Il mondo dei videogiochi si fonde ancora una volta con quello del cinema
A rivedere oggi quella VHS datata 1981 più che altro si ride, ma all’epoca il buon Sam Raimi riuscì a girare uno dei capisaldi della cinematografia horror USA, indirizzando inevitabilmente il genere verso lo splatter. La Casa, titolo italiano di Evil Dead, ha influenzato infatti moltissimi registi, ma anche tanti sviluppatori: i videogiochi ufficiali e non che strizzano l’occhio alle peripezie di Ash, Scott, Cheryl, Linda e Shelly non si contano e, a 41 anni di distanza da quella pellicola, ecco che su PC, Xbox One, Xbox X|S, PlayStation 4, e PlayStation 5 (la versione per Nintendo Switch è in sviluppo) arriva un multiplayer asimmetrico dedicato proprio all’iconico film: Evil Dead The Game.
Evil Dead The Game, bentornati nello chalet infestato
Vi parrà strano, dato che quello oggetto dell’odierna recensione è un titolo multiplayer, ma l’aspetto che più ci ha sorpreso di Evil Dead The Game è l’offerta ludica contenuta nelle missioni single player. Ok, sono una appendice al gioco principale e non fanno nulla per nasconderlo ed è vero pure che si saltella da un film all’altro della serie senza un nesso logico, ma solo per omaggiare le pellicole da cui tutto ha avuto inizio, però occorre ammettere che, nella loro semplicità, queste missioni riescono a intrattenere il giocatore tra un multiplayer e l’altro, riuscendo a essere pure parecchio sfidanti. Insomma, gli sviluppatori di Saber Interactive (già responsabile di numerosi porting dal mondo cinematografico, come A Quiet Place – The Game e World War Z – Aftermath) avrebbero pure potuto non mettere nulla, perciò fa piacere averle.
La portata principale, però, è il multiplayer, possibilmente online e con avversari in carne e ossa. Per prima cosa, com’è naturale che sia, vi sarà chiesto di scegliere il personaggio tra le file dei buoni e dei cattivi. Nel caso in cui optiate per i Sopravvissuti, avrete modo di interpretare tre versioni di Ash Williams (più giovane o più vecchio), Annie Knowby, Lord Arthur, Scotty, Enrico il Rosso, Ed Getley, Kelly Maxwell, Amanda Fisher, Cheryl Williams e Pablo Simon Bolivar. Tutti i personaggi disponibili provengono dai vari capitoli cinematografici di Evil Dead e dalla relativa serie televisiva Netflix e i vari Sopravvissuti si articolano in quattro classi: Leader, Guerriero, Cacciatore e Supporto.
Per quanto riguarda invece i demoni, si dividono in tre classi (Necromancer, Puppeteer e Warlord) e altrettanti personaggi: Evil Ash, Eligos e Henrietta. Se si sceglie di impersonare i sopravvissuti, occorre fare incetta di armi per esplorare ambientazioni piuttosto ampie (potrebbero ospitare comodamente una battle royale stile il recente Vampire The Masquerade Bloodhunt, qui la nostra recensione) che potranno essere abbandonate solo quando si troveranno tutti i pezzi di una mappa, le immancabili pagine del Necronomicon e un artefatto maledetto.
Ecco, nei giorni in cui abbiamo avuto modo di provare il gioco ci è capitato ripetutamente di impattare contro una certa maleducazione da parte di chi affolla gli stage: il più delle volte si tratta di lupi solitari che se ne vanno per i cavoli loro, abbandonandoci a morte certa o di team che si conoscono nella realtà o da altri giochi poco ansiosi di accogliere nuovi membri. Perciò, il nostro consiglio e di darvi appuntamento sui server del gioco con un paio di amici o rischiate di non godere appieno delle meccaniche di supporto studiate dagli sviluppatori per rendere questo multiplayer avvincente e divertente.
Ma torniamo alla spiegazione del gameplay asimmetrico. Qualora scegliate di giocare tra le schiere del Maligno, potrete muovervi velocemente da un lato all’altro della mappa ma potrete vedere i sopravvissuti solo se sono in preda al panico, se stanno combattendo o se stanno usando un mezzo a motore. Per questo una buona strategia per fare uscire i “buoni” allo scoperto è indubbiamente quella di piazzare trappole e nemici lungo quelle che pensate essere le zone più battute dai rivali.
Klaatu Varada… Nikto?
Come era lecito attendersi da questo genere di titoli, anche Evil Dead The Game ha fatto il proprio debutto avvolto da un nugolo piuttosto consistente di glitch e bug. Anche per questo, tra disconnessioni improvvise e compenetrazioni fallaci, spesso durante le nostre prove con mano per arrivare a questa recensione di Evil Dead The Game abbiamo deciso di abbandonare l’online per rivolgerci al single player (sei missioni utili a sbloccare personaggi segreti da usare nel multiplayer), arrivandone ad apprezzare la presenza.
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In realtà, a parte un motore tecnico che pare incredibilmente datato e che fa apparire la grafica sporca e spartana nonostante la quasi totalità delle ambientazione sprofondi nelle tenebre più peste, tutti i difetti che abbiamo trovato potrebbero essere risolti intervenendo con una o due patch sostanziose, perciò restiamo fiduciosi.
Anche perché Evil Dead The Game, al netto di un po’ troppo caos nelle fasi in cui si prova ad aiutare un amico alle prese con qualche creatura infernale e del fatto che sia difficile fare squadra (le ambientazioni sono così vaste che spesso si fatica proprio a imbattersi in qualcuno), diverte e la situazione continuerà a migliorare a mano a mano che i server si riempiranno di sopravvissuti e di demoni.