Primi cittadini in rivolta contro il presidente del Consiglio e l’ultima versione del testo sulle chiusure delle vie e delle piazze della movida viene ritoccata nella notte
Il governo si assuma le responsabilità delle chiusure. Questo, in soldoni, è ciò che chiede l’ANCI, l’associazione che riunisce tutti i primi cittadini, che non ha digerito la frase pronunciata ieri sera dal premier in conferenza stampa nel presentare il nuovo Dpcm: «i sindaci potranno disporre la chiusura dopo le 21 di vie e piazze dove si creano assembramenti». Repubblica racconta di una notte passata senza chiudere occhio, a Palazzo Chigi, con il telefono del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che squilla di continuo. Alla fine il testo dell’ultima versione del Dpcm pubblicata sul sito del governo cambia ancora.
Sparito ogni riferimento ai sindaci
Questo il nuovo passaggio: «Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private.» Come si vede, rispetto alla conferenza stampa serale del presidente del Consiglio, è sparito ogni riferimento ai sindaci. Anche la prima bozza del testo fatta circolare alla stampa era diversa: «I sindaci dispongono la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private».
Le accuse dell’ANCI
Il numero 1 dell’Associazione nazionale Comuni italiani, il vertice che riunisce tutti i sindaci, Antonio Decaro, primo cittadino di Bari, è particolarmente polemico: «Saranno forse le forze dell’ordine a controllare le aree pubbliche in cui sarà vietato l’ingresso e a riconoscere residenti e avventori dei locali? I cittadini non si sposteranno da una piazza a un’altra? Nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso». Ora però il rischio è che il nuovo Dpcm sia sufficientemente vago da non fare intendere a chi spetti attuarlo…