Per quei bambini che, negli anni Novanta, urlavano “I EI SPORT ZNGAIN”
Quando è il momento degli adii si lasciano da parte le incomprensioni passate, i bug, quelle volte in cui la nostra squadra del cuore non era presente a causa di una mancata licenza, e quelle volte in cui ci è capitato di preferire l’altra metà del cielo (ci riferiamo al fu PES). Quando abbiamo avviato FIFA 23 sulla nostra Xbox next gen ci siamo resi conto che, davvero, questa volta sarebbe stata l’ultima per il titolo simulativo di calcio targato EA, quello che da anni è per acclamazione tra i videogiochi più amati del pianeta. Se vi interessa approfondire le ragioni di questo divorzio dopo quasi tre decenni di successi tripla A, vi suggeriamo di leggere prima il nostro approfondimento, con le voci di esperti che avevamo raccolto.
Buttiamoci ora nella nostra recensione di FIFA 23, titolo che EA ha sviluppato alzando di nuovo l’asticella del realismo di gioco e della spettacolarità delle azioni. A detta di molti gamer e addetti ai lavori, siamo di fronte a uno dei capitoli più belli degli ultimi anni. Con, d’altra parte, pecche che faranno male soprattutto agli appassionati di alcune squadre di Serie A. Se l’ultimo episodio di FIFA ridà il benvenuto alla Juventus, il roster di squadre deve fare a meno delle licenze di Roma, Lazio, Napoli e Atalanta.
Se guardiamo però al menu di competizioni, FIFA 23 ci porterà (si fa per dire) a giocare ai Mondiali. La World Cup è giocabile, così come la Champions League e la coppa del mondo del calcio femminile. Su quest’ultimo aspetto, edizione dopo edizione, ci si è resi conto di un movimento che non soltanto guadagna fan, ma che si sta facendo strada anche a livello di ricchezza di club e giocatrici. Purtroppo non possiamo dire che ci sia un livello di completezza videoludica paragonabile allo sport maschile, ma è un elemento importante il fatto che il campione del Paris Saint-Germani Kylian Mbappé condivida la copertina insieme alla campionessa Sam Kerr, attaccante dell’Australia e del Chelsea. Non era mai successo prima e per i prossimi titoli FIFA (si vedrà poi chi li svilupperà) costituisce un punto di ripartenza impossibile da trascurare.
A livello di gameplay, FIFA 23 è un titolo che consegna tra le mani dei gamer partite con animazioni e situazioni di gioco estremamente variabili, proprio come in un vero match. La spettacolarità, uno dei marchi di fabbrica della saga, è dunque scesa a compromessi con altro. Non si può infatti non parlare dell’Hypermotion 2, tecnologia di ultra realismo che EA ha affinato raccogliendo una quantità notevole di dati (9,2 milioni di fotogrammi) da due partite 11 contro 11 giocate da atleti in carne e ossa. Il tutto per dare in pasto informazioni al machine learning e all’intelligenza artificiale. L’effetto finale è visibile nelle 6mila animazioni che rendono il gioco del calcio mai così sincero.
Questo si traduce in un controllo di palla che gli amanti della saga apprezzeranno. Come per il recente NBA 2K23, il software non respinge chi non calcia la palla da parecchi anni in console, al punto che il software, al termine della prima partita esibizione tra Paris Saint-Germain e Liverpool, vi suggerirà a che livello di difficoltà affrontare il titolo. La rigiocabilità di FIFA 23, ca va sans dire, rispetta la tradizione e promette ore e ore di divertimento sia in single player sia in compagnia.
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Ovviamente le possibilità di affrontare il titolo variano. La Carriera è una strada che in molti percorrono dopo essersi riscaldati in veloci amichevoli. Le alternative sono Allenatore o Giocatore: nel primo caso è apprezzabile il fatto di avere a disposizione alcuni coach di primo ordine dalle principali leghe, anche se non possiamo parlare di copie identiche dal punto di vista di espressioni facciali. Tutt’altro.
FIFA 23 ha poi la Carriera Giocatore che aggiunge una piacevolissima modalità: in pratica il gamer può scegliere di vivere i momenti salienti delle partite, senza l’obbligo di affrontare lunghe stagioni, magari con la maglia di una squadra poco blasonata. Si forma così un percorso a episodi, in cui però le nostre scelte determineranno la personalità, e da lì i bonus. Le telecronache sono state affidate all’affiatato due Pardo–Adani, con commenti tecnici e vette di narrativa epica che incorniceranno le vostre imprese.
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Non manca ovviamente il fiore all’occhiello di FIFA, con Ultimate Team che, a parte la novità Momenti, rimane sostanzialmente identico alla versione precedente. Ricordiamo che la modalità in questione ha fatto la fortuna e i soldi per EA, grazie alle micro–transazioni. Pro Club e Volta Football sono state unite in una sola soluzione da menu, senza altre modifiche di rilievo rispetto al precedente capitolo: i gamer potranno divertirsi con lo spettacolare e spumeggiante street football (dove tutto può succedere) o gestire un professionista in un campo con altri 21 gamer.
Il realismo di contorno si apprezza davvero molto sul manto erboso, che trattiene visibilmente le tracce di scivolate e interventi più fisici dei giocatori. Nulla di spettacolare – anzi tutto noiosamente ordinario – fronte tifosi e bordo campo, con animazioni che hanno perso il passo rispetto al realismo all’interno del rettangolo di gioco. Per quanto ci riguarda FIFA 23 è un prodotto che bisogna portarsi a casa, se non altro perché della corposa collezione è senz’altro tra i videogiochi meglio riusciti. Si vedrà quel che ne sarà del calcio in console, della piega che darà EA ai propri titoli calcistici e della prossima era ancora da assegnare dal governo del calcio mondiale. Non possiamo che dire una cosa: è stato bellissimo per chi fin da bambino urlava “I EI SPORT ZNGAIN”. Triplice fischio. Tutti a casa. A giocare.