Nonostante la crisi dovuta alla pandemia, è cresciuta l’occupazione soprattutto nel solare e nell’eolico
Forse per il momento non salveranno ancora il pianeta, ma intanto possono salvare l’occupazione. Sono le energie rinnovabili che, secondo quanto dichiarato nell’ottava edizione di Renewable Energy and Jobs: Annual Review 2021, nell’ultimo anno sono arrivate a contare come comparto, globalmente, oltre 12milioni di posti di lavoro.
Sono i cosiddetti green jobs, ovvero i lavori connessi alla transizione ecologica in atto, che in Europa potrebbero subire una nuova e non prevista accelerazione per via degli investimenti dei vari PNRR che i singoli Stati porranno in essere coi soldi del Next Generation Eu.
Il rapporto conferma che il Covid-19 ha causato ritardi e stravolgimenti nella supply chain, con impatti sui posti di lavoro che variano a seconda del Paese e dell’uso finale e tra i diversi segmenti filiera di produzione e distribuzione. Mentre l’occupazione nell’energia solare ed eolica ha continuato a guidare la crescita occupazionale globale nel settore delle rinnovabili, segnando rispettivamente un totale di 4 milioni e 1,25 milioni di posti di lavoro, quella nei biocarburanti liquidi è diminuita in seguito al calo della domanda di carburanti per il trasporto. Anche le vendite di sistemi di illuminazione solare off-grid ne hanno risentito, ma le aziende sono riuscite a limitare le perdite di posti di lavoro.
Nel 2020, il 39% dei posti di lavoro nelle energie rinnovabili in tutto il mondo era in Cina, seguita da Brasile, India, Stati Uniti e membri dell’Unione Europea. Molti altri Paesi stanno creando occupazione nel settore delle rinnovabili. Il Vietnam e la Malesia, come esportatori chiave nel campo del fotovoltaico solare; l’Indonesia e la Colombia, con grandi catene di approvvigionamento agricolo per i biocarburanti; il Messico e la Federazione Russa, dove l’energia eolica è in crescita. Nell’Africa sub-sahariana, i posti di lavoro nel settore dell’energia solare si stanno espandendo in diversi Paesi come la Nigeria, il Togo e il Sudafrica.