanno aderito anche Google, IBM e WeSchool powered by TIM. L’obiettivo comune è quello di contribuire a far proseguire l’attività didattica grazie agli strumenti digitali.
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In questo contesto Cisco ha deciso di mettere a disposizione, con licenze assolutamente gratuite, la piattaforma Cisco Webex, strumento che consente di tenere lezioni da remoto, far interagire studenti e docenti, condividere documenti di vario tipo, il tutto con l’affiancamento e il supporto da parte di volontari di IBM e Cisco. Abbiamo così cercato di capire assieme ad Angelo quanto questo nuovo approccio “forzato” sia complesso in ambito scolastico.
Angelo Fienga
“Oggi ci troviamo in una situazione in cui il nuovo normale è collassato e tutto avviene in pochi metri quadrati, costringendo la nostra “vita digitale” a passare completamente dal router delle nostre case. Per chi non è abituato può presentarsi una grande barriera anche psicologica prima ancora che tecnologica all’entrata. Uno strumento come magari la videoconferenza può spaventare all’inizio ed è per questo che dal primo giorno in Cisco abbiamo deciso di concentrarci sul necessario. Webex è una soluzione estremamente evoluta, noi ci siamo concentrati su quel 20% fondamentale, lasciando l’80% utile al dopo. Abbiamo aiutato i professori a vedere l’analogia che c’è tra elementi virtuali ed elementi fisici. Quindi ci siamo concentrati su tutti questi aspetti per lasciare ai docenti e agli studenti quelle funzioni necessarie per sentirsi in classe.”
Angelo ci racconta dello stupore degli insegnanti di scoprire che la piattaforma permetta di simulare interazioni che sono alla base della vita del sistema scuola. Così, anche “l’alzata di mano” diventa virtuale grazie ad un semplice meccanismo che consente agli alunni di potersi prenotare per interagire con i professori e i compagni. A contribuire al funzionamento di questo meccanismo ci sono anche altre interazioni come addirittura la possibilità di poter “buttare fuori dall’aula” gli studenti più insubordinati. E soprattutto come in un’aula vera, dopo 5 minuti dal suono del campanella si chiude la porta.
“L’unica cosa di cui hanno bisogno i ragazzi per accedere è un link, null’altro. Non c’è bisogno di registrazioni o altro, I professori hanno, invece, la loro aula virtuale, protetta da una password da loro definita. Nella analogia lezione reale – lezione virtuale la password diventa semplicemente la chiave d’accesso all’aula”. Più di 5.000 le scuole coinvolte e decine di migliaia di docenti e si prova a supportare e assistere tutti per cercare di aiutare anche i più sfiduciati.
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“A nessuno fa piacere dover lavorare sempre in queste condizioni, ma c’è una speranza. Quello che stiamo facendo ora, lo potremo integrare nel futuro. Nel primo training che ho tenuto, capitava spesso, dopo un timido entusiasmo iniziale di sentire parole di sconforto da parte della platea, immaginando che questo strumento fosse un surplus necessario al momento, ma da abbandonare quando tutto tornerà normale. Oggi, è sempre più difficile imbattersi in un pensiero di questo tipo. C’è una necessità, ma che porta dei vantaggi che potremo considerare di estendere anche al dopo emergenza. Proprio per questo abbiamo messo in piedi un gruppo di volontari tramite CSR che rispondono creando così una rete di conoscenza per motivare anche i più demotivati. Questo è lo sforzo che stiamo facendo con i nostri partner come Apple e IBM. Tutto per raggiungere quante più persone possibili e aiutarle in un momento che è difficile per chiunque”.
Nelle situazioni di crisi, spesso, possono avvenire grandi trasformazioni e forse quando questa emergenza COVID19 sarà terminata ci avrà lasciato qualcosa anche di positivo, soprattutto nel nuovo approccio lavorativo e scolastico. Forse quest’esperienza ci ha fatto capire che ci sono gli strumenti per non lasciare nessuno indietro e questo è un elemento importante. “Prima, l’insegnamento, era confinato nel mondo “fisico”, oggi abbiamo capito che il mondo fisico e il mondo virtuale sono complementari e questo ci insegna che possiamo raggiungere molte più persone, possiamo dare contenuti più ricchi, raggiungere tutti in qualsiasi luogo. È questo che dovrebbe essere ed è la scuola”. “Webex esiste da più di 20 anni, negli anni è cresciuto, migliorato, ma mai come oggi c’è una necessità così forte. Ci stiamo rendendo conto che questi sono gli unici modi per dare continuità, che sia didattica, lavorativa o semplicemente sociale.