Alessio Nittoli, esperto SEO e Antonio Cappiello, ingegnere deep learning, hanno sviluppato una IA che permette di superare la “sindrome del foglio bianco”
Non è sempre facile trovare la giusta ispirazione e non tutti se la cavano bene con le parole. Soprattutto quando si deve scrivere una lettera (email?) d’amore. Ma nel 2021 non bisogna per forza trovare un amico che si diletti in rime – rigorosamente baciate – e sonetti, per scrivere una lettera carica di passione alla propria bella. In assenza di un Cyrano in carne e ossa, può entrare in gioco l’intelligenza artificiale. StartupItalia ha incontrato due giovani imprenditori: Alessio Nittoli, esperto SEO e Antonio Cappiello, ingegnere deep learning. Assieme hanno fondato la startup Atmos Media che ha appena lanciato un bot in grado di suggerire idee a chi deve confrontarsi con un testo da scrivere: NeuralText (qui il sito).
E al fin della licenza io non perdono e tocco
Dato che siamo proprio sotto San Valentino abbiamo chiesto ai ragazzi di Atmos Media di mettere alla prova la loro intelligenza artificiale con una lettera d’amore che indirizzeremo a una ipotetica Genoveffa. Come se l’è cavata? Meglio di tanti spasimanti con le gambe che fanno Giacomo-Giacomo e le farfalle nello stomaco. Il risultato (anzi, i risultati: NeuralText ne propone sempre più d’uno) è qui sotto e potete valutarlo voi stessi.
Normalmente però NeuralText fa cose più serie, come ci racconta Antonio (28 anni): “L’idea ci è venuta a Natale del 2019. Volevamo creare un tool che aiutasse con la stesura automatica dei pezzi in particolar modo chi ha un background umanistico e non matematico – ingegneristico”.
Cosa fa NeuralText
Se dobbiamo immaginarlo come un robottino, figuriamoci allora NeuralText come una sorta di piovra meccanica: tanti bracci e ciascuno con una penna. Perché sono davvero tante le funzioni, ognuna rispondente un tool. In pochi clic l’IA può dare idee e spunti per un piano editoriale, per riempire di contenuti un sito o un blog e persino fornire l’attacco di un pezzo partendo dal titolo: “In questo modo aiutiamo i copywriter e i content editor a combattere la sindrome del foglio bianco”, racconta scherzando Alessio (27 anni).
NeuralText è studiato appositamente per le startup che vogliono comunicare sul web ciò che fanno e non hanno abbastanza personale (e soldi) per riuscire a stare dietro a tutto: “Molti nostri clienti – continua sempre Alessio – ci hanno contattato dicendo che grazie all’intelligenza artificiale è come avere un dipendente in più”. Oltre a scrivere gli incipit dei testi, può pure realizzare copy e slogan pubblicitari, campagne Google Ads e persino dare spunti al reparto sales individuando le caratteristiche salienti del prodotto che devono vendere e la platea di riferimento. E, in più, crea anche report e presentazioni in vari formati.
Il rischio fake news
Ogni tanto anche NeuralText inciampa, lasciandosi andare a uno svarione grammaticale o a risultati di dubbia efficacia, ma come ci ha spiegato Antonio: “Oltre ai limiti tecnologici, comunque non volevamo creare qualcosa che sostituisse l’uomo, ma uno strumento che gli suggerisca spunti e idee”. Il lavoro creativo resta esclusivo appannaggio del nostro cervello, ma potremo svolgerlo con maggiore rapidità assemblando contenuti con i ‘blocchi testuali’ e gli spunti suggeriti dall’IA. Non c’è invece la possibilità di chiedere a NeuralText di elaborare un pezzo completo. Un limite ben noto ad Alessio, lo sviluppatore: “Non vogliamo che si abusi dell’algoritmo, quindi abbiamo deciso di suddividere le sue potenzialità in più tool, in modo da limitare il proliferare selvaggio di contenuti senza controllo e soprattutto la creazione di fake news, che stiamo tutt’ora contrastando per mezzo di vari tipi di filtri”.
Un’altra feature gradita del bot, sviluppato in piena pandemia dai due ragazzi distanti centinaia di chilometri, è la possibilità di analizzare i primi 30 articoli individuati da Google sul tema che abbiamo scelto con i suggerimenti del caso che ci possono aiutare a ‘copiare dai migliori’ e avere qualche speranza di posizionarci meglio sul più noto e usato motore di ricerca. Nelle analisi di NeuralText figurano anche la struttura dei singoli pezzi e le fonti cui attingono.
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“Più si è precisi nell’input più la macchina sarà raffinata nei risultati”, precisa Alessio, che poi ci spiega la battaglia di algoritmi dietro tutto ciò: “Google da parte sua affina sempre di più le sue macchine per fare emergere solo testi con un idoneo contesto semantico: qualche anno fa bastava individuare le giuste parole chiave e ripeterle più volte nel proprio contenuto”. Quindi gli algoritmi che vogliono emergere su Google dovranno continuare a studiare, o aiutare il proprio compagno di lavoro umano a fare il testo migliore possibile. Noi preferiamo questa seconda via. Ma per le lettere d’amore, se proprio non vi viene in mente niente da scrivere, piuttosto limitatevi a dei fiori.