Oltre alla possibile perdita di un massimo di 1,8 milioni di posti di lavoro. «I costi probabilmente supereranno tutto ciò che abbiamo visto in Germania in termini di crisi economiche o catastrofi naturali negli ultimi decenni»
Settecento miliardi di euro. È la stima, mostruosa, dei costi e dei danni provocati dal Coronavirus in Germania che Berlino potrebbe essere costretta ad affrontare secondo il think tank tedesco Ifo.
La previsione dell’Istituto
Secondo le previsioni di Ifo, l’epidemia di coronavirus potrebbe causare una contrazione dell’economia tedesca fino a 20 punti percentuali, cui si andrà ad aggiungere il costo sociale della perdita di milioni di posti di lavoro e danni complessivi per oltre 700 miliardi di euro.
© Fitch – Twitter
«I costi probabilmente supereranno tutto ciò che abbiamo visto in Germania in termini di crisi economiche o catastrofi naturali negli ultimi decenni» ha dichiarato il presidente di Ifo, Clemens Fuest, in una nota. Un arresto parziale di due mesi probabilmente ridurrebbe l’economia della Germania tra 7,2 e 11,2 punti percentuali, ha affermato l’Ifo. Un lock down parziale di tre mesi provocherebbe una contrazione compresa tra 10 e 20,6 punti percentuali, viene comunicato. Per Ifo si potrebbero perdere fino a 1,8 milioni di posti di lavoro e 6 milioni di lavoratori potrebbero essere costretti a programmi di lavoro part-time.
La Germania verso un piano da 1200 miliardi
Per evitare di incorrere in simili guai economici la Germania si starebbe già muovendo ora, prevedendo robuste iniezioni di liquidità nel tessuto produttivo del Paese. Secondo quanto anticipa il quotidiano economico tedesco Handelsblatt, sarebbero previsti un fondo di salvataggio per le imprese da 600 miliardi, mentre la capacità di garanzia della banca pubblica KFW dovrebbe essere alzata a 450 miliardi.
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Il ministro Olaf Scholz pianifica inoltre per l’anno in corso un indebitamento da record da 156 miliardi. Maggiori novità dovrebbero essere disponibili in giornata dato che è atteso per oggi il varo da parte del Governo della prima tranche di aiuti. Intanto, a causa dell’epidemia, si restringe ulteriormente il Club europeo che permette la libera circolazione delle persone: Belgio e Lussemburgo hanno notificato alla Commissione europea di avere ristabilito controlli temporanei alle proprie frontiere interne. Sono così 15 su 26 i Paesi ad aver congelato Schengen.