“Il Governo non può assicurare il ritorno immediato alla vita pre-Coronavirus, perché il Covid-19 sta continuando a circolare all’interno della nostra comunità”
È ormai destinato a slittare di un’altra settimana e, dunque, ironicamente e amaramente a maggio l’attesissimo decreto Aprile, essenziale per rimettere in moto l’economia italiana o, quanto meno, tamponare l’emorragia economica a seguito della crisi post pandemica che sta già iniziando a mordere il tessuto socioeconomico del Paese. Questa mattina, dalle 10, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è atteso alla Camera dei Deputati (alle 12:30 sarà in Senato) per un’informativa urgente sulle iniziative del Governo per la ripresa delle attività economiche.
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Seguiremo tutto il discorso di Conte alla Camera sia tramite la videodiretta, subito sotto, sia riassumendo, per punti, i passaggi più salienti del suo discorso.
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Cosa ha detto Conte alla Camera
Partenza accidentata per il discorso di Conte alla Camera, interrotto a più riprese dalla parte destra dell’emiciclo (in cui siedono gli esponenti di Lega e Fratelli d’Italia) per protestare contro il fatto che il premier fosse senza mascherina. Uno degli onorevoli, Paolo Paternoster (Lega) ha così deciso di togliersi la propria, pur sedendo tra i propri colleghi, costringendo all’interruzione della seduta per alcuni minuti i lavori.
“Nel rapporto del Cts viene stimato che la riapertura di tutte le attività dal 4 maggio porterebbe a una esplosione incontrollata dei contagi”, ha detto il premier Conte alla Camera, rispondendo alle critiche di chi chiedeva di poter visionare il documento, per il momento segreto ma più volte apparso sui giornali. “Sarà comunque oggetto di una conferenza stampa di Brusaferro proprio questa mattinata”, ha spiegato il presidente del Consiglio, che sul merito argomenta: “Fare altrimenti saturerebbe le terapie intensive della nazione. Ci guida il principio di precauzione, che non abbiamo inventato noi”.
Le quattro cause alla base del contagio
Quattro, per gli esperti, i principali motivi della ripresa dei contagi: “Contatti famigliari, luoghi di lavoro, scuola e le relazioni di comunità”, ha detto Conte. “Riaprendo simultaneamente le scuole, permettendo le relazioni sociali negli esercizi pubblici, non potendo ostacolare i contagi in famiglia – ha argomentato il premier – avremmo rivisto esplodere il contagio”. “La data del 4 maggio sarà l’inizio della Fase 2: un graduale, progressivo ritorno alla fase produttiva e commerciale, tenendo conto che sarà di convivenza e non di liberazione dal virus”.
La strategia per la Fase 2
“Il Governo non può assicurare il ritorno immediato alla vita pre-Coronavirus, perché il Covid-19 sta continuando a circolare all’interno della nostra comunità: abbiamo 105mila casi accertati”, ha ancora argomentato a difesa di una Fase 2 tanto blanda, criticata tanto dagli Enti locali quanto dai rappresentanti dell’industria e del commercio. “Controllo giornaliero del contagio, verifica della saturazione dei posti letto negli ospedali e la disponibilità di gel e mascherine ci diranno, quotidianamente, come sta andando la Fase 2. Nella nostra strategia anche l’app Immuni: ieri il Cdm ha adottato un decreto legge in merito, in coerenza con le raccomandazioni europee sulla privacy. Il titolare del trattamento sarà il ministero della Salute, l’app sarà scaricata su base volontaria e traccerà solo gli incontri tra smartphone che l’hanno installata. La piattaforma sarà in mano pubblica, l’app sarà criptata e non si potrà risalire all’identità degli utenti. Nel mese di maggio sarà selezionato dall’Istat un campione di 150mila cittadini per altrettanti test sierologici”.
