Il settore, già duramente colpito dalla crisi, ha visto una diminuzione del numero dei concessionari, passati da 2.950 nel 2007 a 1.373 nel 2019
Un crollo verticale delle immatricolazioni. È questa la fosca previsione dell’impatto del Coronavirus sul mercato automobilistico secondo Federauto, che stamani ha scritto al presidente del Consiglio chiedendo di inserire specifici aiuti alla categoria nel Cura Italia.
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Federauto: immatricolazioni a -60%
La stima indicata da Federauto, stante le attuali condizioni, è di una flessione delle immatricolazioni del -60% per l’anno 2020 con un’ulteriore contrazione delle reti di vendita. Per questo l’associazione di categoria fa notare al Governo che “le disposizioni contenute nel primo provvedimento del Governo a tutela delle imprese non sono sufficienti”. “Se non si interviene rapidamente e in modo efficace – ha dichiarato Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto -, il rischio concreto è di compromettere la continuità aziendale e la sopravvivenza stessa delle imprese”.
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“Già le crisi economico-finanziarie verificatasi negli anni 2008 e 2011 hanno portato ad un brusco rallentamento sul mercato delle immatricolazioni di autovetture nuove – quello in cui è maggiore il peso degli acquisti da parte delle famiglie italiane – che si è tradotto in una netta diminuzione del numero dei concessionari, passati da 2.950 nel 2007 a 1.373 nel 2019. La previsione, stante le attuali condizioni, è di una flessione delle immatricolazioni del -60% per l’anno 2020 con un’ulteriore contrazione delle reti di vendita”.
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Le richieste di Federauto
Queste le richieste contenute nella lettera indirizzata a Palazzo Chigi:
L’attività di concessionari per la vendita e riparazione di autoveicoli e motoveicoli, in
ragione dell’elevato valore dei singoli beni ricade totalmente fra le imprese con un
fatturato superiore ai 2 milioni di euro. Non godendo delle agevolazioni di differimento dei
termini di pagamento alla Pubblica Amministrazione, si chiede che in sede di conversione
in legge del decreto sia inserito un esplicito richiamo a tale attività, utilizzando il parametro
del patrimonio netto al 31.12.2018, ultimo bilancio approvato, nel limite di € 100 milioni.
• La compensazione orizzontale dei crediti Iva sia nei confronti dell’Erario che per la parte
contributiva sarebbe un grosso supporto alla liquidità delle imprese. Oggi vige il limite di
€ 700.000 annui (art. 9 comma 2 D.L. 35/2013). Si chiede di allargare il limite
trasformandolo in mensile. Quindi la compensazione orizzontale varrà per un importo
massimo mensile pari a € 700.000.
• Il decreto è lacunoso nel trattare il caso che riguarda la situazione di dilazione dello stock. Il
quesito a cui dare una risposta è: il credito ceduto pro soluto a una banca terza è da
considerarsi alla stessa stregua della sospensione prevista per i debiti bancari a medio
lungo? Ciò in relazione all’art. 56 comma 2b per prestiti non rateali che proroga di fatto al
30.09.2020 le scadenze. Per rendere tutto più chiaro si propone di estendere l’art. 56
comma 5 anche alle imprese con patrimonio netto inferiore a € 100 milioni quanto previsto
dal comma 2b, ampliandone la portata ed includendo anche lo strumento del finstock a
mezzo factoring.
• Con riferimento alle previsioni dell’art. 57, occorre che l’attività condotta dalle
concessionarie auto sia ricompresa nell’emanando decreto applicativo