In Italia si allarga il mercato secondario dell’equity crowdfunding con Cfm Board, bacheca elettronica per lo scambio di quote societarie appena lanciata da CrowdFundMe. Un’evoluzione importante per un settore che in Italia sta crescendo, poiché favorisce la liquidità dei prodotti finanziari collocati dal portale. Cfm Board è uno strumento che consente agli investitori che hanno acquistato quote o azioni di emittenti di CrowdFundMe, in aumento di capitale, di pubblicare delle offerte per rivenderle online, consentendo la compravendita di partecipazioni in società che non sono ancora quotate in Borsa. Gli investitori possono così monetizzare i propri asset, liquidando le partecipazioni in portafoglio.
Un mercato agli albori
Da chiarire subito: quello della compravendita di quote societarie nell’equity crowdfunding in Italia è un mercato agli albori. Ma molti cominciano a pensarci. Anche Equity Hub, il portale recentemente lanciato da Innexta e Camera di commercio di Milano che segnala le campagne di crowdfunding in corso e già concluse, metterà in luce anche le quote azionarie scambiate. Fine ultimo: aumentare la liquidità di un mercato che sempre più sta diventando interessante per i portafogli dei Millennials: “Le persone sono sempre più interessate a investire in economia reale – commenta il fondatore di CrowdFundMe Tommasso Baldissera -, se si crea un circolo virtuoso con la costante proposta in piattaforma di società valide questo si autoalimenterà, così come la compravendita di quote secondarie. Il nostro investitore medio ha 38 anni: stiamo andando a educare le nuove ricchezze”.
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Ma attenzione: nel mercato secondario dell’equity crowdfunding quelle esistenti a oggi sono solo bacheche: “Il trade finale – continua Baldissera – non è in mano alla piattaforma, dove avviene soltanto l’incontro tra domanda e offerta”. Oltre a CrowdFundMe, in Italia, sono attive anche le bacheche di Crowdarena e Backtowork 24.
Nessuna di queste segue però l’evoluzione delle trattative e il prezzo di vendita delle quote o azioni viene stabilito a discrezione dell’offerente. Per consentire il trading, infatti, è necessario essere una Sim e nessuna di queste società lo è. CrowdFundMe sta riflettendo, alla luce dei dati che raccoglierà, se evolversi in questa direzione: “Le uniche Sim autorizzate ad operare come mercati di compravendita diretta, incrociando domanda, offerta, prezzi e quantità, in Italia sono Borsa Italiana e Hi-mtf, ma sono entrambe molto lontane dal mondo startup e pmi innovative. Se questo mercato, come sembra, comincia a piacere faremo un ragionamento per andare a interagire ulteriormente”.
La situazione europea
Anche in Europa la liquidità nel settore dell’equity crowdfunding è ancora limitata. Il caso emblema preso ad esempio – anche dalla stessa CrowdFundMe – è Seedrs, storica piattaforma britannica, che ha lanciato nel 2017 il suo mercato secondario: “Il 2020 è stato un anno importante per il mercato con transazioni secondarie superiori a 1 milione di sterline in un solo mese per la prima volta e un totale oltre i 5 milioni di sterline in transazioni su 14.000 lotti di azioni in aziende che coprono la stragrande maggioranza del nostro portafoglio”, commenta Joel Ippoliti, Chief Product Officer.
Il mercato secondario dell’equity crowdfunding di Seedrs è aperto alle transazioni una settimana al mese, ma chi vende può postare le proprie offerte a mercato chiuso. Solo le società che hanno chiuso con successo almeno una campagna su Seedrs sono ammesse. Il prezzo di riferimento non è influenzato dalle transazioni, ma solo dal valore definito da Seedrs in base al “fair value” della società, definito in base al valore post money dell’ultima campagna su Seedrs.
Mercato secondario dell’equity crowdfundin: opportunità aperte
In Italia le modifiche apportate da Consob nel 2019 al Regolamento dell’Equity Crowdfunding permettono alle piattaforme, appunto, di aprire delle bacheche in cui pubblicare annunci di compravendita quote. Ma non consentono loro di ospitare e trarre profitto dalle transazioni. “A oggi abbiamo registrato un forte interesse, considerando anche le settimane di fase beta, sono stati pubblicati 229 annunci di vendita e abbiamo ricevuto 227 allerte di acquisto, con, stimiamo, decine di transazioni concluse o in via di definizione”, commenta Baldissera.
“Stiamo studiando – aggiunge – se far evolvere CFM in una società finanziaria più articolata verticale sul fintech, aggiungendo ulteriori servizi ed estendendo la gamma di strumenti offerti, permettendo agli investitori di investire direttamente in una vasta gamma di opportunità di investimento, altrimenti inaccesibili, diversificando il proprio portafoglio e sostenendo così l’economia reale. Stiamo procedendo passo a passo. La sottoscrizione di minibond è un tassello, questa bacheca un altro. Siamo in fase di indagine, ma il primo impatto è molto positivo”.