Acchiappando mostriciattoli tascabili lungo la valle dei ricordi
Per moltissimi videogiocatori, Pokémon Diamante & Pokémon Perla sono stati i primi poké-titoli della loro carriera di allenatori. Arrivati nel 2006 su Nintendo DS hanno provato a innovare sfruttando sia il doppio schermo del bivalve giapponese, sia le potenzialità del nuovo hardware, che rispetto al GBA consentiva di utilizzare un po’ di poligoni. Ritrovare oggi, su Switch, un biglietto di sola andata per la regione di Sinnoh, farà felice moltissimi bimbi di ieri, oggi magari universitari se non neo laureati. E in effetti sarà un Natale all’insegna della nostalgia per tutti coloro che decideranno di acquistare Pokémon Diamante Lucente & Pokémon Perla Splendente, anche per motivi diversi da quelli che potreste immaginare, come proveremo a raccontarvi nella nostra recensione.
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Ormai da tempo, Nintendo e Game Freak hanno fatto intendere che la saga Pokémon procede su più binari paralleli: da un lato abbiamo gli episodi nuovi di zecca, come Pokémon Spada e Pokémon Scudo (a proposito, qui la nostra recensione) o il venturo Leggende Pokémon: Arceus, previsto per il 28 gennaio del prossimo anno, dall’altro gli spin off (è il caso di New Pokémon Snap o Pokémon: Let’s Go, Pikachu! e Pokémon: Let’s Go, Eevee! ) e nel mezzo ci stanno i remake.
Una collocazione mediana non casuale: come avremo modo di raccontare nella nostra recensione, Pokémon Diamante Lucente & Pokémon Perla Splendente si collocano a metà del guado in quanto presentano alcune innovazioni tipiche delle ultime avventure mentre ne prendono altre dagli spin off.
Due esempi su tutti: novità di questi episodi per Nintendo Switch saranno i Grandi Sotterranei (per poterli esplorare dovrete prima mettere le mani sull’Esplorokit, quindi abbiate un po’ di pazienza).
Rispetto al passato, in queste grotte avrete modo di visitare ampie zone in cui Pokémon rarissimi scorrazzano liberamente e appaiono sulla mappa, proprio come in Pokémon Spada e Pokémon Scudo. Non solo: anche qui potrete portare uno dei sei esemplari sempre con voi, come faceva Ash con Pikachu nel cartone, senza rinchiuderlo nella sua sfera Poké.
Si tratta di un lascito che arriva direttamente da Pokémon: Let’s Go, Pikachu! e Pokémon: Let’s Go, Eevee!. Ecco chiarito perché i remake si collocano a metà strada tra gli episodi nuovi e gli spin off, prendendo caratteristiche da entrambe le categorie.
Per il resto, abbiamo a che fare con un convincente remake dei titoli della quarta generazione Pokémon e diverse features arrivano proprio dagli episodi originali, a iniziare dai Pokémon differenti a seconda del sesso. Del tutto inedita (o meglio, nella saga è arrivata solo con Pokémon Sole e Pokémon Luna), la possibilità, a lungo invocata dagli Allenatori, di usare le MN indipendentemente dai mostriciattoli con sé. Per anni abbiamo infatti dovuto tenere con noi Pokémon che non ci piacevano solo perché sapevano mosse come ‘taglio’, ‘fossa’ o ‘volo’. Ecco, qui finalmente si cambia.
Qualche problema in più in fase di sviluppo deve invece averlo dato l’implementazione di tutte le feature del PokéKron (uno smartwatch ante litteram) che negli originali erano contenute nello schermo tattile: alla fine lo sviluppatore incaricato da Nintendo di fare il remake, il semisconosciuto ILCA di Takuya Iwasaki, ha optato per richiamarle in un quadratino dello schermo. Non ci fa impazzire, ma effettivamente non c’erano altri modi, essendo lo Switch una console strutturalmente diversa dal DS.
A margine dell’avventura principale, fatta al solito di incontri fortuiti con professori che ci prenderanno subito in simpatia, improponibili scagnozzi malavitosi che ci prenderanno subito in antipatia e un rivale che ci tallonerà continuamente, si trovano ancora le gare di bellezza, qui Super Gare-show, che ci chiederanno di sfoggiare le mosse da battaglia per impressionare pubblico e giurati così da primeggiare in cinque categorie: Classe, Grazia, Bellezza, Grinta e Acume, con tanto di balletti.
La recensione di Pokémon Diamante Lucente & Perla Splendente volge al termine
Insomma, come avrete capito da questa recensione, Pokémon Diamante Lucente & Perla Splendente si posizionano in “mezzo” non solo come categoria, a metà strada tra le novità degli spin-off e quelle degli episodi nuovi, ma anche con riferimento alle feature introdotte.
Se vi aspettavate chissà quali rivoluzioni, resterete delusi: chi ha iniziato ad allenare mostriciattoli con Spada e Scudo probabilmente resterà persino frastornato. Del resto il gameplay e le limitazioni sono quelle del 2006. Se si escludono quindi i Pokémon di altri episodi catturabili nei Grandi Sotterranei con meccaniche provenienti da Spada e Scudo, la possibilità di portarsi dietro il mostriciattolo preferito che ci seguirà scodinzolante e il fatto di ricorrere alle varie MN senza avere in squadra il bestio che le conosce, i titoli in uscita oggi, 19 novembre 2021, su Nintendo Switch sono tali e quali al passato.
Naturalmente, l’aspetto che è stato rivisto da zero è quello tecnico. Graficamente parlando, Pokémon Diamante Lucente & Perla Splendente sono adorabili, con quel loro stile chibi già visto e apprezzato in Pokémon: Let’s Go, Pikachu! e Pokémon: Let’s Go, Eevee!.
La palette cromatica, poi, è a dir poco deliziosa. Se avevamo aspramente criticato Spada e Scudo per la pochezza grafica che aveva reso le varie mappe un po’ tutte uguali e desolate, con questo stratagemma ILCA è riuscita invece a proporre qualcosa che lo Switch gestisse bene, strizzando nel contempo l’occhio allo stile degli episodi originali per Nintendo DS.
Il pacchetto è insomma questo e la sua distribuzione in tempo per Natale lo rende, maliziosamente, qualcosa che è consapevole di giocare sul fattore nostalgia per spingervi all’acquisto. Alcuni eccepiranno che le novità sono troppo poche e non reggono il confronto con quelle di Spada e Scudo, altri faranno notare che la quarta generazione di Pokémon è quella già della fase calante per inventiva e simpatia dei mostriciattoli…
Non possiamo smentire alcuna critica. Ci limitiamo però ad aggiungere che alle nuove features già elencate c’è pure l’inedito Parco Rosa Rugosa, utile a dare la caccia a Pokémon leggendari di altri capitoli, in un modo che non vogliamo svelarvi ma che vi richiederà di girare a lungo per Sinnoh. E questo, forse, dovrebbe bastare, da solo, a spingere all’acquisto un vero allenatore.