Spread in lieve diminuzione attorno ai 250 punti base. Milano guadagna oltre il 4,5%, Londra è subito salita del 3,5% e Francoforte del 4,3%.
Le Borse provano a rialzare la testa dopo la pessima seduta di ieri, chiusa dagli USA con il Dow Jones che ha chiuso a meno 12,9% e il Nasdaq è precipitato a – 12,3%, registrando così la peggior giornata dal 1987 in termini percentuali, quando i listini statunitensi lasciarono sul terreno oltre il 22%.
A Piazza Affari nuovo intervento di Consob
Parte a razzo Piazza Affari, con il FTSE Mib al di sopra del 4,5% teorico. Seguito dall’FTSE All Share a 4,5 esatti e dal FTSE Star sui 4 punti percentuale spaccati. A Piazza Affari è intervenuta nuovamente la Consob ha ordinato un nuovo stop alle vendite allo scoperto su 20 titoli. Si tratta del secondo intervento in pochi giorni: venerdì scorso l’Autorità di garanzia era intervenuta per bloccare le vendite sull’intero paniere. Questa iniziativa – fanno sapere da Consob -si accompagna alla decisione presa dall’Esma di ridurre la soglia di notifica alle autorità di vigilanza delle posizioni nette corte dallo 0,2 allo 0,1% ex art. 28 del medesimo regolamento. I provvedimenti presi “sono finalizzati a ripristinare un contesto operativo che garantisca una maggiore trasparenza e stabilita’ delle negoziazioni di borsa”.
La situazione nelle altre Borse
Avvio positivo per tutte le Borse del Vecchio continente. Londra è subito salita del 3,5% e Francoforte del 4,3%. Non eccellenti, invece, le prestazioni dei mercati asiatici, con Tokyo che ha chiuso in rialzo dello 0,06% e Shanghai in calo dello 0,36%. La Borsa di Sydney ha già chiuso in territorio ampiamente positivo guadagnando il 6 per cento. L’indice di riferimento della borsa australiana, ASX/200, aveva registrato ieri la peggiore sessione della sua storia, con un crollo del 9,7% legata ovviamente alla preoccupazione dall’epidemia di Covid-19. Oggi invece ha chiuso con un aumento di 291,4 punti, ovvero del 5,83%, a 5.293,4 punti, che rappresenta il suo più grande progresso in una seduta nel giro di due decenni. E intanto si registra l’inedita decisione della Borsa delle Filippine di chiudere “causa Coronavirus” a data da destinarsi.