Chi può partire resterà in Italia. Meno soldi in tasca, meno certezze, rischio di brutte sorprese una volta atterrati. Meglio restare vicino casa
Sarà una estate con qualche preoccupazione in più, molti turisti in meno e portafogli più leggeri. Forse non tutti riusciranno a scollegare la testa dalle preoccupazioni (tante) che rendono l’autunno particolarmente incerto. Il fatto poi che il 17 agosto terminerà il divieto ex lege di licenziare rischia di rovinare la stagione a molti. E infatti in tanti nemmeno si muoveranno. La stragrande maggioranza di chi invece riuscirà ad andare in vacanza lo farà restando in Italia, prediligendo le località di mare sempre più tallonate da quelle di montagna, in rapida crescita forse perché, nell’immaginario collettivo, meglio prediligere ampi spazi all’aperto che presentino un minor rischio assembramento e quindi di contrarre il Coronavirus. È la sintesi di quanto emerge dallo speciale stilato da italiani.coop (il portale di indagine e approfondimento sulla vita quotidiana degli italiani) per Robintur Travel Group.
italiani.coop (il portale di indagine e approfondimento sulla vita quotidiana degli italiani) per Robintur Travel Group
Le vacanze 2020 degli italiani
Archiviata, per fortuna, la folle idea di installare gabbie in plexiglass in spiaggia o divisori trasparenti sui tavoli dei ristoranti, la stagione turistica si profila meno drammatica dei pronostici. Ma neppure troppo. Dopo il trend di tre anni di crescita del numero degli italiani che prevedevano di andare in vacanza in estate, il 2020 segna la prima battuta di arresto, si legge nel report. “Il Covid sottrae speranze agli italiani” e solo il 70% prevede di concedersi una pausa nei prossimi mesi (era l’89% nel 2019 e sopra l’80 nei due anni precedenti e sarebbe stato l’87% quest’anno senza Covid). Chi parte pensa comunque a soggiorni più brevi rispetto al 2019 nel 39% dei casi, il 30% vorrebbe spendere circa il 20% in meno: il budget sarebbe stato oltre i 1.200 euro senza Covid, poco sopra i 1.000 con il Covid. Solo il 24% già pensa di ricorrere al tax credit, il contributo previsto dal Governo per incentivare gli italiani a tornare a viaggiare.
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“Il Covid si fa sentire se si calcola che di quel 30% di mancati vacanzieri, il 17% ha rinunciato proprio a causa della pandemia (con donne e over 56 che scelgono di non andare in viaggio con più frequenza)”, avverte lo studio. In cima alle motivazioni il caos e l’incertezza del momento: le regole poco chiare scoraggiano il 78% dei rinunciatari, la paura di ammalarsi il 77%, la necessità di risparmiare in previsione di periodi difficili il 77% e le difficoltà economiche già insorte proprio per il lockdown il 70%.
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Cosa porteremo in vacanza?
Mascherine e i disinfettanti non mancheranno nella valigia dei vacanzieri. Il 93% è convinto che userà disinfettanti, igienizzanti e protezioni per il viso in vacanza (l’84% pensa addirittura ai disinfettanti per superfici). Sei su 10 si dicono disposti ad installare e usare app di tracciamento dei contagi (Immuni è quella diffusa in Italia dal Ministero della Salute) e l’88% si dice d’accordo con l’obbligo di mascherine al chiuso, mentre oltre l’80% con gli ingressi scaglionati e l’obbligo di prenotazioni.
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Convince, si legge nel report, assai di meno invece il passaporto sanitario, con il quale si dicono d’accordo solo il 47% dei vacanzieri e anche i dispositivi per il viso obbligatori all’aperto vedono concordi solo il 50%.
Chi parte e chi resta
Il perfido Coronavirus fa cambiare rotta – Chi parte ha ridisegnato le proprie vacanze a seguito della pandemia, con il 77% che dichiara che il Covid lo ha spinto a modificare la propria destinazione. Il 47% dei vacanzieri sarebbe andato all’estero in questa estate 2020, ma a fronte delle restrizioni e della pandemia, il 91% di chi va in vacanza pensa che rimarrà in Italia, cosa che potrebbe portare nel Paese un numero lievemente maggiore di turisti italiani. Nel Paese sì, ma comunque spostandosi, già che il 71% afferma di volersi recare in un’altra regione. E se nel 2019 non cambiava meta quasi un italiano su 4, nel post-Covid il numero sale a 1 su 3.
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L’aria pura di montagna ora attrae più gente
E l’occasione di una estate tutta italiana fa riscoprire la montagna, soprattutto ai giovani: la scelgono il 25% dei 23-35enni in previsione nell’estate 2020, contro l’11% nel 2019. Il mare rimane la meta più gettonata (scelto dal 60% del totale dei vacanzieri del campione), ma la montagna e la natura passano dal 13% se non ci fosse stata la pandemia al 23% post-Covid. Una montagna peraltro senza genere e senza età, già che il trend è in crescita per tutti i vacanzieri. Con ogni probabilità proprio per via del fatto che gli ampi spazi montani, rispetto alle spiagge prese d’assalto da migliaia di persone, comunicano una sensazione di maggior sicurezza sanitaria.
