Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX è un bizzarro spin off che catapulta i mostri di Nintendo in un universo dalle regole insolite
Uscito in origine ormai 15 anni fa, il titolo appena approdato su Nintendo Switch è animato da regole di gioco molto differenti dai canonici episodi che hanno come protagonisti i fortunatissimi mostriciattoli ideati da Satoshi Tajiri. Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX è infatti un “dungeon crawler” o, in italiano, un esploratore di sotterranei, assemblati in modo casuale, che chiederà al giocatore non tanto di uscire vittorioso da ogni scontro, quanto di riportare la pelliccia (o le squame, il guscio, il bulbo… a seconda del Pokémon che si impersona) a casa da ciascuna spedizione. Come? Pianificando ogni mossa e assicurandosi di avere sempre con sé gli oggetti più adatti.
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A spasso per Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX
Scordatevi quindi le battaglie tra allenatori. Qui, dopo che avrete risposto alle domande iniziali poste dal gioco e che determineranno che Pokémon siete, dovrete iniziare ad aiutare i vostri simili prendendo parte a una interminabile serie di missioni di soccorso che vi chiederanno di esplorare grotte buie, intricate foreste, cunicoli ghiacciati e sotterranei labirintici.
L’aspetto principale su cui è impalcato il gameplay di Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX riguarda il fatto che ogni labirinto è suddiviso in griglie. Come nel gioco degli scacchi, il vostro team non potrà muoversi liberamente lungo lo scenario ma avanzare di casella in casella. A ogni vostro turno corrisponderà però una mossa dei Pokémon che infestano i labirinti, tutt’altro che amichevoli. Se incrocerete il vostro cammino con loro avrà inizio una battaglia.
Le battaglie di Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX presentano diverse differenze rispetto alla serie principale e sebbene continuino a ricordare la morra cinese, qui ogni mossa ha un range d’azione che spazia da una a più caselle e che quindi la rende più o meno idonea a seconda di dove è posizionato il proprio nemico.
Questo incide anche sulla strategia che dovrete elaborare al momento della formazione della vostra squadra di soccorso e sul posizionamento dei membri all’interno del team, perché nell’avanguardia è meglio tenere Pokémon che possano sferrare attacchi fisici, potenti ma dal raggio d’azione assai limitato, mentre dietro è saggio posizionare gli esemplari in grado di sferrare colpi a distanza.
Ma le caratteristiche che rendono Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX molto più profondo di quanto l’aspetto grafico non lascerebbe intuire vanno oltre. I mostriciattoli di Nintendo, si sa, sono sempre affamati: non potranno quindi gironzolare per i sotterranei all’infinito, perché ogni movimento consuma le loro energie. Una volta che i membri del vostro team avranno lo stomaco vuoto, inizierete a intaccare i loro punti salute.
In questo caso l’alleato più fidato è il proprio borsone in cui stipare frutti e spuntini ma, all’inizio del gioco, dovrete vedervela con una capienza davvero ridotta. In più, non conviene nemmeno perdersi in convenevoli perché ogni dungeon è irto di trappole che potrebbero avvelenare o confondere i Pokémon, incidendo sulle loro prestazioni in battaglia. Anche le lotte consumeranno, come nei titoli della serie principale, i punti potenza, quindi senza le dovute riserve di Etere, dopo un po’ i vostri mostriciattoli non vorranno più saperne di combattere.
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Casa dolce casa
C’è poi il campo base, che dovrà essere arricchito di nuove strutture e ingrandito, perché, come è noto, ciascun Pokémon predilige un proprio habitat. Se non aggiungerete stagni, pozze di magma, prati, centrali elettriche, palestre, non riuscirete a convincere altri mostriciattoli a insediarsi e a diventare liberamente arruolabili durante le vostre spedizioni.
Insomma, Pokémon Mystery Dungeon Squadra di Soccorso DX è un titolo a dir poco strategico, che richiede di pianificare ogni mossa e che non va mai preso alla leggera. È davvero un gioco degli scacchi con i mostriciattoli Nintendo. Certo, alla lunga è un po’ troppo ripetitivo, ma la conformazione portatile dello Switch permette di goderselo anche per brevi partite, magari mentre si è sull’autobus o nella sala d’aspetto del dentista.
Questo remake è inoltre impreziosito da una veste grafica a dir poco deliziosa che attualizza un gioco che ha 15 anni sulle spalle senza però snaturarlo. Chi fosse alla ricerca di un titolo un po’ diverso dal solito, più profondo delle poké-avventure tradizionali, troverà pane per i propri denti.