I fabbricanti dei dispositivi hi-tech dovranno fornire riparatori professionisti, pezzi di ricambio anche per accessori fuori commercio e istruzioni dettagliate per il fai-da-te
Segnatevi questo link. Anche se non ve la cavate bene col legalese, meglio averlo sempre sotto mano, soprattutto quando si intende far valere i propri diritti di fronte a chi non vuole riconoscerli. Perché, da qualche giorno, i cittadini europei ne hanno uno in più: il diritto alla riparazione. Un diritto in capo a tutti noi ma anche all’ambiente: la ratio della nuova norma comunitaria è quanto mai “circolare”, ovvero favorire nel Vecchio continente la riparazione degli elettrodomestici alla sostituzione.
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Se avete più di 30 anni, vi ricorderete forse che un tempo c’erano le botteghe dei tecnici dei vecchi televisori catodici, pronti a metter mano alla vostra televisione quando iniziava a virare verso colori assurdi e a operare a cuore aperto il videoregistratore VHS quando abbisognava di una bella pulizia delle testine.
La tecnologia sempre più miniaturizzata da un lato, accessori sempre più difficili da aprire dall’altro (talvolta gli elettrodomestici sono saldati in un unico blocco proprio per evitare l’apertura a terzi) ma, soprattutto, la progressiva diminuzione dei costi dei prodotti hi tech, hanno via via fatto sparire questa professione. Niente più botteghe polverose zeppe di cassetti strabordanti antenne, ‘baffi’ televisivi e cavi di tutti i colori: perché spendere 50 euro di tecnico se un televisore nuovo costa 200 euro in più?
Il diritto alla riparazione
Tutto questo potrebbe cambiare con il diritto alla riparazione introdotto con il regolamento UE 2021/341 con cui la Commissione ha stabilito la progettazione ecocompatibile di diversi apparecchi tecnologici ed elettrodomestici: televisori, lavastoviglie, lavatrici, frigo, lavasciuga, ma pure server e unità di archiviazione dati, motori elettrici e variatori di velocità, apparecchi di refrigerazione, sorgenti luminose e unità di alimentazione separate, display elettronici. Purtroppo restano fuori dal Regolamento laptop e smartphone, anche se è comunque vero che non è impossibile trovare tecnici di tali dispositivi.
Gli obblighi in capo a fabbricanti e distributori
Adesso “I fabbricanti o gli importatori saranno ora obbligati a mettere a disposizione dei riparatori professionisti una serie di pezzi essenziali (motori e spazzole per motori, pompe, ammortizzatori e molle, cestelli di lavaggio ecc.) per almeno 7-10 anni dall’immissione sul mercato dell’UE dell’ultima unità di un modello”, con in più l’obbligo di predisporre manuali per chi vuole far da sé e tenere da parte “pezzi di ricambio per diversi anni dopo che un prodotto è stato ritirato dal mercato”.