Per la seconda volta in pochi giorni possiamo raccontare di un importante investimento corporate venture capital in Italia: pochi giorni fa è toccato a Tannico, con l’ingresso di Campari nel capitale, e ora tocca a Tate che cede un pacchetto consistente del 20% delle sue quote a Eni gas e luce (la società di Eni SpA che si occupa della commercializzazione di gas, energia elettrica e soluzioni energetiche a famiglie, condomini e imprese). Operazioni che possiamo tranquillamente definire come l’inizio di un nuovo corso per le startup italiane: in grado ormai di attirare i capitali delle grandi imprese che puntano a far scalare il loro business, con una strategia di collaborazione in cui alla startup viene lasciato ampio margine di operatività per poter continuare a crescere.
I dettagli dell’accordo
Il racconto di come è andata questa operazione ce lo fa lo stesso Micael Saillen – CEO di Tate – in una breve chiacchierata a valle dell’annuncio: “È un momento molto importante per noi, che ci rende molto felici e orgogliosi del lavoro svolto fino ad oggi: Eni gas e luce ha creduto in noi e ci ha messo nelle condizioni di continuare a sviluppare il nostro progetto per renderlo un’autentica eccellenza nel settore mobile in Italia. È un’operazione che investe nella nostra tecnologia e nella nostra esperienza d’uso, che abbiamo sviluppato e perfezionato in questi mesi”.
Il nuovo logo Tate
Di fatto, ciò che avviene è un investimento di una grande azienda in una tech-company iscritta al registro delle startup innovative: Tate è una fintech attiva nel mercato dell’energia, che ha sviluppato un metodo innovativo per consentire a un cliente di stipulare e gestire un contratto in modo totalmente digitale (tramite un’app) e di poter scegliere in modo semplice che tipo di tariffa applicare alla propria fornitura di luce e gas. L’investimento di Eni gas e luce è quindi un forte segnale del potenziale di questo approccio, soprattutto rispetto al tipo di clientela a cui Tate si rivolge (soprattutto i Millennial, ma non solo): l’operazione appena conclusa può essere vista come l’inizio di una vera e propria partnership che farà leva su un costante scambio di conoscenze con l’obiettivo comune di far crescere Tate.
Inoltre, come dice la stessa Eni gas e luce nel comunicato che annuncia l’operazione, “Eni gas e luce dimostra di credere fortemente nel tessuto italiano delle startup innovative e tecnologiche”: un segnale importante per l’intero ecosistema innovazione, che ha già ricevuto un importante incoraggiamento con il pacchetto startup contenuto nel Decreto Rilancio varato dal Governo. Senza trascurare il fatto che l’annuncio di oggi è stato perfezionato nel corso del lockdown, come ci ha svelato lo stesso Saillen: a dimostrazione che il digitale consente di portare avanti anche trattative complesse fino ad arrivare a risultati come quello di oggi.
Cosa fa Tate
All’apparenza è un fornitore d’energia, ma in realtà è nata ed è tutt’ora una vera e propria fintech: ciò che fa Tate è sviluppare una piattaforma mobile per gestire le proprie forniture luce e gas in modo totalmente digitale, dando modo ai propri utenti di risparmiare tempo e denaro e offrendo energia al 100% derivante da fonti rinnovabili. Il team ha infatti sviluppato un sistema focalizzato totalmente sull’esperienza utente: semplice da usare per sottoscrivere un contratto, decidere come pagare, ricevere una bolletta direttamente sullo smartphone (niente più carta!) e pure un prezioso supporto per ottimizzare i propri consumi scegliendo la tariffa che meglio si addice al nostro stile di vita.
“Da quando abbiamo lanciato la nostra offerta commerciale abbiamo migliorato radicalmente il prodotto che offriamo, soprattutto grazie ai feedback dei nostri utenti – spiega sempre Saillen – con l’obiettivo costante di semplificargli sempre di più la vita. Ora un potenziale cliente può scaricare l’app di Tate e iniziare a usarla per conoscere le offerte disponibili, chattare con uno dei nostri esperti direttamente dall’app e decidere di sottoscrivere un contratto. La procedura richiede solo 5 minuti: abbiamo anche introdotto metodi di pagamento differenti, compresi Apple Pay e Google Pay che sono del tutto complementari alla nostra vocazione mobile”.
Tate, come detto, è una fintech: il suo core business non è la produzione o la fornitura dell’energia, bensì individuare il modo più vantaggioso di acquistare energia rinnovabile e mettere in condizione il cliente di scegliere se pagarla a prezzo fisso o con una tariffa che “scommette” sull’andamento del mercato. Inoltre, l’app fornisce anche indicazioni utili nel corso del tempo per cambiare tariffa in modo da approfittare di un’offerta più vantaggiosa: ci sono dei piccoli costi fissi mensili, ma per il resto il consumatore finale paga di fatto l’energia a prezzo di costo e ha una visibilità chiara, completa e semplice sui propri consumi direttamente nella app.