U-Care Medical è un dispositivo hardware e software che permette di prevenire l’insorgenza dell’insufficienza renale e avvisare il medico sui possibili rischi. La stratup è nata come spin-off del Politecnico di Torino
Prevedere l’insufficienza renale acuta grazie all’intelligenza artificiale. Quello che ha messo a punto U-Care Medical è un dispositivo hardware e software che, monitorando una serie di parametri e gli indici di rischio, permette di prevenire l’insorgenza dell’insufficienza renale e avvisare il medico sui possibili rischi a cui i pazienti di terapia intensiva possono andare incontro. Una patologia, quella dell’insufficienza renale acuta, di cui soffre circa il 40% dei ricoverati in terapia intensiva, che causa una mortalità superiore di 10 volte e un costo per il sistema sanitario italiano di circa un miliardo di euro all’anno.
Come è nato U-Care Medical
L’idea ha preso forma 3 anni fa e poi si è concretizzata come spin-off del Politecnico di Torino. U-Care Medical è nata da un team di 4 ingegneri e due professori: il CEO e co-founder, Andrea Ancona, PhD in Fisica e laureato in Nanotecnologie per sistemi ICT; Valentina Cauda, professore associato, CSO e co-founder; Francesca Alfieri, ingegnere biomedico e CTO; Enrico Perpignano, ingegnere gestionale e COO; Emilio Paolucci, professore al Politecnico di Torino, e Gianmarco Del Bono, CFO, laureato in Nanotecnologie per Sistemi ICT.
Lo scorso anno la startup ha vinto StartCup Piemonte e Valle d’Aosta e il Premio Nazionale per l’Innovazione, oltre a Digithon 2020 e alla borsa Proof-of-Concept di Venture Factory (Vertis sgr) per un finanziamento pre-seed di 50.000€. “Il progetto è nato 3 anni fa dallo sviluppo della tesi di dottorato di Andrea Ancona – spiega il COO, Enrico Perpignano – poi si è evoluto in startup innovativa ed è stata costituita la società.
Lo sviluppo di U-Care Medical come strumento di prevenzione dell’insufficienza renale acuta nei pazienti in terapia intensiva è stato possibile grazie alla preziosa collaborazione del dottor Riccardo Maria Fagugli, direttore del reparto di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale di Perugia. E’ stato lui a darci il giusto input per elaborare questo sistema tecnologicamente avanzato”.
Come funziona U-Care Medical
“Grazie a un sistema integrato hardware e software, U-Care Medical integra i dati recepiti dalla diuresi dei pazienti con gli algoritmi di intelligenza artificiale, fornendo al medico un valido aiuto nella formulazione della diagnosi con l’elaborazione dei dati sul rischio di insorgenza delle patologia – spiega il dottor Perpignano – Al lato pratico, i sensori equipaggiano il letto del paziente e monitorano la diuresi in modo automatico. Le informazioni collezionate vengono, poi, trasmesse all’algoritmo, che formula l’indice di rischio integrando, quando possibile, anche i dati delle analisi di laboratorio e quelli sull’ossigenazione del sangue, così da fornire al medico un output preciso affinchè questo possa intervenire prima che l’insufficienza renale acuta si presenti”.
Ad oggi, 10 prototipi di U-Care Medical sono in fase di test in alcune strutture sanitarie di Torino, Roma, Firenze, Aosta, Novara, Perugia, Reggio Calabria e in Svizzera, e il team ha già depositato la domanda di brevetto internazionale.
Progetti e ambizioni future
“Una volta che la nostra idea sarà validata, vorremmo sviluppare nuove soluzioni per l’intero settore della Renal Care, anche per la prevenzione di altre patologie come l’insufficienza renale cronica – conclude Perpignano –. La mission è quella di riuscire a trasformare l’attuale approccio alla cura nefrologica nel campo dell’ingegneria avanzata nel settore clinico. Al momento siamo in fundraising, alla ricerca di investitori internazionali che abbiano voglia di far parte del nostro network. Inoltre, stiamo collaborando con un partner commerciale per la vendita dei nostri sensori, una volta che questi saranno certificati”.