Il numero 1 della Confederazione che rappresenta NCC e bus: “Perché mi serve il pass per un treno ad alta velocità ma sui regionali no? Alla fine, se parliamo di industrie, parliamo di costi a cui nessuno si può sottrarre tranne pochi eletti”
“Non si è fatto nulla per mettere in sicurezza i trasporti”. Il j’accuse, simile per modi e contenuti a quello, altrettanto duro, che era stato scagliato in direzione del governo dal palco del Meeting di Rimini sul finire dell’estate da Carlo Bonomi, numero 1 di Confindustria, questa volta arriva da Francesco Artusa, presidente di ’Sistema Trasporti’, confederazione che rappresenta il settore NCC auto e Bus in Italia.
“C’erano diverse proposte sul tavolo – spiega Artusa commentando la situazione in cui versa il trasporto pubblico urbano a pochi giorni dall’apertura dell’anno scolastico -, qualcuna anche partita da noi: tracciamento dei passeggeri, servizi dedicati, navette per pendolari e studenti”. Invece il governo ha pensato solamente alla campagna vaccinale. “Ognuno la può pensare come vuole, figuriamoci. Il certificato verde è ovviamente un obbligo mascherato, ma non entro nel merito, dico solamente che resta un controsenso numerico: perché si possono controllare 23 milioni di lavoratori e non 6 milioni di passeggeri?”
Quindi il numero 1 di Sistema Trasporti rivolge all’esecutivo una serie di interrogativi retorici: “Si poteva usare parte dei due miliardi messi a compensazione dei mancati incassi del trasporto pubblico di linea per assumere ’controllori di Green Pass’? E ancora, perché mi serve il pass per un treno ad alta velocità ma sui regionali no? Alla fine, se parliamo di industrie, parliamo di costi a cui nessuno si può sottrarre tranne pochi eletti”.