Perché le PMI che vogliono avviare processi di digital transformation devono ispirarsi alle startup? Se ne è parlato al Digital Day, l’evento che racconta le buone pratiche e gli errori che le aziende commettono sulla strada della digitalizzazione
Investimenti elevati, ridimensionamento del personale e la paura di un mancato controllo sui dati sensibili: questi sono solo alcuni dei falsi miti sui processi di trasformazione digitale, un argomento che ha trovato spazio nel Digital Day, l’evento, giunto alla quarta edizione, che racconta le buone pratiche e gli errori che le PMI commettono sulla strada della digitalizzazione, con la partecipazioni di imprenditori di settori diversi: dalla finanza, alle telecomunicazioni, passando per la sanità.
«Le aziende che vogliono digitalizzare i propri processi hanno capito che devono cercare ispirazione nelle startup. I processi di decision making agili, la prototipazione rapida e strutture organizzative leggere, sono alcune delle precondizioni per imboccare la strada della trasformazione digitale», ha spiegato a Startupitalia Nicola Savino, Ceo di Savino Solution, PMI specializzata nei processi di digitalizzazione a norma.
Partire da competenze e strategie
L’adozione delle novità tecnologiche in azienda è una strada in salita. Secondo un’indagine di Assochange, solo l’8% dei progetti di innovazione supera il 50% degli obiettivi che si è prefissato. Il report riporta alcune delle motivazioni che porterebbero al fallimento dei processi di digital transformation, tra cui errori nell’approccio e il mancato coinvolgimento dei collaboratori da parte del management: «Spesso quello che manca è un focus sulle competenze. Malgrado, le buone intenzioni non sono previsti dei processi di reskilling e upskilling in grado di coinvolgere veramente i collaboratori senza farne dei fruitori passivi. Dall’altro, è necessario un focus sulla reingegnerizzazione dei processi e sugli aspetti più strategici», ha raccontato Ivano Pecora, Ceo di Orakom, società campana attiva nei settori delle telecomunicazioni, dell’information technology e dell’energia.
Strategia diventa una parola chiave in ogni processo di trasformazione digitale. Per crearne una efficace i leader devono concentrarsi su tre aree: velocità, innovazione e digitalizzazione: «Non è sufficiente dire, “la nostra organizzazione ha bisogno di introdurre il machine learning nei suoi processi”. Bisogna, al contrario, partire dagli obiettivi, come per esempio, ridurre il tempo di generazione di lead, ottimizzare l’uso dei dati nella supply chain, velocizzare i tempi per portare nuovi prodotti sul mercato. E sulla base poi di questi decidere gli strumenti e le competenze necessarie per raggiungerli», ha sottolineato, Stefano Bonuccelli, cofounder di Florence One, azienda che sviluppa soluzioni tecnologiche entreprise.
Cambiare la cultura e partire in piccolo
I leader che affrontano processi di trasformazione digitale non possono ignorare il sentimento di paura che i loro collaboratori provano di fronte a un grande cambiamento aziendale. Molti, infatti, tendono a percepire la digital transformation come una minaccia al loro lavoro e questo li porta inconsciamente a boicottare nuovi strumenti e nuove modalità operative: «I leader devono lavorare sul cambiamento della cultura in azienda. Devono aiutare i collaboratori a percepire come i processi di trasformazione digitale siano in realtà un’opportunità per loro di migliorare le loro conoscenze e adattarsi al futuro del mercato del lavoro. Per questo, non si può pensare a un processo sano di digital transformation senza lavorare molto e bene sul fronte della formazione in azienda», ha evidenziato, Marco Gambardella, Presidente Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Salerno.
L’approcco su come avviare un processo di trasformazione digitale è fondamentale. Diventa inutile dire “voglio digitalizzare tutta l’azienda”, senza invece circoscrivere il campo dell’azione: «Un cambiamento troppo grande rischia di impattare troppo sulla cultura aziendale e su quella dei collaboratori e non essere accettato. Occorre invece partire con piccoli progetti e sottoporli alla prova del mercato, le startup su questo fronte specialmente hanno tanto da insegnare alle PMI. Partire in piccolo ha diversi vantaggi. Fa comprendere ai collaboratori l’importanza del digitale nel risolvere i problemi quotidiani, come per esempio le perdite di tempo e l’ineffacia di alcune attività. E poi di permettere ai leader di ragionare su strategie future di digitalizzazione più ampie, che saranno più facili da introdurre perché i collaboratori ne hanno già compreso i vantaggi in progetti minori», ha spiegato Savino al termine della giornata.