Se i contagi salgono, richiudere subito tutto
“Se e laddove necessario – ha detto Conte alla Camera – dovremo essere pronti a richiudere tutto. Anche con nuove, mirate e circoscritte, misure”. “Il ministero della Salute a breve stilerà la lista dei campanelli d’allarme da tenere d’occhio. Nella fase 2, in base a questi dati, potremo operare distinzioni geografiche a seconda delle curve dei contagi, basate però su dati scientifiche non – ha ammonito il premier – su improvvide fughe in avanti degli Enti locali”. “Se invece la curva del contagio continuerà a scendere – la speranza del presidente del Consiglio – nei giorni a venire allenteremo le misure, riaprendo le attività al dettaglio [la cui riapertura è prevista per il 18 maggio ndR]”. “Il Governo è consapevole che bisognerà riaprire tutte le attività non appena l’andamento dei contagi lo permetterà: stiamo al lavoro sui protocolli per farlo in totale sicurezza”, ha chiosato.
Il quadro economico
“La previsione del PIL per il 2020 è di una contrazione significativa dell’8%, meno 15% nel primo trimestre, con un rimbalzo del 4,7% nel ’21”, ha spiegato commentando il DEF. “Il Governo ha varato una serie di misure nei decreti Cura Italia e Liquidità. Il prolungamento del lock down e l’esigenza di preservare i settori chiusi, rendono necessaria l’adozione di altri decreti legge: un decreto che riprenderà le misure del Cura Italia da 25 miliardi per prolungarle nel tempo con meccanismi di erogazione rapida”.
Il decreto Aprile
Quindi l’annuncio dei contenuti del decreto Aprile, cui ovviamente Conte evita di dare un nome (tipo decreto maggio) per non causare il facile attacco dell’opposizione sui continui slittamenti subiti dalla misura economica. “Saranno sbloccati 12 miliardi di euro da Cdp per permettere il pagamento dei crediti vantati da privati verso la PA; si studia inoltre un fondo perduto per le PMI e, sopra una certa soglia, erogazione di liquidità e schemi di agevolazione fiscale. In totale stanzieremo 15 miliardi. Per le imprese medio grandi, si prevede un ingresso temporaneo dello Stato nel capitale”, ha illustrato. “Cercheremo, con incentivi alle famiglie, di incentivare il turismo interno”. “All’interno del dl abbiamo deciso di eliminare l’aumento dell’Iva previsto per il 2021”.
Il provvedimento per la “rinascita economica e produttiva”
“Ci sarà poi un secondo provvedimento – ha illustrato Conte alla Camera – per sostenere la domanda nella fase recessiva e soprattutto a rinnovare le infrastrutture, in tema digitale e green. In queste settimane tutto il Paese ha dovuto rivoluzionare tempi e stili di vita. Questo ci mostra l’urgenza di riattivare una agenda pubblica per interventi pubblici e privati. Appalti, edilizia, commercio, legislazione civile andranno semplificati dagli eccessi delle norme”, ha spiegato Conte tra i malumori derivanti dall’opposizione. “Allo studio la possibilità di rimborsare totalmente le spese sostenute dai cittadini per lavori di messa in sicurezza antisismica, efficientamento energetico e ambientale”.
Sulle polemiche sull’uso dei Dpcm
“Non mi sfuggono affatto i rilievi fin qui fatti – ha detto Conte – ma non ho trascurato i presidi di garanzia. Con il primo decreto legge del 30 gennaio scorso abbiamo deliberato lo stato di emergenza per sei mesi”. “I decreti legge 6 e soprattutto 19 hanno offerto un’ampia copertura di legge suscettibile di superare ogni vaglio di costituzionalità”, ha illustrato Conte alla Camera, quella stessa Camera che ha in più occasioni lamentato di essere stata tagliata fuori dall’emergenza. Del resto, è innegabile, l’emergenza ha visto il Parlamento messo all’angolo e ignorato, se non per questo genere di informative da parte del presidente del Consiglio. “Il diritto costituzionale è equilibrio tra i poteri, bilanciamento dei diritti e delle garanzie. In questa stagione c’è in gioco il diritto alla vita e alla salute, che costituiscono presupposti per il godimento di tutti gli altri diritti. Le scelte, per quanto tragiche, diventano addirittura obbligate”, si è difeso il premier. “Ho agito in scienza e coscienza per la difesa di un valore primario”, ha infine aggiunto, “Come giurista avverto dunque ingiusta l’accusa di aver compresso le libertà fondamentali”.