Il presidente del Salone, Claudio Luti: «Una scelta dolorosissima, ma la priorità in questo momento è salvare le aziende»
Si sarebbe dovuto tenere dal 16 al 21 giugno, dopo essere stato posticipato dalla collocazione originaria (21 – 26 aprile), invece, come era prevedibile, il Salone del Mobile non si farà. E se il 25 febbraio scorso Milano recepiva la notizia dello slittamento di circa due mesi con stupore e incredibilità, adesso il comunicato stampa che pone una pietra tombale sulla sessantesima edizione non sorprende più nessuno. In un mese esatto sono cambiate tantissime cose: il capoluogo lombardo non è più quella dell’hashtag #milanononsiferma e si sta tristemente abituando a cancellare gli eventi che lo rendevano tra le più frizzanti metropoli europee, prosciugato dall’emorragia di denaro che quotidianamente perde senza più riuscire a fatturare, annichilito dalle sue vie vuote e dalle sue fabbriche chiuse. Su tutto, naturalmente, c’è la spaventosa conta dei morti, il cui numero in costante crescita (oggi 969) fa comprendere il dramma nazionale in corso.
Il Salone del Mobile rinviato al 2021
Forse per questo, perché siamo quotidianamente colpiti da ben altre tragedie, oggi, la notizia del rinvio della sessantesima edizione del Salone del Mobile non scuote la città dal torpore in cui la malattia l’ha fatta piombare. È un comunicato stringato e ferale, quello buttato giù dagli organizzatori: “Il perdurare della situazione di emergenza, che si sta espandendo in quasi tutti i Paesi del mondo, ha portato i vertici del Salone del Mobile.Milano alla scelta del rinvio. Le condizioni che avevano indotto lo spostamento da aprile a giugno, annunciato il 25 febbraio, sono completamente cambiate. Si è cercato di mantenere fino all’ultimo la data di giugno per consentire un regolare svolgimento della Manifestazione ma lo scenario che si profila oggi ha subito un mutamento totale e le incertezze per il medio periodo non consentono di confermare lo svolgimento del Salone”. Per questo: “Il Salone del Mobile.Milano sospende l’edizione 2020 riprogrammando l’appuntamento dal 13 al 18 aprile 2021”.
“La priorità è salvare le aziende”
Ancora più dure le parole del presidente del Salone, Claudio Luti: «Una scelta dolorosissima, ma la priorità in questo momento è salvare le aziende. Il Salone esiste perché esistono le aziende». Lo scorso anno, l’edizione dei record del Salone del Mobile si era conclusa vantando la presenza di oltre 386mila visitatori da 181 Paesi diversi. Senza contare gli oltre 1000 eventi del Fuorisalone, l’esposizione aperta a tutti che anima e colora i quartieri di Milano. L’evento genera un indotto che oltrepassa i 300 milioni di euro dei quali beneficiano, in massima parte, gli albergatori del capoluogo lombardo e dintorni. Il 90% delle presenze arriva dall’estero solo per scorgere le ultime novità in tema di design.
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Non deve stupire: come ribadisce il rapporto Design Economy 2018 di Fondazione Symbola, Milano è la capitale incontrastata del settore: «È qui», si legge, «che ha sede un quarto delle imprese e delle scuole di design come il fondo Galileo che ha acquisito da poco Marangoni, NABA e DOMUS, o la Raffles grande gruppo di Singapore con 26 college in tutta l’Asia, che nella città meneghina ha aperto la sua prima scuola europea. È sempre a Milano che troviamo la Triennale, modello e punto di riferimento – insieme alla Biennale di Venezia – per le oltre 250 Biennali e Triennali sparse nel mondo; l’Adi, promotrice, tra le varie attività, del prestigioso Premio Compasso d’Oro». Ma la Lombardia capitale del design al momento non c’è. E non ci sarà per un po’, perché ormai è evidente che passata l’epidemia bisognerà lavorare sodo per ricostruire.