Nintendo prova a rilanciare il franchise ma il tentativo è maldestro e pare più un boomerang. Giocando si avverte la mancanza della freschezza e dell’originalità degli episodi per GameBoy
A lungo in questi mesi ci siamo domandati se Leggende Pokémon: Arceus fosse l’ennesimo spin off per sfruttare (ancora) il richiamo del marchio o costituisse un genuino tentativo di innovare la serie e nemmeno questa recensione, dobbiamo ammetterlo, ci ha chiarito le idee. Perché il gioco, per quanto intrigante almeno sulle prime, sembra invece raffazzonato e sussiegoso, quasi messo lì per accontentare chi, da anni, chiede l’equivalente di Pokémon Blu, Rosso, Giallo, ecc anche su una console da salotto, e dunque qualcosa di maggiormente strutturato e stratificato.
Leggende Pokémon: Arceus, la recensione
Fin dal trailer, Leggende Pokémon: Arceus non ha fatto mistero di voler essere il The Legend of Zelda della saga. In particolare, le scene naturalistiche parevano strizzare l’occhio alle placide atmosfere di Breath of the Wild. In realtà, l’obiettivo è stato ampiamente mancato, per diversi ordini di ragioni.
In primis per via del versante tecnico. Chi legge le nostre recensioni sa bene che tendiamo a chiudere un occhio sulla grafica, se il gameplay è buono. Qui però non stiamo parlando dell’opera prima di una startup videoludica che conta su tre membri che di lavoro fanno tutt’altro per mantenersi: abbiamo per le mani un franchise miliardario che ha più volte sorretto Nintendo.
Certo, la saga non ha mai brillato per qualità visiva: anche Pokémon Spada e Pokémon Scudo (qui la nostra recensione) lasciavano a desiderare. Con Leggende Pokémon: Arceus, e dispiace dirlo a inizio recensione, si toccano però nuovi livelli di mestizia, tra scenari spogli, paesaggi lunari, continui rallentamenti, effetti grafici ridicoli (quando piove, i Pokémon diventano lucidi, nemmeno fossero di plastica), grafiche impastate e un massiccio pop-up.
Se si escludono alcuni paesaggi, la regione di Hisui, che è la versione feudale della Sinnoh ampiamente visitata in Pokémon Diamante Lucente e Pokémon Perla Splendente (qui la nostra recensione), è parecchio bruttina e sciatta. Onestamente, chi avrebbe avuto voglia di spolpare la magnifica Hyrule di Zelda – Breath of the Wild se fosse stata afflitta dai medesimi problemi?
Ma, dicevamo che di solito sull’aspetto grafico tendiamo a privilegiare le meccaniche di gioco, quando queste sono buone. Ecco, la nostra recensione di Leggende Pokémon: Arceus potrebbe già chiudersi qui, perché quasi nessuna delle novità introdotte per svecchiare la serie ci ha davvero convinto. A iniziare dall’inedito approccio stealth che consente di provare a catturare i Pokémon (ben visibili sulla mappa) piombando loro alle spalle o sorprendendoli nel sonno senza necessità di ingaggiare alcun combattimento.
Sulle prime è esaltante, è vero, ma poi più si prende confidenza col nuovo approccio, più se ne evincono i limiti: talvolta basta accovacciarsi per essere invisibili, anche quando si prova maldestramente a passare sotto il muso della nostra preda, che continua a farsi i fatti suoi; talvolta invece verremo scoperti anche se il mostriciattolo è di spalle.
Nemmeno la mappa è liberamente esplorabile come speravamo. Scordatevi naturalmente la libertà dell’ultimo Zelda – quella era chiaro che non l’avremmo avuta -, ma l’intero gioco, più che proporre un mondo unico, si divide in grandi mappe dalle differenti caratteristiche, in modo non dissimile da quanto visto in Monster Hunter: World. Fin qui nulla di male, se non fosse che, per procedere, occorre soddisfare dei requisiti legati al completamento del Pokédex.
Ok voler finalmente mandare in soffitta la trafila di medaglie e capi-palestra, ma perché sostituire un modo di procedere che aveva indubbiamente i suoi anni, ma lasciava ugualmente una certa libertà d’azione, con uno messo lì solo per ostacolare il giocatore e rallentarne i progressi? Chi preferiva procedere di corsa e poi tornare nelle zone già completate per completare il Pokédex a gioco finito ora dovrà per forza darsi da subito alla cattura dei mostriciattoli o non riuscirà nemmeno a procedere con la trama.
Col risultato, assai mesto, è che essendo la la regione di Hisui divisa in mappe, ci ritroveremo intrappolati solo in sue porzioni a catturare mostriciattoli di cui magari non ci frega nulla, perché non li vogliamo in squadra. Peraltro, non è nemmeno del tutto vero che i capi-palestra sono finiti nel dimenticatoio perché qui dovrete vedervela coi Capitani che, in modo non dissimile rispetto a quanto visto negli episodi per 3DS Pokémon Sole e Luna proteggono i Pokémon più venerati della regione, chiamati Pokémon speciali.
Per fortuna la possibilità di imbattersi in esemplari più forti, noti come Alfa (contraddistinti da minacciosi occhi di bragia) e i Pokémon regali, può spingere a fare qualche escursione in più oltre le porte dei centri abitati, comunque piccoli e con ben poche cose da fare.
Terminiamo la recensione di Leggende Pokémon: Arceus parlando delle lotte, anche queste riviste rispetto al concept originale. Ora, in modo peraltro molto simile a quanto visto in Final Fantasy X, l numero di azioni che si possono effettuare, e il loro ordine, dipende da vari fattori, come le statistiche dei Pokémon.
Fin qui non ci sarebbe nulla di male: si tratta di un ottimo modo per svecchiare un sistema che effettivamente pareva arrugginito. Se non fosse che Game Freak ha deciso di pasticciare introducendo la tecnica rapida e la tecnica potente che permettono, rispettivamente, di aggiudicarsi la prima mossa a discapito della potenza o di sferrare attacchi furibondi perdendo qualche turno… inutile dire che la loro presenza rompe ogni schema, vanifica ogni tattica, rendendo tutto estremamente aleatorio e confusionario. Tutto questo viene acuito negli scontri 4 vs 1 coi Pokémon selvatici, in cui non si capisce bene perché ma non ci sarà dato modo di schierare contemporaneamente due mostriciattoli e, con il concatenarsi di attacchi veloci da parte della CPU, il nostro unico eroe in campo rischia di finire in un tritacarne senza aver modo di segnare neppure il punto della bandiera.
Insomma, se avete letto fin qui la nostra recensione, saprete che Leggende Pokémon: Arceus, non solo non ci ha convinto, ma ci ha addirittura deluso su più fronti, a iniziare dalla realizzazione tecnica, superata perfino dalle produzioni budget di piccole software house indipendenti. Sono parecchi i titoli di piccole startup videoludiche recensiti di recenti che possono contare una grafica estremamente più dettagliata e una direzione artistica maggiormente ispirata.
Il titolo Game Freak è visivamente brutto e sciatto, le lande sono spoglie e presentano un eccessivo riciclo di asset: difficile aver voglia di girare in lungo e in largo in queste condizioni. Sul profilo ludico, poi, aver deciso di legare il completamento del Pokédex all’avanzamento della trama è un errore che speriamo Nintendo non si trascini dietro nei prossimi titoli: nella seconda decade degli anni 2000 i GdR devono consentire la maggior libertà possibile, non limitare i videogiocatori dietro sbarre ancora più evidenti di quelle presenti negli episodi per GameBoy.