Il Ceo Toffoletto: “La burocrazia deve snellirsi e in fretta se vogliamo che l’Italia sia un terreno fertile per le idee di domani”
Il colpo di spugna del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso del Consiglio nazionale del Notariato contro la procedura di costituzione e iscrizione delle startup innovative per via informatica e senza il ricorso al notaio sta facendo mugugnare l’intero mondo delle startup, che ha vissuto la pronuncia dei magistrati amministrativi come un vero e proprio passo indietro nel delicato iter di creazione della propria realtà imprenditoriale.
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Passo indietro che giunge in un momento molto delicato per l’economia italiana nel quale l’iniziativa economica privata dovrebbe essere incentivata e non ostacolata e che si pone perfino in contrasto con le richieste dell’Unione europea di sfruttare i fondi del Next Generation Eu per finanziare la digitalizzazione della pubblica amministrazione italiana. Tra chi critica maggiormente la decisione del Consiglio di Stato anche il numero 1 della startup Lexdo.it Giovanni Toffoletto, attiva proprio in ambito legale.
“Secondo la direttiva UE 2019/1151, entro il 1° agosto 2021 in tutta Europa dovrà essere possibile aprire una società qualsiasi (non solo le startup) completamente online. Questa è l’occasione per allineare il nostro Paese allo standard internazionale e superarlo”, ha dichiarato Toffoletto che non ha perso l’occasione per rimarcare come “L’attuale procedura di costituzione di startup online” fosse comunque “estremamente complessa e inefficiente”, tanto che molti imprenditori continuassero comunque a rivolgersi al notaio per la costituzione.
“Un Paese avanzato come il nostro non può tollerare che una procedura così venga considerata un passo avanti. Da ‘startupper’ penso che l’Italia si meriti di meglio e che debba fare molto di più con estrema urgenza”. Quanto alla nuova procedura, Toffoletto ha auspicato che sia “unica per tutto il territorio nazionale con un unico punto di contatto, senza ingolfare gli enti locali e le singole Camere di Commercio con procedure complesse e difficili da attuare. Questo vorrebbe dire essere un Paese moderno che veramente dà la possibilità a un imprenditore di lanciare un progetto innovativo. Creare una nuova impresa è una delle sfide più ardue che si possa affrontare. La burocrazia deve snellirsi e in fretta se vogliamo che l’Italia sia un terreno fertile per le idee di domani”.