La notizia del successo arriva dal Brasile, dove pure i test erano stati sospesi a seguito del decesso di un volontario
Nel giorno in cui anche l’Australia dichiara un mini lockdown da sei giorni nel tentativo di ridurre l’avanzata del virus e, contemporaneamente, salvaguardare l’economia, dalla Cina arrivano notizie rassicuranti sul Coronavac, il vaccino in studio nei laboratori asiatici.
Il vaccino cinese “efficace e sicuro”
CoronaVac, il vaccino sperimentale contro il Covid-19 prodotto dalla cinese Sinovac, “è sicuro e induce una alta risposta immunitaria”. Questo, almeno, secondo dati preliminari dei test di fase 1 e 2 pubblicati oggi dalla rivista The Lancet Infectious Diseases e ripresi dai media brasiliani. In Brasile, infatti, nonostante le dichiarazioni di Jair Bolsonaro, si studiano sui volontari gli effetti del vaccino cinese, ovvero la Fase 3 di sperimentazione del prodotto. Tali test, condotti in collaborazione con l’Istituto Butantan, erano stati sospesi – ma ripresi la scorsa settimana – a seguito della morte di uno dei partecipanti. Lo studio si riferisce a test clinici condotti in Cina nei mesi di aprile e maggio scorsi su 774 volontari sani tra i 18 ed i 59 anni di età.
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I bambini sono tendenzialmente immuni?
Intanto, mentre il governo australiano si appresta a varare un mini lockdown, nel Paese si sta studiando come mai il sistema immunitario dei bambini respinga tanto bene il Covid-19. Uno studio appena pubblicato su Nature Communications, condotto da un team di 30 ricercatori guidati dal Murdoch Children’s Research Institute di Melbourne, che ha monitorato strettamente per un mese i sistemi immunitari di una famiglia con tre figli piccoli, è arrivato alla conclusione che i bambini sarebbero tendenzialmente immuni. Le ‘cavie accidentali’ dell’esperimento sono una coppia di genitori rientrati in Australia in marzo senza sapere di essere contagiati e tornati a Melbourne dai tre figli che erano rimasti a casa. Una settimana dopo i genitori sono risultati positivi al tampone, come altre persone con cui erano stati in contatto. I ricercatori hanno analizzato campioni di sangue, urina, tamponi di saliva, naso e gola della famiglia ogni due-tre giorni. E hanno testato i tre figli quattro volte, sempre con risultato negativo, nonostante la ripetuta esposizione al virus attraverso servizi condivisi e frequenti abbracci e baci con i genitori. Il pediatra Shidan Tosif, responsabile dello studio, scrive che nei test i tre piccoli avevano anticorpi salivari al virus, indicando che il sistema immunitario aveva respinto il virus senza subire infezione e aveva montato una risposta immunitaria.
«Questo è un primo passo in uno studio veramente approfondito del sistema immunitario dei bambini, per accertare quali componenti possono rispondere al virus», scrive Tosif. «Il fatto che questi bambini abbiano potuto sopprimere il virus senza nemmeno mostrare un risultato positivo al test, suggerisce che abbiano un qualche livello del loro sistema immunitario capace di rispondere ed affrontare con efficacia il virus. Ciò che vorremo sapere è se questo avviene più ampiamente. Sarebbe importante sapere se vi è un gran numero di altri bambini che hanno avuto una risposta immunitaria ma hanno soppresso il virus in modo del tutto invisibile», ha spiegato ai media.