Wizards of the Coast e Tuque Games rispolverano un marchio glorioso e provano ad allargare la platea di riferimento. Ce l’avranno fatta?
Per anni, il nome di Dungeons & Dragons è stato sinonimo di giochi di ruolo e, soprattutto, nerdaggini assortite. Famosissimo per diverse decadi, il marchio è divenuto via via sempre meno noto e sempre più di nicchia e da tempo si cercava l’occasione non solo per restaurarlo, ma anche per allargare la platea di interessati. Con la recensione odierna, tenteremo di capire se Dark Alliance è riuscito nell’impresa, dato che, nonostante il nome, è uno spin off in piena regola e appartiene a un genere di giochi molto diverso di quelli che abbiamo imparato a conoscere tra dadi, carte e pure qualche sparuta capatina nel mondo dei videogame.
Avventurandoci nella recensione di Dark Alliance
Disponibile su PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC con Windows 10, e sviluppato da Wizards of the Coast e Tuque Games, Dark Alliance è ovviamente ambientato nell’universo di Dungeons & Dragons ma si affida a un gameplay del tutto diverso da quello degli RPG.
Scelto infatti il proprio eroe tra Drizzt Do’Urden, Catti-brie, Bruenor e Wulfgar, ciascuno con uno stile di combattimento peculiare, bisognerà affrontare, cooperando con i propri amici in forsennati multiplayer, alcuni dei mostri più emblematici che peregrinano per il mondo fantastico di Forgotten Realms: giganti del gelo, beholder e draghi bianchi che pattugliano la Valle del Vento Gelido alla ricerca della Reliquia di cristallo.
Formato il proprio party d’eroi al Tumulo di Kelvin, il proprio campo-base, ha inizio il gioco, che è un hack ‘n’ slash brutale e senza fronzoli. Qualche settimana fa avevamo recensito Battle Axe, un titolo senza troppe pretese ma che voleva recuperare la magia dei videogiochi dei cabinati: ecco, se non fosse per la qualità grafica, anche Dungeons & Dragons: Dark Alliance potrebbe benissimo passare per un action furibondo, in cui bisogna affettare di continuo schiere su schiere di nemici.
Gli elementi ruolistici permangono solo nella personalizzazione del proprio avatar. Alla rivoluzione non è scampata nemmeno la gestione della visuale, non più a volo d’uccello, isometrica, ma alle spalle dell’eroe. Una soluzione adottata per rendere Dark Alliance ancora più frenetico, ma in sede di recensione dobbiamo dire che non ci ha affatto convinto, non riuscendo spesso a fornirci la ripresa migliore delle nostre gesta (soprattutto quando si è circondati da mostri), causando l’improvviso cambiamento di lock-on, che muta a seconda del nemico inquadrato. L’unica per non impazzire sembra imparare a giostrare le inquadrature manualmente, fattore, questo, alla base di parecchie imprecazioni soprattutto nel culmine delle battaglie più difficili.
Venendo a chiudere questa nostra recensione di Dark Alliance, dobbiamo ancora sottolineare come, mentre a livello stilistico la saga di D&D non potesse sperare in un restauro migliore, a livello grafico e tecnico il titolo non sia affatto privo di sbavature. Le locations tendono a riciclare un po’ troppi materiali e le animazioni di nemici ed eroi risultano spesso grossolane. Ma, soprattutto, Dark Alliance trascina con sé un difetto classico del genere cui appartiene: dopo alcune ore diventa incredibilmente ripetitivo e la longevità potrà essere garantita solo dalla cooperativa con gli amici. Tuttavia, dobbiamo ammettere che comporre il proprio party d’eroi e massacrare interi eserciti fantasy è davvero divertente, anche in questo “fratellino minore” di Baldur’s Gate.