Terrore sui mercati. Francoforte, crolla del 7,01%, Londra affonda dell’8,47%, Parigi perde il 6,41%. Colpa dell’epidemia virale e della nuova guerra del greggio tra Russia e Arabia Saudita
Sarà probabilmente ricordato come uno dei peggiori lunedì della storia di Milano, questo. Non solo per la città, ormai cinta nella sua quarantena, ma anche per quanto sta succedendo a Piazza Affari, dove sembra delinearsi uno scenario da tempesta perfetta.
Milano, il giorno più lungo
Questo per Milano sarà il giorno più lungo. La decisione di aprire lo stesso la Borsa, nonostante la sfiducia provocata dalle nuove misure del Governo per contenere l’epidemia di Coronavirus, sembra destinata a far vivere al cuore economico del Paese una seduta drammatica. E questa volta non ci sono esagerazioni giornalistiche. Piazza Affari, in avvio di seduta crolla subito di circa 9 punti percentuali, con alcuni titoli che non sono neanche riusciti a fare prezzo. Quindi altre perdite teoriche che la portano a sfondare quota 12%.
Non si vedevano tonfi simili dalla Brexit. Per fare un raffronto, quando ebbe inizio la crisi finanziaria del 2008, nel giorno del fallimento di Lehman Brothers, le perdite per Milano si assestarono a -8,24%. O, ancora, l’11 settembre 2001, si registrò -7,47% in chiusura. Attualmente il titolo sfiora i -10 punti percentuali. Parallelo utile per capire il lunedì nero che si prospetta. A infiammare i mercati non c’è solo l’isteria da Coronavirus ma anche la guerra geopolitica Russia-Arabia Saudita che non poteva scoppiare in un momento peggiore. Prevalgono le vendite sul petrolio (Light Sweet Crude Oil), che continua la giornata a 31,27 dollari per barile, in una discesa senza rete del 24,25%, ai minimi dalla Guerra del Golfo. Ecco perché in attacco si parlava di possibile “tempesta perfetta”. Travolti i petroliferi: Saipem perde il 19,24%, Eni continua la seduta a – 17,30.
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A mezzogiorno, l’FTSE MIB è a – 9,87%, l’FTSE All Share a – 9,56% mentre l’FTSE Star contiene le perdite, se di contenimento si può parlare, a meno 7,90 punti percentuali. Sale a livelli vertiginosi la febbre dello spread, il differenziale tra titoli di Stato italiani e gli omologhi tedeschi che misura la nostra affidabilità di pagatori. Venerdì aveva chiuso la settimana a 180 punti base, oggi è salito immediatamente sui 215 e, nonostante piccoli sali-scendi, sembra destinato a rimanervi. Verso mezzodì recuperano un minimo le altre Borse del Vecchio continente. Francoforte, crollata del 7,01% si riporta attorno al meno sei, Londra affondata dell’8,47% raggiunge a fatica il -5,71, Parigi perde il 6,56%. La giornata però è ancora lunga e finora Piazza Affari, virtualmente, ha già azzerato un anno di guadagni.