Il premier: “le prime dosi saranno disponibili all’inizio di dicembre”. Ma il virologo: “Non penso che se ne parli prima del 2022, prima che tutti quanti possano avere accesso a un prodotto che funzioni”
Con il Covid-19 che si fa beffe delle misure di sicurezza prese dai governanti di mezzo mondo e sta facendo ripiombare l’Europa – Italia inclusa – nell’incubo dello scorso marzo, il vaccino torna a essere la panacea cui guardano tutti i capi di Stato e di governo. Chi riuscirà ad agguantarlo per primo potrà infatti uscire con maggiore tempestività dall’incubo del Coronavirus. La domanda, a questi punti dunque è: quando avremo il vaccino?
Per Conte prime dosi già a dicembre
“Se le ultime fasi di preparazione, il cosiddetto ‘rolling value’, del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all’inizio di dicembre”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a Bruno Vespa che lo ha intervistato per la stesura del suo ultimo libro in uscita il 29 ottobre prossimo.
Crisanti: vaccino per tutti solo nel 2022
Non è del medesimo avviso il virologo Andrea Crisanti, secondo cui completeremo la vaccinazione di massa solo nel ’22. “Non penso che se ne parli prima del 2022, prima che tutti quanti possano avere accesso a un vaccino che funzioni”. Così appunto il direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova, ospite della trasmissione Agorà, su Rai 3. “Il vaccino – ha precisato Crisanti – viene registrato per fare delle somministrazioni che sono inizialmente limitate nello spazio e nel tempo proprio per verificare se le caratteristiche di sicurezza sono confermate sul campo. Dopodiché viene prodotto su larga scala”.
Andrea Crisanti
Sarà utile il coprifuoco per Milano?
Intanto il mondo scientifico muove dubbi anche sul coprifuoco che verrà a breve decretato in tutta la Lombardia. “Credo non sia del tutto sufficiente per Milano”: lo ha detto il virologo e membro del Cts regionale Fabrizio Pregliasco, intervistato da Radio Popolare, aggiungendo che “per densità di popolazione, interscambi lavorativi, i contatti legati alla tipologia abitativa di Milano, sicuramente è un malato più grave”. Pregliasco ha spiegato che si attenderanno gli effetti di questa ordinanza “ma siamo pronti velocemente a immaginare ulteriori provvedimenti”.