Una software house australiana ci strappa un biglietto di sola andata per l’isola… il problema è che bisogna anche tornare indietro di 18 anni
Alzi la mano chi si ricordava di TY. Questo eroe videoludico tutto australiano, che si aggira per l’Australia e che è stato sviluppato da australiani DOC (i ragazzi di Krome Studios: probabilmente stanno al PC a programmare tra una gara di surf e l’altra…) apparve per la prima volta sulle console dell’epoca – Nintendo GameCube, Xbox e PlayStation 2 – ben 18 anni fa. Tantissimi, soprattutto in ambito videoludico. Sebbene, come i vostri sguardi indifferenti dovrebbero far intuire, la tigrotta della Tasmania non abbia lasciato chissà quale segno del suo passaggio nel mondo dei videogame, riuscì comunque a dare vita a una serie che conta ben quattro capitoli e c’è anche chi spera arrivi presto un quinto. Se ve la siete persa, su Nintendo Switch sono appena arrivati i primi 2: Ty the Tasmanian Tiger HD e TY la Tigre della Tasmania 2: la Banda del Boomerang HD.
Chiariamo subito una cosa, più che remake, abbiamo per le mani veri e propri porting per console maggiori, in quanto la mole poligonale è grossomodo rimasta inalterata mentre sono state tirate a lucido le texture, si è aperta la via alla compatibilità con gli schermi panoramici e troviamo qua e là qualche effetto speciale migliorato, soprattutto in termini di ombre e riflessi. Di contro a occhio non siamo sempre sui 60fps, forse nemmeno mai…
Nella sostanza, però, Ty the Tasmanian Tiger HD e TY la Tigre della Tasmania 2: la Banda del Boomerang HD ripropongono il medesimo impianto tecnico dei primi anni 2000. E a essere del tutto onesti, nemmeno all’epoca, quando debuttarono, fecero stropicciare gli occhi per la qualità grafica.
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Questo significa che entrambi i titoli sono consigliati più a coloro che giocarono gli originali (o che adorano i titoli di qualche decade fa) che per tutti quei videogiocatori in cerca di prodotti in grado di tirare fino allo stremo delle forze l’hardware su cui girano.
Anche a livello di meccaniche di gioco, siamo dalle parti di titoli che andavano forte soprattutto 20 anni fa. Un po’ Croc (qualcuno se lo ricorda ancora?), un po’ Crash, ma soprattutto un po’ Super Mario e un po’ Banjo, Ty the Tasmanian Tiger HD e TY la Tigre della Tasmania 2: la Banda del Boomerang HD chiedono al giocatore di peregrinare lungo stage 3D, ora veri e propri corridoi da percorrere in profondità, ora ambientazioni liberamente esplorabili, magari a bordo di un mezzo, raccogliendo una grande quantità di oggetti: alcuni serviranno per andare avanti col gioco, nella migliore tradizione mariesca, altri saranno collezionabili fini a se stessi.
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La più grande differenza tra Ty the Tasmanian Tiger HD e TY la Tigre della Tasmania 2: la Banda del Boomerang HD è la presenza, nel secondo (che a livello di sinossi ha inizio esattamente dove l’altro terminava) di un buon numero di mezzi pilotabili e di robottoni cavalcabili, che incrementano la natura spuria del gioco australiano.
Rispetto a tanti altri titoli dell’epoca, infatti, la particolarità di Ty risiedeva nel poter sventagliare continuamente i propri boomerang sul muso dei nemici, che lo rendeva quasi assimilabile a uno sparatutto in terza persona più che a un platform à la Mario o à la Banjo-Kazooie.
Tra sequenze su fuoristrada, altre a bordo di esseri volanti o alla guida di coloratissimi mech, dobbiamo ammettere che gli sviluppatori si erano sforzati di trovare la loro via all’interno di un genere, quello dei platform 3D, che soprattutto all’epoca era caratterizzato da una concorrenza molto agguerrita con pochi titoli di spicco, sviluppati per lo più dalla nipponica Nintendo o dalla britannica Rare.
In entrambi i casi, non si può dire che il tempo sia stato particolarmente galantuomo. Del resto, gameplay che già all’epoca potevano apparire un po’ rozzi e grossolani, oggi sono ancora più irsuti e spigolosi, esattamente come i poligoni del mondo di gioco del buon Ty. Si viene così scaraventati nelle mappe e abbandonati al proprio destino, con un livello di difficoltà che di tanto in tanto ha sbalzi d’umore improvvisi e costringe il giocatore ripartire più volte dal medesimo checkpoint.
Tutti difetti che due decadi fa erano all’ordine del giorno, soprattutto nelle produzioni meno note, ma che adesso possono indispettire più di un giocatore, soprattutto tra i più giovani. Per questo ci sentiamo di consigliare Ty the Tasmanian Tiger HD e TY la Tigre della Tasmania 2: la Banda del Boomerang HD soprattutto ai più vegliardi tra voi e a coloro che rimpiangono l’epoca dei grandi platform 3D: se vi siete persi gli originali, questa è un’ottima occasione per scoprire che le tigri della Tasmania non si sono affatto estinte ma godono anzi di una buona vitalità, tra un colpo di tosse del gameplay e un preoccupante scricchiolio dell’impianto tecnico…