Stop alla disparità di genere nei libri di scuola: ecco il manifesto della casa editrice Zanichelli per eliminare le espressioni sessiste: smontare le abitudini e disinnescare gli stereotipi, e ogni forma di discriminazione dalle sue pubblicazioni. Le dieci linee guida
“Vorremmo che le nostre pubblicazioni contribuissero a superare una visione del mondo stereotipata, con ruoli predeterminati dall’appartenenza a un genere, a un’etnia o da diverse abilità. Per questo, abbiamo stilato delle linee guida che ci aiutino a restituire la visione di un mondo plurale, in cui ciascuna persona possa costruire la propria identità e il proprio futuro con maggior libertà di pensiero”. Si legge sulla pagina web del progetto: Obiettivo 10 in parità.
Una necessità nata all’interno della squadra editoriale della casa Editrice Zanichelli, e subito condivisa dal gruppo di lavoro. Il progetto è iniziato prima con uno studio approfondito sulla tematica, poi con la formazione tuttora in corso, e poi con la stesura delle linee guida che serviranno da basi per la scrittura di testi scolastici da 10 in parità di genere. Il progetto è stato inoltre valorizzato da interventi di esperti noti in materia come Luisa Carrada, Vera Gheno, Francesca Faenza, Federico Faloppa.
Trasformare le pagine in un luogo di raccolta di consigli ed esempi virtuosi per azzerare la disparità di genere, consapevoli che noi tutti abbiamo davanti ancora un lungo cammino.
Smontare le abitudini e disinnescare gli stereotipi
Diversi studi dimostrano che le ragazze e le donne risultano ancora svantaggiate in molti ambiti della società. Rappresentare la diversità attraverso il linguaggio – testuale e visivo – è un compito complesso: serve un livello di attenzione molto alto per smontare le abitudini e disinnescare gli stereotipi. Un percorso di studio e formazione, tuttora in corso, che ha portato il team di lavoro della casa Editrice Zanichelli a stilare un decalogo fatto di 10 punti chiave:
- Evitiamo gli stereotipi
- Rappresentiamo in modo paritario i generi
- Evidenziamo il contributo di tutti i generi al sapere
- Usiamo un linguaggio inclusivo
- Risolviamo i problemi specifici di ogni disciplina
- Condividiamo queste linee guida con autori, autrici e con chi lavora con noi
- Prevediamo una fase di controllo dedicata alla parità di genere
- Ci aggiorniamo con continuità
- Analizziamo periodicamente i nostri libri
- Oltre la parità di genere: rispecchiamo nei libri la varietà del mondo
10 in parità – linee guida per la parità di genere
- Evitiamo gli stereotipi
Evitiamo gli stereotipi di genere e tutto ciò che può rinforzarli, nei testi e nelle immagini. Vogliamo restituire una visione del mondo in cui non esistono lavori, sport, attività, talenti, gusti ed emozioni “da maschi” o “da femmine”.
- Rappresentiamo in modo paritario i generi
Contiamo quante presenze femminili e maschili ci sono nel testo, nelle immagini, negli esercizi. E poi ci domandiamo: chi sono? Cosa fanno? Hanno un ruolo professionale? È un ruolo di responsabilità o potere? Quando inventiamo storie, come nei libri di lingue o negli esercizi di matematica in contesto, controlliamo che le presenze maschili e femminili si dividano in modo equo, per esempio, ruoli di responsabilità e funzioni di cura.
- Evidenziamo il contributo di tutti i generi al sapere
Presentiamo il contributo di donne e uomini alla conoscenza in tutte le discipline. Quando non è possibile non lo diamo per scontato: cerchiamo di spiegare perché c’è una disparità. Le donne hanno avuto a lungo un ruolo di secondo piano nella vita produttiva; nella storia le donne artiste, scienziate, letterate e le donne di potere sono state molto meno numerose degli uomini, o comunque meno note: riflettere su questo fatto aiuta a mettere in prospettiva l’evoluzione della condizione femminile nella nostra società.
- Usiamo un linguaggio inclusivo
Cerchiamo di non rivolgerci a chi legge al maschile, di non indicare le categorie professionali solo al maschile; evitiamo di usare “uomo” come sinonimo di “essere umano”.
