Secondo informazioni ufficiose, anche Beatrice Lorenzin avrebbe il Coronavirus. Piero Fassino in quarantena. In Francia, la ministra della Cultura è in isolamento
Se la battaglia al Coronavirus fosse una partita a scacchi, la notizia della positività di un politico rappresenterebbe senz’altro l’aggressione a uno dei pezzi più pregiati e importanti della scacchiera. Per questo, il ricovero del presidente statunitense Donald Trump ha sorpreso tutti, non solo gli USA, arrivando a far temere ripercussioni sui mercati che, per fortuna, non si sono verificate. Nel mondo sono sempre di più gli Stati che vedono i propri apici capitolare a letto con l’influenza o che ricevono la notizia che il proprio tampone è risultato positivo. Una rapida rassegna.
Beatrice Lorenzin positiva al Covid
Da quanto si apprende da ambienti di Montecitorio, la riunione della commissione Bilancio della Camera è stata rinviata a causa di un deputato positivo al Coronavirus, Beatrice Lorenzin. Colpita pure la commissione Esteri, come ha comunicato il suo numero 1, Piero Fassino: «Come riferito dal sottosegretario Merlo, venerdì sono stato avvisato da lui e dagli Uffici della Camera che il sottosegretario era risultato positivo alla effettuazione del tampone. Seguendo le indicazioni del mio medico e degli uffici della Camera mi sono collocato in autoisolamento precauzionale in attesa degli accertamenti clinici. E così hanno fatto gli altri membri e funzionari della Commissione che, come me, erano presenti alle riunioni della Commissione Esteri a cui ha partecipato il sottosegretario Merlo».
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L’ex ministra alla Salute Lorenzin è solo l’ultimo esponente politico risultato positivo al Covid-19: la scorsa settimana due senatori del gruppo del Movimento 5 stelle del Senato sono risultati infetti. Tra i contagiati più famosi, poi, risulta senz’altro Silvio Berlusconi, dimesso recentemente dal San Raffaele e tornato recentemente negativo nel giorno del suo compleanno, lo scorso 29 settembre.
Francia, in isolamento la ministra alla Cultura
La ministra della Cultura francese, Roselyne Bachelot, ha annunciato di essere un «caso contatto», per essere stata vicina a una persona positiva e si metterà in isolamento per sette giorni, come prescrive il protocollo. L’entourage della ministra ha fatto sapere che Bachelot è stata a cena venerdì sera ed era presente, fra gli altri ospiti, una persona «che domenica è stata diagnosticata positiva al Covid». La ministra «non presenta al momento alcun sintomo e resta totalmente impegnata» nella sua missione. Come prescrive il protocollo, farà un tampone sette giorni dopo il contatto e resterà fino a quel momento in isolamento.
Charles Michel
I vertici dell’Ue in quarantena
Nemmeno le istituzioni europee sfuggono al contagio. «Il risultato dell’ultimo test per accertare il contagio di Coronavirus per la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è negativo». Lo annuncia il portavoce dell’Esecutivo comunitario, Eric Mamer, su Twitter. Tuttavia, prosegue Mamer, la presidente «osserverà l’auto-isolamento fino alla fine della giornata di domani, come previsto dalle regole per la sicurezza della salute». Von der Leyen ieri sera aveva infatti dichiarato di aver presenziato a un incontro con un positivo.
Ursula von der Leyen
La commissaria Ue all’Innovazione, Mariya Gabriel, e tutto il suo staff sono in auto-isolamento per il coronavirus. Lo rende noto la stessa Gabriel su Twitter. «Ieri sera sono stata informata che un membro della mia squadra è risultato positivo al Covid-19. In attesa dei risultati dei test, io e tutto il mio team ci auto-isoliamo, in linea con i protocolli di salute pubblica e lavoriamo da casa. Mi sento bene e non ho sintomi», ha scritto.
«Fino a stamani sono stati 159 i casi positivi al Coronavirus tra lo staff della Commissione europea. Abbiamo preso tutte le misure precauzionali per quanti sono stati in contatto con le persone colpite» e vengono seguiti precisi protocolli. Lo ha spiegato un portavoce dell’Esecutivo comunitario. Due settimane fa anche l’Unione europea aveva dovuto rimandare un incontro del Consiglio per la quarantena del suo presidente, l’ex premier belga Charles Michel.
Da Trump a Bojo, fino a Bolsonaro, quando il Covid aggredisce gli scettici
Il premier britannico Boris Johnson è stato il primo, tra i potenti del mondo “scettici” sulla pericolosità della malattia, a capitolare con la febbre alta e i polmoni malconci. Probabilmente è anche il politico che ha avuto a che fare con la variante più aggressiva del Covid-19, finendo persino in rianimazione. La sua degenza lo ha spinto a cambiare leggermente strategia nei confronti del virus (prima di essere infettato era per “l’immunità di gregge”) anche se nel Paese sono molti ad accusarlo di continuare a prendere misure eccessivamente blande, che starebbero esponendo il Regno Unito al rischio di una seconda ondata.
L’altro capo di Stato scettico al Covid che ha dovuto fare i conti con la malattia è stato Jair Bolsonaro, a capo di uno dei Paesi che ha pagato il più ampio tributo alla malattia: il Brasile infatti conta oltre 144mila morti. L’ultimo malato eccellente, Donald Trump, è invece uscito ieri dall’ospedale ammettendo di aver “imparato molto sul Covid”. Ma, attenzione: il suo è stato solo un blitz fuori dal nosocomio in cui però continua a essere ricoverato. Blitz che potrebbe aver esposto al rischio contagio chi lo ha accompagnato nella breve capatina in automobile a favore di fotografi, quindi non sembra affatto che l’inquilino della Casa Bianca abbia davvero imparato tutto ciò che c’è da sapere sul Coronavirus.