Si fa avanti l’ipotesi di chiudere la Borsa italiana per prevenire altri crolli a seguito delle nuove misure più rigorose prese dal Governo
Nella giornata di oggi ha preso corpo l’ipotesi di chiudere Piazza Affari. Una decisione che sarebbe in controtendenza rispetto allo spirito del nuovo decreto varato ieri notte dall’esecutivo per contenere l’infezione da Covid-19, che prevede, tra le poche eccezioni, proprio i motivi di lavoro così da non fermare economicamente le Regioni più colpite dal Coronavirus, ma forse utile tutelare il sistema finanziario in un momento in cui la paura sta comportando una eccessiva volatilità dei mercati.
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A mettere il carico maggiore sul tema, che forse sarebbe dovuto restare nel campo di gioco dei soli tecnici per non ingenerare ulteriore confusione, la politica. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in un video su Facebook, ha dichiarato: «Se siamo in grado di mettere in campo tutte le misure necessarie per la nostra economia a cominciare probabilmente domani dal tenere chiusa la Borsa, ce la possiamo fare». Sulla medesima linea, dall’opposizione, Giorgia Meloni, numero 1 di Fratelli d’Italia: «Occorre valutare se sospendere le contrattazioni di Borsa per dare modo di metabolizzare gli ultimi provvedimenti e frenare i comportamenti più irrazionali. Di certo vanno vietate le vendite allo scoperto».
Chiudere Piazza Affari?
Ma l’ipotesi, in realtà, aveva iniziato a circolare qualche ora prima. È quanto chiede, infatti, senza troppi giri di parole, Tamburi Investment Partners. Intervistato da Affaritaliani.it, Giovanni Tamburi, fondatore e amministratore delegato della investment e merchant bank milanese, ha infatti detto: «Se io avessi il potere di farlo, tutto sommato chiuderei Piazza Affari per qualche giorno, perché già gli scambi nei giorni scorsi erano già fortemente falsati, anche da informazioni sbagliate e fuorvianti».
Tamburi ha aggiunto: «Il risparmio delle persone meno informate, specie in un paese come il nostro va rispettato, in maniera particolare in giorni in cui a moltissimi operatori è stato fisicamente impedito di andare in ufficio, per cui gli scambi saranno ancor più falsati. E non rappresentativi della realtà dei fatti. È evidente che se equando si decidesse di chiuderla si dovrà essere bravi a comunicarlo e motivarlo e bravissimi al momento della riapertura. Mario Draghi docet». Per la precisione, è doveroso ricordarlo, nelle nuove zone off limits la circolazione interna per motivi lavorativi sarà ammessa.
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Anche Consob pensa a restrizioni
In serata, si apprende da Milano Finanza, la stessa Consob, autorità di garanzia che nel nostro Paese ha il compito di vigilare su quanto accade sui mercati, avrebbe iniziato a vagliare l’ipotesi di una quarantena per Piazza Affari, per tutelare la salute del nostro sistema economico. Si legge nel pezzo: “Consob domani monitorerà le vendite sui titoli di Piazza Affari, con particolare riguardo di quelli più significativi se dovessero cedere oltre il 10%. E se questa situazione si dimostrasse anomala rispetto ad altre piazze europee, con cessioni più importanti, avviserà l’Esma, l’autorità europea di controllo dei listini, che applicherà la legge del 2012 sulle vendite allo scoperto”.
Borsa Italiana: panico ingiusificato
Interpellato dall’ANSA, l’amministratore delegato di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi, ha invece respinto con forza simili ipotesi: «C’è un panico ingiustificato: le misure adottate dal governo servono per evitare un sovraccarico dei nostri ospedali e un crollo del sistema sanitario. Questo è tutto» mentre operativamente «Borsa Italiana ha un “business continuity plan”. Non c’è motivo di aspettarsi che gli scambi non continuino come al solito e il mercato italiano è già sceso in proporzione all’impatto del virus». Domani, insomma, Piazza Affari aprirà come tutti i lunedì.
Il Vecchio continente ha già bruciato 1.600 miliardi
Da quando il Coronavirus si è affacciato nel Nord Italia, le Borse del Vecchio continente hanno già perso oltre 1.600 miliardi di euro. In due settimane, a Piazza Affari, la più flagellata dal panico che corre sui mercati, il Ftse Mib ha perso il 17% che equivale a una capitalizzazione evaporata di oltre 95 miliardi di euro.
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E l’ultima seduta è stata la peggiore. Venerdì 6 marzo Parigi ha perso il 4,14%, Francoforte il 3,37%, Londra ha terminato la settimana con -3,62%, Madrid ha lasciato sul campo il 3,54%. Piazza Affari invece aveva chiuso a meno 3 e mezzo. Numeri considerevoli, a fronte dei quali l’ipotesi di una quarantena estesa anche alla Borsa non sembra poi essere tanto balzana. Ma è anche vero che continuare con le vendite dei titoli mentre le valutazioni calano non conviene certo a chi se ne libera, quindi basterebbe riacquistare un po’ di lucidità per terminare la lunga sequenza di sedute negative e liberarsi dell’isteria da Coronavirus. Abbiamo insomma bisogno di normalità e lasciare aperte le Borse va proprio in quella direzione. Del resto ogni influenza, anche la più brutta e aggressiva, è destinata a passare.