Lo scienziato italiano di Gsk Vaccines è un luminare noto in tutto il mondo. Guida il progetto della fondazione no profit Toscana Life Sciences – TLS che potrebbe avere già la cura al Coronavirus
Intervenuto alla trasmissione Che tempo che fa, condotta da Fabio Fazio, Rino Rappuoli, microbiologo a capo di GSK Vaccines a Siena e del progetto anti-Covid ERC Advanced Grant OMVac della fondazione Toscana Life Sciences (TLS), ha dato notizie importanti riguardo alla battaglia contro il Covid-19. L’organizzazione non profit TLS e il centro di ricerca GlaxoSmithKline – GSK – sono infatti in prima linea nello studio sugli anticorpi monoclonali. Una ricerca fortemente incentivata dal governo, che ha previsto uno stanziamento complessivo di 380 milioni di euro per la fondazione, 50 dei quali già erogati. “Il nostro piano di lavoro è cominciare le prove cliniche prima di Natale, finirle a febbraio e a marzo avere il farmaco a disposizione. Le prime decine di migliaia di dosi e poi sempre di più”.
© Toscana Life Sciences (TLS)
Cosa sono i super anticorpi monoclonali
A spiegare il focus della ricerca è lo stesso Rappuoli. Infatti, sebbene gli studi condotti dal suo team possano rappresentare una futura svolta nella ricerca della cura al Coronavirus, di anticorpi monoclonali si è parlato molto poco. “Sono sostanze naturali presenti nel sangue delle persone che guariscono dal virus e che permettono a queste persone di guarire”, spiega il dottore. “Dal sangue dei pazienti guariti allo Spallanzani di Roma e a Siena, abbiamo isolato cellule che producono queste difese naturali e le abbiamo portate in laboratorio. Scegliendo quelle super-potenti ed espandendole a livello industriale, per poi poterle iniettare sui malati”.
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“L’anticorpo monoclonale ha due usi: uno per le persone sane, gli viene dato un anticorpo oggi e da domani sono protette dall’infezione e sono immuni per sei mesi. L’altro per guarire l’infezione già in atto”. Qual è il grande vantaggio di questi anticorpi? “Con un’iniezione di questi, per sei mesi una persona è immune“, spiega lo Chief Scientist and Head External R&D di GSK a Siena. Si tratta quindi di un’immunità sì temporanea, ma comunque in grado di prevenire un ritorno a breve del Covid sullo stesso paziente.
© Il microbiologo Rino Rappuoli
Quanto tempo per la distribuzione?
A Che tempo che fa, Rappuoli ha fornito indicazioni tutto sommato precise tempistiche entro cui la distribuzione degli anticorpi monoclonali dovrebbe iniziare. “A marzo avremo a disposizione le prime decine di migliaia di dosi“, ha affermato. “Non so se arriverà nelle farmacie: noi lavoriamo col settore pubblico, sarà il settore pubblico a decidere come distribuirlo”. È MAD004J08 l’anticorpo scelto come il migliore, fra i tre selezionati lo scorso luglio su un campione di oltre quattro mila estratti dal sangue dei pazienti guariti dal Covid. Recentemente, riporta la testata StartMag, una nota di TLS aveva spiegato che “Sarà testato nelle prove cliniche, il cui avvio è atteso per fine 2020”.
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Il progetto è quindi a buon punto, come confermato dal suo direttore scientifico. “Siamo tra i primi gruppi al mondo a essere arrivati a questo punto“, ha dichiarato Rappuoli a Repubblica. “E abbiamo un anticorpo più potente del 90% rispetto a quelli individuati da altri ricercatori”.
Rino Rappuoli a Che tempo che fa
Chi è Rino Rappuoli e di cosa si occupano GSK e TLS
Microbiologo senese noto alla comunità scientifica per la scoperta del vaccino contro meningococco B e C, nonché quello contro la pertosse, Rino Rappuoli è Chief Scientist and Head External R&D di GlaxoSmithKline – GSK – Vaccines di Siena. Laboratorio che, in collaborazione con la fondazione TLS, guidata dal Dottor Fabrizio Landi, si sta occupando della produzione dei super anticorpi anti-Covid. Rappuoli è inoltre fondatore del Novartis Vaccines Institute for Global Health, un’organizzazione non profit che produce vaccini per i Paesi in via di sviluppo.
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È lo stesso Rappuoli, in un’intervista rilasciata a Repubblica, a raccontare la vita nel suo laboratorio di ricerca, la sede italiana del GSK. “Abbiamo una decina di persone, anche studenti appena laureati, che stanno facendo cose competitive con i migliori gruppi di ricerca al mondo. Dimostriamo che anche in Italia certi obiettivi si possono raggiungere“, spiega. “Che i nostri giovani non devono andare fuori per affermarsi e anzi sono spinti a tornare indietro, se si trovano all’estero”. Intanto, il centro diretto dallo scienziato senese continua ad aumentare il proprio fatturato – arrivato a 1,8 miliardi di euro – e a confermarsi quale un gioiello mondiale. Nel 2018, scrive StartMag, la sola filiale italiana di GSK ha distribuito 47 milioni di dosi di vaccini, esportati in 54 Paesi.