Dal 24 aprile ha preso il via la Settimana mondiale delle vaccinazioni, seguita a due giorni di distanza da quella europea. Nove giorni per promuovere il valore e l’importanza di tutte le vaccinazioni
“La vaccinazione è vita”. È il messaggio personale di Michele Conversano – direttore del Dipartimento di Prevenzione ASL di Taranto e presidente di Happy Ageing – Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo – in occasione della World Immunization Week (WIW), dal 24 al 30 aprile 2021, seguita dalla European Immunization Week, dal 26 aprile al 2 maggio. Nove giorni per ricordare che tutte le vaccinazioni sono importanti, non solo quelle contro la Covid-19.
Utilizzando il tema “I vaccini ci avvicinano”, la WIW 2021 solleciterà un maggiore impegno intorno all’immunizzazione a livello globale per promuovere l’importanza della vaccinazione nel riunire le persone e migliorare la salute e il benessere di tutti, ovunque, nel corso della vita. I Paesi della Regione Europea dell’OMS, oltre a focalizzarsi sulla vaccinazione per Covid-19, metteranno in evidenza gli innumerevoli modi in cui l’immunizzazione contribuisce a prevenire non solo malattie che possono uccidere un bambino o avere un impatto permanente sul suo futuro, ma anche diverse forme di cancro e a ridurre la minaccia di resistenza antimicrobica, oltreché a sostenere la salute delle famiglie e un invecchiamento sano.
Le “altre” vaccinazioni al tempo della pandemia
Come uno tsunami, la pandemia da Covid-19 ha travolto anche le vaccinazioni di routine. “Dalla prima infanzia all’adolescenza, fino all’adulto e l’anziano, si è registrato un calo delle coperture per tutte le vaccinazioni”, spiega Conversano. “Nella fascia pediatrica, nei primi due anni di vita, ad essere un po’ più penalizzate sono state le vaccinazioni fortemente raccomandate, come quelle contro il meningococco b e c. Nell’adolescente si è assistito a un crollo verticale: basti pensare alla vaccinazione contro il papilloma virus e all’anti-meningococcica tetravalente, oppure al richiamo per difterite, tetano e pertosse. Nell’adulto e l’anziano, invece, si è registrato un calo nelle vaccinazioni per la polmonite da pneumococco e l’herpes zoster, conosciuto anche come fuoco di Sant’Antonio, ma parliamo di vaccini dove purtroppo le coperture non sono mai state molto alte”. Un’inversione di tendenza, invece, si è registrata per la vaccinazione antinfluenzale, con un incremento notevole tra ottobre e novembre: “Se negli anni precedenti inseguivano gli anziani per il vaccino contro l’influenza, quest’anno siamo stati noi ad essere inseguiti”, rivela Conversano.
Come aumentare le coperture vaccinali
Ma allora quali sono le strategie per aumentare le coperture vaccinali al tempo della pandemia da Covid-19 e non solo? “Per l’età pediatrica, è fondamentale la chiamata attiva e il sollecito di chi non si presenta, rinforzando la collaborazione con i pediatri di libera scelta. A Taranto, gli ambulatori vaccinali sono rimasti sempre aperti e abbiamo adeguato le sale d’attesa alle norme anti-assembramento. Così, anche nelle fasi più restrittive, le mamme hanno potuto portare i bambini a vaccinarsi e, alla fine, siamo riusciti a chiamare tutti quelli che non si erano presentati. Gli adolescenti, invece, li abbiamo convocati durante la stagione estiva nei nostri ambulatori – in sedute straordinarie – per classe, tramite le scuole, mantenendo un rapporto stretto con insegnanti e dirigenti scolastici. È stata anche un’esperienza simpatica, perché i ragazzi si sono ritrovati nelle nostre sale d’attesa, dopo che non si vedevano di persona da molto tempo”.