- Risolviamo i problemi specifici di ogni disciplina
Facciamo attenzione a rappresentare la diversità in modo specifico per ciascuna disciplina, sforzandoci di superare automatismi narrativi che danno per scontati punti di vista o assenze. In arte e in letteratura, per esempio, diamo conto della rappresentazione del mondo dal punto di vista delle donne; in storia discutiamo della condizione delle donne nelle società e portiamo in luce il loro contributo agli eventi storici; in biologia trattiamo il corpo umano rappresentando in modo paritario l’organismo femminile e quello maschile, e approfondiamo argomenti come la medicina di genere. Ogni disciplina ha aspetti su cui è possibile agire per ampliare la nostra capacità di comprendere il mondo.
- Condividiamo queste linee guida con i nostri autori, le nostre autrici e con chi lavora con noi
I libri sono frutto del lavoro di autrici e autori e di una squadra editoriale che deve agire all’unisono. Per questo condividiamo queste linee guida con chi scrive e con chi illustra, e organizziamo corsi di formazione per chi collabora con la nostra casa editrice.
- Prevediamo una fase di controllo dedicata alla parità di genere
Nel nostro flusso di lavoro abbiamo una fase di controllo di contenuti e linguaggio dedicata in modo esplicito alla parità di genere. Gli aspetti da considerare sono molti: per questo abbiamo previsto una lista di controlli da applicare in vari punti della lavorazione.
- Ci aggiorniamo con continuità
Organizziamo occasioni di formazione per affinare il nostro approccio alla parità di genere nei testi e nei contenuti digitali.
- Analizziamo periodicamente i nostri libri
Annualmente facciamo il punto: chiediamo a persone esperte di analizzare alcune delle novità pubblicate, per rilevare in modo quantitativo e qualitativo la parità nella rappresentazione dei generi e l’eventuale presenza di stereotipi e antistereotipi.
- Oltre la parità di genere: rispecchiamo nei libri la varietà del mondo
Rappresentiamo nei testi e nelle immagini la varietà della nostra società. Disabilità, diverse età e condizioni sono parte del mondo che descriviamo nei nostri libri. I nomi di persona che usiamo, i regimi alimentari che raffiguriamo e la varietà generale che includiamo nei nostri testi sono solo alcuni aspetti con cui cerchiamo di restituire una società più reale e inclusiva.
La grande bonifica di Luisa Carrada
Ecco un estratto dei contenuti della business writer Luisa Carrada che ha contribuito alla realizzazione del manifesto: “Cara Luisa, benvenuto!”.
“Oggi mi chiedo come abbia fatto a non accorgermi per tanti anni che per il mercato ero un puntino indistinto in un mare di maschi. L’illuminazione è piombata su di me sotto la forma della newsletter della mia banca: «Gentile Cliente, vuoi essere sempre sicuro che i tuoi dati siano protetti?». Sicuro? Mi è scattato subito il pensiero: «Ma io sono una signora!», anzi una signora indignata. Quella signora indignata per lavoro faceva la business writer e come tale scriveva testi web, lettere e newsletter destinati a clienti dei suoi clienti. Le è preso un colpo e si è guardata allo specchio. Lì per lì si è un po’ rincuorata: «Dai Luisa, tu cose così tremende non le scrivi». Ma ormai cominciava a vedere maschili sovraestesi dappertutto e a provare sempre più fastidio. E siccome prima che una professionista si considerava una normalissima cliente e cittadina, pensò che quel fastidio lo provavano sicuramente milioni di altre signore e ragazze. Così è cominciata la “grande bonifica”: il maschile sovraesteso andava prima di tutto aggirato. Mi sono accorta che non era poi così difficile, bastava pensarci per accorgersene: la soluzione seguiva e pian piano mi sono ritrovata con un paniere di soluzioni”.
L’intero manifesto lo trovate sul sito del programma “Obiettivo 10 in parità: 10 linee guida per promuovere la parità di genere nei libri”.
La nostra lingua ha a che fare con la questione di genere. Le parole che scegliamo di usare inquadrano il nostro modo di pensare (e agire), e forgiano quello delle bambine e dei bambini, prossime generazioni per il mondo che verrà.
“La grammatica si può imparare anche se la mamma legge (e non cucina) e il papà apparecchia la tavola”.