Le Regioni più gettonate dai vacanzieri
Tra le regioni più scelte il mare della Sicilia in cima alla classifica, il mare della Puglia e le montagne del Trentino Alto Adige. Un’estate che inizia in ritardo a causa del lockdown e dell’incertezza che gli italiani percepiscono nel sistema turistico del Paese, con le prenotazioni che accennano una comparsa solo in queste settimane. A marzo 2019 aveva già prenotato il proprio soggiorno il 21% dei vacanzieri e il 37% lo avrebbe fatto a breve (quindi presumibilmente entro maggio).
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A giugno 2020 invece, ha prenotato ancora solo il 22% di chi andrà in vacanza e il 42% pensa di farlo a breve. A questo ritardo si sommano poi coloro che nell’incertezza si affideranno a prenotazioni (ormai obbligatorie) all’ultimo minuto: i vacanzieri da last minute erano il 12% nel 2019 e saranno il 19% nel 2020. Cambiano anche i criteri di selezione della vacanza, si scelgono pacchetti in cui il rapporto qualità/prezzo è il migliore e più degli altri anni, si va in cerca di una soluzione che si adatti al meglio ai gusti di chi sta partendo (trend in crescita rispetto al 2019 dal 28% al 33%).
Confturismo: «Nuovo modello turismo per crescita paese»
«I danni che il lockdown ha prodotto sul turismo sono stati devastanti, basti pensare che intere filiere hanno azzerato i propri fatturati e molte imprese ancora non hanno riaperto. Ma ora è arrivato il tempo di progettare una nuova stagione di sostegno e rilancio di questo settore, che peraltro produce il 13% del Pil e il 15% della forza lavoro, perché solo così si può creare ricchezza e nuova occupazione».
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Così il vice presidente vicario di Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, in rappresentanza di Confturismo, dopo l’incontro con il Governo agli Stati Generali. Stoppani ha messo in evidenza la necessità di sviluppare un modello di turismo più competitivo che valorizzi il nostro Paese: una nuova governance del settore che consenta, tra i diverdsi obiettivi, quello di rdurre le conflittualità tra Stato e Regioni e di coordinare, programmare e promuovere in maniera più efficace l’immagine dell’Italia.
© Regione Liguria
Si torna a viaggiare in auto
La pandemia riporta le vacanze degli italiani indietro di 50 anni. Si va in vacanza con l’auto privata (il 55% del 2019 diviene il 71% del 2020) e ci si reca presso un appartamento qualsiasi (in crescita del 2%), che sia in affitto, di un amico o di proprietà. Un italiano su due pensa positivamente alla seconda casa per le vacanze, mentre il 3% in questo 2020 non andrà in alberghi o agriturismi, per i quali invece aveva optato nel 2019. Il soggiorno deve essere più che altro “comodo” come negli scorsi anni (senza Covid avrebbe scelto questa modalità il 63% mentre lo farà il 56%), ma nel post-Covid crescono più di tutti le vacanze “smart” (+4% rispetto a una estate senza Covid) con parenti e amici e quelle “a risparmio” (+3%). La pandemia (e la necessità di muoversi in auto) non hanno cancellato la voglia degli italiani di vacanze green, per le quali l’81% è disposto a spendere qualcosa di più.
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Mentre all’ambientalismo si affianca, causa Covid, la salute: l’84% dei vacanzieri è pronto a spendere di più per strutture sanificate. Ma il lockdown si fa sentire soprattutto sulle motivazioni che ci spingono alla vacanza. Il relax è da sempre uno dei motori principali degli spostamenti (nel 2019 lo sceglievano il 49% dei vacanzieri e nel 2020 lo fanno il 56%), ma ciò che cresce di più è la voglia di stare in compagnia che passa dal 20% dello scorso anno al 44% del post-Covid. Dopo 80 giorni di chiusura, gli italiani hanno cambiato anche la classifica di ciò su cui vale la pena risparmiare pur di fare un viaggio: dal 2019 al 2020 calano del 12% coloro che vogliono risparmiare sui ristoranti, del 10% coloro che lo fanno sulla spesa e dell’8% i risparmiatori su abbigliamento e calzature. Crescono invece di 6 punti coloro che fanno economia sull’istruzione. Ma in vacanza ci si concede anche qualche sfizio in più e quindi tiene nonostante i timori, la presenza nei ristoranti, nel 2019 vi si recavano tutti i giorni (da una a più volte al giorno) il 61% dei vacanzieri che scendono al 44% nell’estate post-Covid.