In collaborazione con |
Le multinazionali tedesche che partecipano all’iniziativa per l’open innovation della Camera di Commercio Italo-Germanica fanno il bilancio della loro storica partecipazione. E anticipano i temi che presenteranno nel corso dei prossimi reverse pitch il 23 giugno
Due conferme, una new entry: saranno Bosch, Siemens e Boehringer Ingelheim i tre top-player che lanceranno la sfida alle startup e alle PMI nella quarta edizione di Business Meets Innovation, l’iniziativa di AHK (Camera di Commercio Italo-Germanica) che anche nel 2021 rilancia l’impegno a sostenere l’open innovation in chiave tecnologica. Due aziende che sono punto di riferimento nei rispettivi settori – parliamo di meccanica, automotive, elettronica, tutto rigorosamente allo stato dell’arte – e una novità, che consente di far capolino per la prima volta nel settore della salute e del pharma: parliamo dunque della nuova edizione di BMI, che aprirà la competizione a nuove startup che fanno capo ad altri settori industriali il prossimo 23 giugno. Ma, come abbiamo scoperto chiacchierando con i top-player (vecchi e nuovi), ci saranno comunque alcuni punti in comune tra le challenge che si preparano a sottoporre alla community dell’ecosistema innovazione.
Parole d’ordine: partnership e open innovation
La prima cosa da sottolineare, parlando di Business Meets Innovation, è l’attenzione e la dedizione con cui le aziende coinvolte – i cosiddetti top-player – si dedicano allo sviluppo di questa competition: a una semplice richiesta di avere qualche informazione in più per presentare al meglio la nuova edizione 2021 hanno reagito tutte con estremo entusiasmo, mettendosi a disposizione per una chiacchierata e coinvolgendo tutto il management fino ai vertici (CEO compresi). È un segno tangibile della qualità dei risultati delle edizioni precedenti e dell’interesse scaturito di conseguenza per questa quarta edizione.
“La mia esperienza è stata eccezionale – ha raccontato a StartupItalia Roberto Pagani, Head of Business Development Smart Infrastructure di Siemens Italia – Una delle startup con la quale siamo entrati in contatto ha sviluppato per noi una serie di protocolli per inserire le loro soluzioni per la domotica e gli assistenti vocali in un nostro prodotto: oggi quel prodotto fa parte stabilmente del nostro portfolio. La soluzione è talmente innovativa da essere stata compresa nel cosiddetto eco-bonus”. Dello stesso avviso il suo collega Enrico Magrin, che è invece Head of Business Development Digital Industries: “Ciò che può fare per noi la differenza è entrare in contatto, in questa occasione, con delle startup con le quali costruire delle partnership: lavorando insieme per proporre ai nostri clienti soluzioni che comprendano la loro tecnologia, anche grazie a quelle competenze e capacità che spesso nel loro caso sono uniche”.
Uno dei due leader di Bosch Italia, il VP Finance and Controlling Bosch Georg Wahl, si spinge se possibile anche oltre: “L’effetto del circolo virtuoso di BMI è rendersi conto che mettere insieme le forze produce un risultato superiore alla somma dei fattori: in un certo senso è come se 1 più 1 facesse 3, senza contare che un altro fattore positivo è anche l’opportunità di comprendere quali sono i trend emergenti. Sia all’interno dell’azienda, in fatto di esigenze di business, che all’esterno”. D’accordo con lui il suo collega, Fabio Giuliani, General Manager di Bosch in Italia e Grecia: “Mi piace ripartire dal nostro motto aziendale: tecnologia per la vita. Da sempre siamo un’azienda che sviluppa tecnologia, ma abbiamo anche capito che qualsiasi cosa pensiamo o produciamo può essere potenziata quando si allarga lo sguardo all’esterno. E nel tempo questa dinamica si è fatta sempre più vincente, perché le esperienze a cui attingere sono variegate e non più limitate ad aspetti geografici: un vero e proprio amplificatore delle possibilità”.
Un discorso analogo a quello che fa anche la new-entry Boehringer Ingelheim, arrivata nel 2021 a unirsi a BMI e che attraverso la voce del Country Managing Director, Morena Sangiovanni, evidenzia ulteriormente come il percorso industriale tracciato a livello internazionale passi anche attraverso l’open innovation. “Boehringer Ingelheim è fortemente impegnata nello sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative – ci ha raccontato – In questo contesto sono fondamentali l’attenzione e l’ascolto dei bisogni di salute e l’importanza di guardare le nuove necessità, per una presa in carico della salute a 360 gradi, ripensando e ricercando nuove competenze per affrontare le sfide future. Per questo riteniamo che il progetto Business Meets Innovation sposi quel bisogno e quella determinazione dell’azienda nel ricercare e nel confrontarsi con sempre nuove realtà innovative”.
Una AI in comune
Oltre allo stesso sguardo, curioso, sull’ecosistema innovazione costituito dalle startup (e non solo), c’è un altro fattore che accomuna le challenge che le tre aziende top-player si accingono a lanciare: tutte e tre guardano con interesse alle opportunità che i nuovi strumenti di analisi ed elaborazione dei dati offerti dal cloud mettono a disposizione, soprattutto in chiave di intelligenza artificiale e machine learning. Ancora Morena Sangiovanni: “Il settore sanitario sta vivendo un profondo processo di cambiamento, pensiamo all’accelerazione tecnologica dei modelli di cura unita alla continua necessità di ottimizzare le risorse. Oggi siamo chiamati ad essere sempre più in grado di contribuire alla crescita di un sistema salute ancora più integrato con l’innovazione e con la tecnologia. Ecco perché una parte importante dei nostri investimenti riguarda gli analytics, grazie alla nostra collaborazione con Google Quantum AI e con altre piattaforme che lavorano su sistemi di intelligenza artificiale”.
