Un’alleanza franco-iberica per riportare sulle scene, virtuali, il regista britannico. Come sarà andata? Vi lasciamo la suspense di scoprirlo…
Recuperare La donna che visse due volte (Vertigo), pellicola del 1958 diretta con maestria da Alfred Hitchcock, per traslarla nel mondo videoludico è una operazione tanto delicata quanto rischiosa. Il maestro del brivido, infatti, utilizzò diversi espedienti narrativi e registici per confezionare un capolavoro intriso di suspense. Siamo di fronte a uno dei suoi lavori migliori? C’è chi dice di sì, c’è chi dice di no. Di certo alcune sequenze, vertiginose, sono entrate nella storia del cinema, riuscendo a dare senso e corpo al titolo. I videogiochi, però, non sono film: qui l’utente è al centro dell’azione, non può subire passivamente gli eventi della sinossi: trasportare dal grande al piccolo schermo un’opera vuol dire cambiare stile e registro, rivoluzionarla. Se ne devono essere accorti anche gli sviluppatori spagnoli di Pendulo Studios ai quali l’editore francese Microids ha commissionato l’arduo compito di sviluppare Alfred Hitchcock – Vertigo, che infatti fin dai primi frame mettono in evidenza quanto il loro titolo differisca dalla pellicola, nel tentativo di realizzare qualcosa di inedito.
L’operazione, in verità, non è stata realizzata compiutamente. La software house iberica ha voluto mettersi in scia a quanto sviluppato da TellTale, regina incontrastata delle avventure narrative, ma i risultati non sono i medesimi. In più di una occasione, difatti, la ciclicità del gameplay comporta una diminuzione della suspense, anziché accrescerla, complice un ritmo fin troppo compassato e una narrazione che resta eccessivamente ancorata agli stilemi cinematografici.
Per rendere il titolo più ludico possibile, Pendulo Studios ha deciso di permettere al giocatore di impersonare ben tre personaggi, ma questo annacqua il plot originario che vede lo scrittore Ed Miller sopravvivere a un incidente automobilistico, trascinandosi dietro da allora numerose turbe psichiche. L’uomo infatti è convinto che stesse viaggiando con moglie e figlia al seguito, che nessuno ha però mai visto: verità o allucinazione? Lo scrittore inizia anche a soffrire di forti crisi di vertigini: entra così in terapia per curarsi, tentando al tempo stesso di scoprire quello che è realmente accaduto nel giorno dell’incidente.
Oltre ad annacquare la narrazione (è una critica soggettiva, ce ne rendiamo conto, ma avremmo voluto soffrire con Ed, impersonando soltanto lui e vivendo l’intera storia dal suo punto di vista, quello di un personaggio che inizia a dubitare della propria sanità mentale), la scelta di calarci in altri panni non è stata ben calibrata: giocheremo infatti pure come l’analista che ha in cura il protagonista, col risultato marzulliano che saremo noi a porre le domande alle quali, sempre noi, dovremo rispondere.
Insomma, qualche inciampo di percorso effettivamente c’è, ma la produzione franco-spagnola ha comunque dalla sua il fatto di ispirarsi a Vertigo di Alfred Hitchcock, che resta un’opera sempreverde, vertiginosa – se ci passate l’aggettivo – come poche altre. Non sempre gli sviluppatori sono riusciti a trasporre le sensazioni provate guardando il film, anzi, giocando, come abbiamo avuto modo di eccepire, i ritmi sono forse un po’ troppo lenti e le cose da fare scontate. Chi non ha mai visto la pellicola potrà comunque godere di una storia ad alto impatto, carica di colpi di scena. Chi si è divorato il film avrà ugualmente la sua dose di sorprese, dato che, come dicevamo, il videogioco non segue pedissequamente quanto fatto dal maestro del brivido. Sarebbe stato del resto impossibile.