Caterina Lazzarini aiuta le persone con professionalità senior a rifarsi una vita, quando non possono più lavorare a causa di ristrutturazioni aziendali o perché vanno in pensione
“Accompagno le persone con professionalità mature e realizzate nel cammino di uscita dal mondo del lavoro a tempo pieno, aiutandole a ristrutturare e gestire il loro tempo in modo diverso. Perché si può vivere alla grande anche senza job title”. Caterina Lazzarini, milanese, è una life coach specializzata in quella che viene considerata la “terza fase della vita”. “Nella prima si studia, nella seconda si lavora a più non posso, nella terza ci si gode il meritato riposo”.
Semplice, no? No. Al contrario, ci si trova ad affrontare un processo complesso, che richiede più passaggi trasformativi, soprattutto quando si tratta di figure senior, sia uomini che donne, con una vita professionale soddisfacente, che si ritrovano a non poter più lavorare, a causa di ristrutturazioni aziendali o perché è arrivato il momento della pensione. “Spesso si sentono spaesati e temono il tempo vuoto davanti a sé, perché si sente che non è ancora arrivata l’ora di riempire le giornate di tè e biscottini, bricolage, nipotini o cantieri edili”.
Insomma, bisogna reinventarsi. “La pensione meglio riuscita è quella in cui si sfruttano ancora i propri talenti, magari applicandoli a nuovi settori: è come prendere il meglio del lavoro che si faceva prima, lasciando andare il resto”. Per esempio, ci si può dedicare al volontariato, mettendo a disposizione la propria capacità di reperire fondi o l’attitudine organizzativa. Oppure si può fare mentoring ai giovani, condividendo con loro la propria esperienza, o, ancora, si può (finalmente) studiare per il piacere di studiare. “Qualcuno continua a lavorare come consulente nel proprio settore professionale. Questa è una soluzione perfetta se scelta perché consente di lavorare solo con gli aspetti che ci piacevano del lavoro. Purtroppo, a volte, questa più che una scelta è una scusa per non cambiare, mascherando magari altre carenze, non da ultimo quelle relazionali. A questo proposito, si può anche decidere di dedicarsi al rapporto di coppia e alle amicizie, recuperando quella qualità affettiva spesso trascurata durante gli anni di lavoro. Costruire un nuovo piano di vita con il proprio partner può essere molto stimolante e piacevole e portare davvero a una nuova vita”.
“Retirement coaching” per un nuova vita dopo la pensione
Retirement coaching, lo chiamano negli Stati Uniti. In Italia è un’attività che si sta facendo strada. In concreto in che cosa consiste? “Io propongo diverse opzioni. L’ultima nata, in ordine temporale, è quella dei percorsi online, che ho introdotto durante la pandemia. La modalità di relazione a distanza è ormai entrata nella nostra vita e io l’ho adattata al mio modo di lavorare. Consiglio però di non collegarsi con me da casa, ma di portare il computer o lo smartphone in un posto in mezzo alla natura, perché questo è l’elemento che caratterizza tutta la mia attività di coaching”.
Il contatto con l’ambiente è sempre stato un elemento fondamentale per Caterina Lazzarini e lo è diventato ancora di più negli ultimi 2 anni: a causa delle restrizioni, a seconda della grandezza delle abitazioni, ci siamo ritrovati con la linea massima dell’orizzonte distante pochi metri da noi stessi, per non parlare dei 60-70 centimetri che separano dallo schermo del computer. “Noi apparteniamo alla natura, anche se non sempre percepiamo quanto ci possa far stare bene. Invece, contemplare un paesaggio collinare oppure marino, a seconda delle preferenze personali, è rasserenante ed ha effetti benefici sulla nostra psiche e sulla nostra salute”.
L’importanza del cammino
Per il coaching in presenza, invece, Caterina Lazzarini propone incontri singoli oppure esperienze di più giorni, in questo secondo caso spesso in gruppo e, soprattutto in cammino. Magari proprio lungo il Cammino per antonomasia, quello di Santiago de Compostela, oppure alle Canarie, o anche in Italia, nel piacentino o lungo l’Adda. “Proprio la lunga via che arriva alla tomba San Giacomo e a Finisterre, il confine del mondo antico, ha segnato una svolta importante per me. Fino ai 50 anni sono vissuta (e più spesso, sopravvissuta) a Milano con un marito, tre figli e un cane. Ho lavorato per un lungo periodo come chimica farmaceutica, poi nel 2002 ho perso il lavoro. Lì ho deciso di cominciare a lavorare come freelance, occupandomi di comunicazione scientifica e formazione, finché nel novembre 2014 mi sono avvicinata al coaching”.
Nel 2016, tra lo stupore dei familiari, la decisione di affrontare da sola gli ultimi 200 chilometri del Cammino di Santiago, arrivando fino all’Oceano Atlantico di Finisterre. “Per esperienza personale posso dire che il cambiamento, che avviene su questo cammino, succede sempre. Parti con uno zaino di dolori, problemi, speranze e aspettative e quando arrivi si sono tutte trasformate e senti con tutta te stessa che sei arrivata dove dovevi arrivare perché stai e ti senti bene. Passo dopo passo ho capito che ero stata io la prima a porre dei limiti al raggiungimento dei miei obiettivi. Ho imparato a conoscermi e ad apprezzarmi e, una volta superate le mie convinzioni limitanti, sono riuscita ad arrivare ben oltre ciò che mi ero prefissata”.
Oggi Caterina Lazzarini vive tra Milano, Genova, la Spagna dei Cammini di Santiago e le Canarie, dove si trasferisce nei mesi invernali, per vivere in un clima più confortevole e stare a contatto con una natura in cui si alternano a breve distanza paesaggi desertici, montuosi e marini. Ha riscoperto il rapporto con il marito e, insieme ad altri colleghi, ha investito in una startup digitale di editoria scientifica, MakingLife: “Puntiamo a far convivere nello stesso posto di lavoro persone di tutte le età, abbattendo ogni forma di ageismo”.