A realizzare il progetto è Ashoka, la più estesa rete internazionale di imprenditori sociali innovativi. L’obiettivo di è ora che questi progetti diventino scalabili e possano essere trasferiti anche fuori dal Paese dove sono nati
Bisogna avere molta stoffa, o avere attraversato molto dolore, per trasformarsi da vittima di violenza a leader riconosciuta di una fondazione globale che proprio quella violenza ora combatte, la violenza domestica, che ha ferito almeno una volta il 22% delle donne in Europa (dati FRA, l’Agenzia europea per i diritti fondamentali), rese ancor più vulnerabili durante la quarantena, in quei ring senza via di scampo che sono improvvisamente diventate le loro case nei Lockdown (non c’è Paese al mondo in cui le violenza domestiche non siano aumentate).
Adesso Ana Bella Estévez Jiménez, 48 anni, di Siviglia, tre figli, scappata di casa qualche anno fa dopo che il marito era passato alle minacce di morte e diventata poi leader carismatica di Fundación Ana Bella – che ha spinto migliaia di vittime nel mondo ad alzare la testa -, è pronta a un altro scatto della sua formidabile evoluzione, grazie a Changemakers United: lei, come altri 19 changemakers d’Europa, è infatti stata selezionata dalla piattaforma internazionale Changemakers United, appena lanciata per mettere in luce e rafforzare 20 soluzioni innovative che affrontino gli effetti del Covid 19.
Ashoka, la più estesa rete di innovatori sociali
A realizzare il progetto è Ashoka, la più estesa rete internazionale di imprenditori sociali innovativi, ovvero cittadini che, a partire da un’idea nuova, sono riusciti a trovare una soluzione sistemica a una problematica sociale e quindi a generare un cambiamento su vasta scala. Racconta Federico Mento, co-direttore di Ashoka Italia: “Ashoka ha guardato dentro le centinaia di progetti dei nostri Fellow, gli imprenditori sociali di Ashoka, appunto, e ne ha seleziati 20, che per noi rappresentano le migliori e più promettenti soluzioni alle conseguenze del Corona virus (i progetti sono stati appena presentati on line, alla presenza del Premio Nobel Kailash Satyarthi, Ashoka Fellow dal 1995, ndr). L’obiettivo di Changemakers United è ora che questi progetti diventino scalabili e possano essere trasferiti anche fuori dal Paese dove sono nati. Intanto costituiremo un fondo per supportarne l’accelerazione”.
Oltre alla Fondazione Ana Bella, che durante il Lockdown ha aiutato via telefono e social un centinaio di donne al giorno in Spagna e nei Paesi Latini, tra i 20 progetti selezionati da Ashoka c’è il danese Ole Kassow, che con il suo Cycling Without Age sta mettendo insieme mobilità sostenibile e protezione delle persone più vulnerabili e, intanto, fa dialogare le generazioni. In pratica, ha creato un parco di biciclette rickshaw con le quali, grazie alla guida di giovani volontari, regala ore di svago outdoor agli anziani ospiti delle residenze sanitarie altrimenti destinati a lunghe giornate al chiuso.
Anche David Cuartielles, cofondatore della piattaforma Arduino e Ashoka Fellow dal 2016, sta facendo un grosso lavoro, nel suo caso per rendere la tecnologia un potente strumento di crescita per i bambini e gli adolescenti, affinché imparino, grazie ad essa, a trovare soluzioni creative per generare cambiamento. Sostanziale il suo apporto, durante la chiusura delle scuole, alla didattica a distanza e al Corona Virus Makers Forum, rete di makers che ha prodotto dispositivi ospedalieri con stampanti 3D. “Grosse opportunità di crescita ha, a mio parere, anche la app Atempo progettata dagli austriaci Walburga & Klaus per offrire informazioni sul Corona virus a persone disabili o con disturbi dell’apprendimento, un progetto che, a un costo contenuto, riesce a essere facilmente scalabile. E, aggiungo, l’irlandese MyMind, di Kristian Fikert, che assicura prestazioni psicologiche a basso costo o gratuite per persone fragili (e l’emergenza Corona Virus ha dimostrato quanto ce ne sia bisogno), anch’esso trasferibile nei diversi Paesi senza grandi difficoltà”.
I progetti di due italiani
Tra i 20 selezionati, anche due italiani. Si tratta di Alberto Alemanno, che con The Good Lobby supporta i cittadini nel monitorare l’attività dei propri Governi (azione nevralgica oggi che gli Stati, per tutelare la salute pubblica, prendono decisioni di limitazione delle libertà per le quali non ci sono precedenti storici) e Massimo Vallati di Calcio Sociale, che usa lo sport come strumento profondo di educazione nelle realtà geografiche più difficili e che, durante la Quarantena, ha digitalizzato la sua attività.
Per conoscere meglio i progetti e sostenerli, https://changemakersunited.ashoka.org/