La misura, pur apprezzata dagli italiani, non sembra destinata al bis
Il cashback sarebbe arrivato a fine corsa. La misura, avviata quasi un anno fa, l’8 dicembre 2020, dorsale della Strategia Italia Cashless voluta dall’allora premier Giuseppe Conte fin dai tempi del governo gialloverde e poi attuata, tra non poche difficoltà, in piena pandemia per spingere i consumi, non è mai piaciuta troppo a Mario Draghi, che infatti, appena arrivato a Palazzo Chigi, l’ha sospesa.
Per chi non lo sapesse, parliamo della misura che permette, a qualunque cittadino maggiorenne proprietario di una carta prepagata, di debito o di credito, di avere indietro una parte dei soldi spesi nelle transazioni con metodi di pagamento digitali nei negozi fisici. Tre le finalità, che non sembrano essere riuscite a salvare il cashback da una fine prematura: aiutare le famiglie italiane, far tornare la gente nei negozi e far emergere il nero. Ma, appunto, si discute se il cashback sia riuscito in tutto ciò o se sia stato solo un enorme esborso di soldi pubblici.
La fine del cashback e del superbonus?
In audizione davanti alle commissioni di Camera e Senato sulla nota di aggiornamento al Def, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, a proposito del Cashback ha detto che resta “uno strumento che è stato molto importante per muovere verso i pagamenti elettronici e contenere l’evasione, ma c’è un’analisi costi-benefici da fare, nel prorogarla bisogna valutare gli uni e gli altri. Può essere – ha avvisato Franco – che servano aggiustamenti, ma è stata una misura importante e non strutturale. Bisogna vedere se siamo arrivati al punto da raggiungere o serve un altro utilizzo”.
Ancora più duro il giudizio sul superbonus, che ha “un costo stratosferico. Se lo Stato paga integralmente o più che integralmente la spesa l’effetto sui conti e sul debito è serio”. Certo, esiste un effetto positivo sull’andamento dell’economia ma “bisogna tenere a mente che il settore non può crescere a dismisura”. In ogni caso nella prossima Legge di bilancio dovrebbe essere prevista l’estensione al 2023.