Arriva oggi su Nintendo Switch uno dei migliori capitoli della saga giapponese. Nonché uno dei migliori videogiochi di questo periodo
Capitolo dopo capitolo, la saga Capcom, un tempo destinata esclusivamente ai videogiocatori nipponici, ha saputo ammaliare una platea sempre più ampia di gamer occidentali. Con Monster Hunter: World la software house giapponese aveva provato a rivolgersi a un pubblico ancora più vasto addolcendo alcuni degli spigoli del gameplay. Perché andare a caccia di mostri non è un mestiere facile e infatti la serie si è sempre contraddistinta per un livello di difficoltà piuttosto elevato, un sistema di combattimento che va addomestico e per meccaniche di gioco piuttosto profonde, che inizialmente tendono a spaventare i neofiti. Con Monster Hunter Rise per Nintendo Switch si torna invece alle origini e ci ritroviamo immersi in un ambiente potenzialmente mortale in cui dovremo ponderare assai bene ogni nostra azione.
A caccia di mostri in Monster Hunter Rise
Se non avete mai giocato ad alcun capitolo della saga Capcom, nessun problema: riassumeremo di seguito la sostanza. Scopo del gioco, ambientato in un peculiare mondo medievaleggiante abitato da grossi rettili simili a dinosauri e da veri e propri draghi (viverne, per essere precisi), sarà calarsi nelle pelli e nei corpetti protettivi di un cacciatore di mostri che intende fare carriera in questa pericolosissima professione. Si inizia ovviamente da zero, mal equipaggiati e male armati. I nostri primi obiettivi saranno dunque paciosi erbivori.
Affettare mostri è indispensabile, perché dalle loro pelli e le loro carcasse è possibile ricavare scudi, armi e armature. Si crea così un circolo vizioso che ci vedrà cacciare un numero sempre crescente di mostri per avere i materiali adatti a potenziare il nostro cacciatore. E più sarà potente, più bestie potrete passare per le armi, dirigendo la nostra attenzione a creature che all’inizio ci avrebbero incenerito solo con lo sguardo. D’altro canto le creature più potenti ci lasceranno in eredità materiali d’ottima qualità con cui realizzare accessori affilatissimi e resistentissimi… e così via in un circolo vizioso capace di assorbirci per intere giornate.
Resta da dire che, rispetto alla maggior parte dei giochi che permettono di saccheggiare le carcasse dei nemici, la serie Capcom presenta una particolarità: le risorse vanno prese durante il combattimento. Potrebbero per esempio servirci la coda di un rettile, i suoi denti o le sue corna: dovremo strappargliele mentre lo affronteremo, dirigendo i nostri colpi sulle parti interessate. Particolare, questo, che rende tutto ancora più complesso, dato che ogni mostro va affrontato con una strategia precisa, evitando di corrergli incontro a testa bassa, ma al contempo dovremo tenere a mente che servirà indirizzare gli attacchi soprattutto su zone precise del corpo. Che ovviamente difenderà con le unghie e con i denti (ma pure con le fiamme, col veleno e scagliandoci contro parti dello scenario, a seconda del bestio).
Attenzione a non diventare il pranzetto di Magnamalo
Monster Hunter Rise si apre nel placido villaggio di Kamura, un borghetto che pare provenire direttamente dal giappone feudale, delicatamente arroccato tra i monti. La sua esistenza è minacciata dai mostri: ogni 50 anni aumentano improvvisamente di numero e, guidati dal più potente, il Magnamalo, commettono incursioni devastando qualsiasi cosa si trovi al loro cospetto. Guidati dalle sagge direttive del capovillaggio, l’anziano Fugen, starà a noi comprendere cosa si nasconde dietro questa misteriosa routine comportamentale. Rispetto agli altri MH, Monster Hunter Rise non dà solo maggior peso alla sinossi ma, grazie a questa, presenta modalità inedite.
Su tutte le Missioni Furia, che, prendendo appunto il là dalla trama, vi chiederanno di proteggere il villaggio dalle incursioni dei mostri, trasformando il tutto in un vero e proprio tower defense. Il villaggio infatti presenta una serie di porte e noi dovremo sopravvivere all’orda assicurandoci che almeno l’ultima resti in piedi.
Dal momento che questo genere di missioni diverse dal solito richiedono un minimo di strategia e rappresentano una ventata d’aria nuova, dobbiamo ammettere di averle apprezzate parecchio, anche se in single player rischiano di ripetersi abbastanza velocemente. Meglio affrontarle allora in compagnia di più amici, così da spartirsi anche le zone della mappa da sorvegliare e difendere.
Il Felyne non è più il miglior amico del cacciatore
Altre due sono le novità di spicco di Monster Hunter Rise: la possibilità di farsi accompagnare da un Canyne, ovvero un gigantesco cagnolone che andrà ad affiancarsi ai già noti Felyne seguendoci in missione e quella di cavalcare le viverne selvagge. Ma andiamo con ordine. I Canyne sono utilissimi: ci saranno una mano nei combattimenti e, soprattutto, costituiranno la nostra cavalcatura.
Capaci di andare ovunque e su qualsiasi terreno e pendenza, mentre saremo in groppa di questo affettuoso quadrupede potremo preparare pozioni, affilare le armi e nutrirci: tutte azioni che un tempo avrebbero richiesto di fermarsi (in un luogo sicuro) e perdere tempo prezioso. I rodei sui mostri sono invece ancora più divertenti: capiterà spesso che due creature dello sterminato bestiario di Monster Hunter Rise inizino a litigare. Se saremo tempestivi potremo cavalcarne una per qualche istante e sfruttare la sua forza bruta per indebolire l’altra, regalandoci un senso di onnipotenza incredibile.
Insomma, avrete inteso che di carne al fuoco ce ne è davvero molta. E sappiate che altrettanta è stata lasciata volutamente fuori da questa recensione, che voleva limitarsi a rappresentare una carrellata delle principali caratteristiche di Monster Hunter Rise. Al pari di tutti gli altri capitoli, troviamo ancora una volta un sistema di combattimento complesso e profondo, che non solo cambierà diametralmente a seconda dell’arma imbracciata, ma che richiederà tempo per essere compreso e padroneggiato.
Il comparto tecnico è stato ovviamente ridimensionato rispetto a Monster Hunter World e questo perché Nintendo Switch non è potente come le piattaforme rivali, in compenso Capcom ha svolto un lavoro sopraffino e, al netto di qualche texture un po’ piatta, le animazioni sono ottime e il gioco scatta solo in alcuni frangenti piuttosto saltuari.
Allo stesso modo, pure i livelli sono più piccini di Monster Hunter World, ma risultano anche più godibili, ovvero strutturati con maggiore intelligenza (si esplorano anche in verticale) e senza “zone morte” messe lì tanto per allungare il brodo. Insomma, correte a lucidare il vostro equipaggiamento, perché la stagione ha inizio e, a partire da oggi, il Nintendo Switch potrà godere sulla presenza di un capolavoro in più che arricchirà la sua sempre più interessante e variegata ludoteca.