Conversano, inoltre, sottolinea anche l’importanza e la necessità di effettuare le vaccinazioni in luoghi alternativi, che abbiano gli spazi adeguati a poter rispettare tutte le norme di sicurezza anti-contagio: “La pandemia ci ha insegnato che è necessario uscire dalla comfort zone dei nostri ambulatori. E, in questo senso, i palazzetti dello sport, ma anche le vaccinazioni in modalità drive-in, si stanno rivelando delle opzioni molto efficaci nella lotta alla Covid-19, soprattutto per adulti e anziani. Abbiamo imparato a fare anche mille vaccinazioni in una mattinata, dobbiamo riuscire a mantenere questa capacità per recuperare tutte le vaccinazioni saltate in questo periodo”.
Le richieste di HappyAgeing
Da rilevare, inoltre, le richieste presentate lo scorso autunno da HappyAgeing a Ministero, Regioni e Asl, grazie al position paper sulle “Vaccinazioni dell’adulto/anziano nella stagione 2020/2021”: tutte richieste supportate da dati scientifici e bibliografici. Innanzitutto, alle Regioni e alle Asl si chiede di istituire urgentemente l’anagrafe vaccinale dell’adulto e dell’anziano, condivisa tra Dipartimenti di Prevenzione, medici di medicina generale e medici specialisti. “Estendiamo l’anagrafe vaccinale istituita per la Covid, che prevede diversi obblighi informativi, a tutte le altre vaccinazioni e ci misurassero anche su queste”, propone il presidente. “Magari tra le Regioni si avvia una sana competizione anche rispetto a queste coperture vaccinali, ne beneficeremmo tutti”.
HappyAgeing, poi, chiede a Ministero, Regioni e ASL, una chiamata attiva di adulti e anziani per tutte le vaccinazioni previste dal Piano Nazionale, l’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari, la gratuità per tutte le coorti previste dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, e dunque una rivalutazione degli indicatori LEA (Livelli essenziali di assistenza). Tra le richieste, inoltre, ve ne sono due di carattere più strettamente organizzativo: una riguarda l’istituzionalizzazione di rapporti di collaborazione tra la medicina generale, gli specialisti che si occupano di categorie a rischio e i Dipartimenti di Prevenzione, in un quadro di potenziamento della Sanità Pubblica territoriale. “Per anni mi sono battuto affinché le vaccinazioni contro l’influenza, la polmonite da pneumococco e l’herpes zoster venissero effettuate anche dagli specialisti. Quest’anno abbiamo visto che alcune delle categorie più fragili per Covid sono state vaccinate dalle Reti: ad esempio, i malati oncologici dalla Rete oncologica, i trapiantati dalla Rete nazionale trapianti, e così via. È quello che io chiedevo a ottobre, ma questo deve valere per tutti i vaccini, perché 8mila morti l’anno per influenza e polmonite da pneumococco non sono morti di serie b rispetto ai morti per Covid”. L’altra richiesta, invece, rivolta in maniera specifica alle Regioni e alle ASL, è quella di essere tempestivi nella programmazione e pronti a recepire l’innovazione su ogni fronte, “perché dobbiamo essere pronti a usare nuovi vaccini e modalità organizzative”, ribadisce Conversano.
Fondamentale, infine, anche per le altre fasce d’età, è l’impegno in campagne informative per la sensibilizzazione sul rischio delle malattie e sui vantaggi delle vaccinazioni. Campagne che possano abbracciare tutti i mezzi di comunicazione, compresi gli strumenti digitali, “perché non è più aderente alla realtà l’idea che gli anziani siano così poco digitalizzati: adesso quando si va in pensione, si regala un ipad o un computer”. Ma ciò che è imprescindibile per Conversano è che la comunicazione vaccinale sia univoca, facendo emergere immediatamente i vantaggi delle vaccinazioni e facendo subito chiarezza quando si parla di effetti avversi. “La farmacovigilanza è fondamentale, ma bisogna saperla comunicare in maniera corretta, altrimenti si fanno danni molti seri. Insomma, facciamo tesoro di quello che è accaduto con questa pandemia ed evitiamo gli errori comunicativi che sono stati commessi riguardo ai vaccini per Covid-19”.