Stop alle vendite allo scoperto in Borsa: sospese limitatamente alla seduta odierna su 85 titoli quotati
Il 12 marzo 2020 sarà una data che negli ambienti borsistici ricorderanno a lungo. Ieri, infatti, si è registrato il peggior crollo di tutti i mercati, con il FTSE Mib che ha perso il 16.92%, portando Milano a ottenere la prestazione peggiore in un Vecchio continente che ha bruciato miliardi (68 solo a Piazza Affari). Madrid è crollata a -14.06%. Parigi ha lasciato sul campo il -12.28%, Londra è riuscita a restare sotto la soglia psicologica del 10% (-9,81), mentre Francoforte ha chiuso a -12,31%. Profondo rosso anche per le Borse che hanno chiuso la giornata in differita per via del fuso orario, con gli USA, mai così male dal Black Friday del 1987, e Tokyo che ha ceduto il 6,08% a quota 17.431,05, dopo aver perso fino al 10% a inizio seduta, spazzando via 1.128 punti. Oggi si prova il rimbalzo.
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Consob vieta le vendite dello scoperto
È infine arrivato l’atteso stop alle vendite allo scoperto da parte di Consob, l’autorità di garanzia. Invocato da più parti da domenica 8 marzo, quando si iniziò a ventilare l’ipotesi di chiudere interamente Piazza Affari. L’intervento è giunto oggi, con delibera n. 21301 e riguarderà solo la seduta di oggi, venerdì 13 marzo 2020. Niente vendite allo scoperto su 85 titoli azionari italiani per evitare speculazioni.
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Il divieto, si legge in una nota della Commissione, è stato adottato in applicazione dell’articolo 23 del regolamento (UE) n. 236/2012 in tema di “Short Selling”, considerata la variazione di prezzo registrata dai titoli nella giornata del 12 marzo 2020 superiore alle soglie previste dal regolamento comunitario.
Cosa succede sulle Borse
Partenza sprint per Piazza Affari, che ha immediatamente guadagnato circa il 7% per poi assestarsi in questi minuti al 3,55%. Resta però alta la febbre dello spread, il differenziale tra i Titoli di Stato emessi da Roma e gli omologhi di Berlino, sui 250 punti base. Resta comunque la migliore delle Borse del Vecchio continente, inseguita da Londra che cresce del 3,5%, Francoforte del 2,5% e Parigi del 2,6%.