Dagli anni Novanta uno dei titoli più amati di Square Enix
A volte ritornano. E sono più belli di quanto ci ricordavamo. Il lavoro che Square Enix ha fatto su Actraiser Renaissance non è una semplice opera di rimasterizzazione. Nell’RPG la software house giapponese famosa in tutto il mondo per la saga di Final Fantasy ha rispolverato un prodotto ideale per gli amanti dei videogiochi che richiedono lunghe sessioni di gameplay e coinvolgono con trame epiche e ricche di personaggi. In questo caso sono andati a ripescare un titolo molto famoso negli anni Novanta, con la stessa storia di bene e male che si scontrano per stabilire quale delle due forze riuscirà ad emergere. Può darsi ovviamente che alcuni di voi non l’abbiano mai sentito nominare. Ed è proprio per questo che la nostra recensione su Xbox Series X/S vi servirà o come ripasso o come primo incontro con un IP che ha i suoi buoni motivi per farsi avanti in questo autunno 2021.
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Actraiser Renaissance, la recensione
Il mondo di Actraiser Renaissance vede in avvio il dio della Luce sconfitto e dimenticato da tutti. Il demone Tanzra e i suoi sei Guardiani hanno preso il potere, condannando l’antico culto a cedere il passo al nuovo ordine di terrore. La resistenza, se così possiamo chiamarla, non è immediata e infatti l’inizio dell’avventura ha il via secoli dopo, quando tutto sembra ormai deciso. Il gameplay, a scorrimento orizzontale e con combattimenti in real time, ha luogo nelle sei Regioni, dominate dagli scagnozzi di Tanzra. Nella nuova edizione di Actraiser Renaissance Square Enix ha pensato (bene) di inserire sei eroi, figure schiacciate un tempo dai Guardiani e che ritrovano la forza per alzare la testa.
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L’aggiunta è quella che di gran lunga migliora lo spessore videoludico di Actraiser Renaissance. Non soltanto la storia ne esce con ancora più particolari, ma le inedite figure potranno anche essere sbloccate ed evocate alla bisogna dal dio. Come nel videogioco anni ’90, rimane una parte gestionale davvero interessante per un RPG: oltre al combattimento abbiamo una sorta di compito da divinità urbaniste. Ci spieghiamo meglio: nel mondo che attraversiamo non siamo soli e l’obiettivo è far sì che le persone e i fedeli ritrovino fiducia in noi (siamo il dio della luce, dopotutto). Ogni regione va ricostruita e a noi spetta la responsabilità di aprire i cantieri e fare strada a suon di poteri magici. Bisogna aumentare le difese, erigere torri, insomma fare in modo che tutto non vada di nuovo a rotoli. In questo caso siamo nel pieno del genere tower defense.
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Oltre alle missioni principali saranno i fedeli stessi a premiarci con fede in più nel momento in cui completeremo le loro quest secondarie. Dal punto di vista grafico non siamo certo qui per gridare al miracolo. Ci sono stati sì passi avanti, ma l’esperienza non è delle più fluide, soprattutto se avviata sulla next gen. Detto questo c’è più di un valido motivo per recuperare un’antica gloria o per scoprirla nel nuovo millennio.