Lo stesso tipo di interesse lo abbiamo riscontrato durante la nostra conversazione con Siemens: “Nel contesto industriale in cui operiamo, dove forniamo già molte soluzioni, ogni contributo per l’AI è ben accetto – ci ha detto Enrico Magrin – Un tema su cui ci focalizziamo è quello di costruire attorno alla nostra piattaforma un ecosistema, dal quale nascano contributi e idee concrete da proporre all’utente finale. Ecco cosa può essere davvero utile a una grande azienda, una visione nuova”. D’accordo con lui si dimostra anche Roberto Pagani: “È nel nostro interesse non pensare di sapere tutto, di avere già una soluzione pronta per tutto: abbiamo bisogno di un confronto bidirezionale per poterci migliorare, abbiamo bisogno di attingere a nuove informazioni. Abbiamo bisogno di nuove sfide”.
Pure il Gruppo Bosch si sta muovendo verso l’AI, anche se ovviamente con un propria traiettoria specifica: “Unire l’IoT con tutte le applicazioni AI per dare vita a quella che chiamiamo AIoT: Artificial Intelligence of Things – è la sintesi di Fabio Giuliani – Tutto il nostro gruppo sta investendo in questa direzione perché siamo convinti che sia un tema che possa costituire la base di ogni business futuro: in un certo senso i dati saranno l’hardware del futuro, dunque la capacità computazionale dell’AI è una strada fondamentale da battere in tutti i settori. Anche l’elettrificazione della mobilità è un settore che potrebbe giovarsene, ed è un altro pilastro del nostro futuro come azienda”. Ma ci sono anche altri temi su cui spaziare, come quello della smart home o della manutenzione predittiva in contesto industriale: “È un esempio del nostro approccio trasversale – continua Georg Wahl – Per altro i dati che emergono durante l’utilizzo possono contribuire anche a migliorare il prodotto stesso: tanti piccoli fattori, che uniti alla nostra ricerca, diventano essenziali in tutte le aree in cui puntiamo a svilupparci”.
Qualche “spoiler” sulle challenge
Alla domanda specifica su cosa si baseranno le challenge, che il prossimo 23 giugno le tre aziende presenteranno al pubblico, nessuno ha voluto sbilanciarsi più di tanto. I più abbottonati di tutti sono stati i manager di Siemens Italia: “Quest’anno abbiamo in cantiere una challenge davvero complessa, ma sempre legata a un caso pratico – ci ha detto Roberto Pagani – Sicuramente potrebbe essere legata al mondo dell’energia, magari con un sistema di previsione, ticketing e consigli al pubblico per migliorare i consumi. Ma ci aspettiamo anche che un algoritmo possa essere utile a comprendere al meglio le abitudini dei clienti”.
Andrea Trazza, project manager che si occupa in prima persona di BMI per Robert Bosch Italia, si è fatto invece sfuggire quale potrebbe essere il tema centrale della sfida: “Quest’anno, come ogni anno, le idee proposte sono state tante e molto varie – ci ha detto – Alla fine la scelta della nostra commissione interna è stata dura: ma abbiamo deciso di portare avanti un tema che ci sta molto a cuore, quello della sostenibilità”. Un tema davvero ampio, che potrà essere declinato in molti modi: “Puntiamo a tenere un approccio il più aperto possibile: cercheremo di spiegare e definire al meglio possibile le nostre esigenze, ma in base alle idee che ci verranno proposte cercheremo di collaborare al meglio con le startup per contribuire alla definizione di un business model efficace. Cercheremo di capire come fare a regolare il nostro contributo allo sviluppo, siamo pronti anche ad un rapporto intenso per arrivare all’obiettivo finale insieme”.
Anche Boehringer Ingelheim pensa alla sostenibilità, ma non è l’unico fattore in gioco: “La digitalizzazione dell’industria farmaceutica deve avere l’obiettivo di dare risposte più tempestive e mirate ai needs di salute insoddisfatti, aumentando la produttività, allargando il portafoglio prodotti e migliorando la customer experience – ci ha spiegato Morena Sangiovanni – Non solo quindi nella ricerca scientifica, nella relazione col paziente e con il mondo clinico, nell’Artificial Intelligence (AI), nella diagnosi, ma anche nei processi dell’e-commerce, nella logistica, così come lungo la linea di produzione”. Altro tema caldo è quello delle digital therapeutics, in cui l’azienda è impegnata in ambito oncologico e neurologico, e anche per questo Boehringer Ingelheim sta guardando all’ecosistema dell’innovazione: “In un simile scenario è importante dotarsi di competenze sempre più diversificate e le startup possono fare la differenza, in termini di agilità, specializzazione, così come nel coniugare domanda e offerta di servizi in modo più efficiente”.
Una chiosa che racchiude lo spirito di tutta Business Meets Innovation ce l’ha però fornita ancora Fabio Giuliani: “Cos’era Bosch nel 1886 quando è stata fondata da Robert Bosch assieme a due dipendenti, se non una startup? Siamo nati in un’officina con l’idea di sperimentare, oggi siamo diventati un gruppo presente in tutto il mondo con 400mila dipendenti, ma quell’idea di base non si è mai persa: abbiamo sempre la ferma volontà di andare in cerca di nuove idee, la passione per la tecnologia e per le nuove frontiere da varcare è ciò che cerchiamo di portare in iniziative come questa. È la nostra natura, e Business Meets Innovation persegue questa stessa ambizione”.