Sentinel 2 trasmette dallo spazio dati utili ai viticoltori per abbattere i costi e migliorare la produzione di Aglianico del Vulture
Il millenario Aglianico del Vulture, simbolo dell’Ars Vivendi di Orazio, è sbarcato nello spazio. I viticultori di quella zona, nei secoli, hanno lavorato per migliorare la qualità dell’Aglianico (oggi uno dei pochi vini DOCG, denominazione d’origine controllata e garantita, d’Italia) fino a spingersi oltre la Terra. Sentinel 2 è il satellite, lanciato in orbita nel 2018, che raccoglie un flusso continuo di dati sulle condizioni del terreno, sullo stato di crescita delle viti e sul clima, in tutte le stagioni.
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Come funziona Sentinel 2 per i filari di Aglianico del Vulture
Sentinel 2 restituisce modelli di calcolo che, per i 350 viticoltori della cooperativa Cantina di Venosa, si traducono in messaggi che indicano quali e quanti filari annaffiare, potare, concimare. Sono dati fondamentali non solo ad assicurare la perfetta crescita dei grappoli e la resa migliore ma costituiscono anche la base di partenza per perfezionare anno dopo anno le tecniche di coltivazione, accrescere e affinare le conoscenze in campo vitivinicolo.
Questo è stato il motivo che ha spinto Donato Gentile, direttore di produzione della Cantina di Venosa, a promuovere l’adozione di questo sistema di coltivazione innovativo. “Sentinel 2 – dice Donato Gentile – fotografa gli 800 ettari di Aglianico del Vulture ogni settimana. Riesce a vedere quello che, delle viti, l’occhio umano non può percepire”.
“Le immagini – spiega a StartupItalia -, tradotte in grafici grazie al lavoro di mappatura del satellite e di analisi del software Oenoview, vengono inviate al centro di produzione della Cantina di Venosa. Una prima mappa restituisce la fotografia della zona indicando lo stato di vegetazione e la situazione idrica del terreno con colori diversi. La scala cromatica va dal rosso/marrone (terreni e viti in sofferenza idrica) fino al verde acceso (viti e terreni a vegetazione ottimale). La mappatura è molto precisa: ogni pixel corrisponde a 1,5 metri di terreno”. “La seconda mappatura che restituisce il satellite – puntualizza Gentile -, riguarda l’analisi delle precipitazione atmosferiche. Sempre grazie all’immagine che fornisce Sentinel 2, riusciamo a prevedere gli eventi piovosi e analizzare anche il loro impatto sulle viti. Il grafico settimanale, confermato dalle centraline di rilevazione della pioggia che abbiamo nei vigneti, evidenzia le zone con abbondanza di precipitazione e quindi di acqua (in blu scuro) e quelle in carenza idrica (celeste chiaro)”.
Sentinel 2 riduce i costi e migliora la qualità
“La precisione e la velocità delle informazioni ricevute da Sentinel 2 e analizzate nel centro operativo della Cantina di Venosa – continua Donato Gentile – ci permette di intervenire tempestivamente per risolvere criticità oltre che affinare e migliorare la produzione. I vantaggi dell’uso dei dati di Sentinal 2, sono molteplici. In primis, i soci della cooperativa possono evitare di recarsi nei vigneti quotidianamente per rilevare eventuali problemi. Poi, monitorando lo stato vegetativo di ogni singola vite, possiamo non solo intervenire prima che la situazione della pianta sia critica e visibile ad occhio nudo ma anche avvertire tempestivamente i viticoltori su quali lavorazioni effettuare”.
“Nello specifico: se, quando e quali viti irrigare, quando, in che modo e quali piante potare in base anche alla fertilità del terreno, oltre che prevenire o arginare eventuali attacchi di agenti patogeni utilizzando una moderna lotta integrata mirata e non più la vecchia lotta agli agenti patogeni così detta a calendario (cioè con trattamenti fitopatogeni su larga scala in periodi dell’anno prestabiliti). Questo si traduce in un uso di pesticidi limitato al minimo. A beneficiarne sono sia le viti sia la qualità della produzione e dell’aria, visto che non vengono rilasciati grandi quantitativi di sostanze dannose. Insomma, grazie a Sentinel 2, pratichiamo una viticultura sempre più sostenibile e meno inquinante”.
Sentinel 2 accresce la memoria storica dell’Aglianico del Vulture
“Fattore da non sottovalutare, poi, è l’incremento della memoria storica della produzione di Aglianico del Vulture – sottolinea Donato Gentile – al quale Sentinel 2 contribuisce in modo significativo. Infatti, se fin dai tempi di Orazio i segreti della coltivazione si sono tramandati di padre in figlio, oggi i soci della cooperativa hanno a disposizione un nuovo mezzo che incrementa e migliora le tecniche di coltivazione. Grazie all’analisi dei dati a breve e lungo periodo, incrociata con l’esperienza millenaria dei viticultori, siamo in grado di avere una statistica degli interventi da apportare a ogni singolo appezzamento oltre che di diversificare la produzione, individuando, per esempio, le aree più adatte alla coltivazione delle viti destinate alla produzione di Aglianico del Vulture DOCG (che ha un disciplinare di produzione molto restrittivo basato sulla minore resa per pianta a vantaggio della qualità). Insomma, la banca dati che si sta creando attingendo dalla viticultura 4.0, servirà non solo a produrre vino di qualità sempre migliore con particolare attenzione alla sostenibilità e all’ambiente, ma anche ai viticultori del futuro che potranno abbassare i costi di gestione, ottenendo il massimo della qualità e della resa con il minimo investimento”. L’utilizzo del satellite Sentinel 2 nella produzione vitivinicola, oltre che a un monitoraggio costante e un affinamento delle tecniche di produzione, è valso alla cooperativa Cantina di Venosa, il prestigioso riconoscimento Oscar Green 2022. La cooperativa, infatti, è la vincitrice della categoria Impresa Digitale del premio assegnato da Coldiretti alle aziende condotte da giovani che si distinguono per idee imprenditoriali capaci sì di innovare ma con particolare attenzione alla tutela e all’arricchimento del territorio.
L’Aglianico del Vulture e la viticoltura 4.0
L’utilizzo di Sentinel 2 per monitorare e migliorare le produzioni vitivinicole, è solo un esempio di un settore, quello dell’agricoltura 4.0, in forte espansione e che, stando ai dati diffusi dall’Osservatorio Smart Agrifood vale oggi circa 550 milioni di euro. Diverse, infatti, sono le aziende che offrono agli agricoltori servizi che vanno dal monitoraggio dei mezzi, a software gestionali sempre più evoluti, alla tecnologia blockchain (catena di blocchi di dati) fino a piattaforme intelligenti che sfruttano anche le informazioni satellitari. Tra le più quotate abbiamo: Cropwise (la piattaforma digitale che racchiude in un’unica app l’innovazione digitale Syngenta nel campo dell’agricoltura 4.0 e della protezione dei campi dagli agenti patogeni), Agrigenius Vite (app che permette a viticoltori ed enologi di raccogliere, in tempo reale, informazioni su quanto avviene nei vigneti), X Farm (app pensata da un gruppo di agricoltori per gli agricoltori).
L’unica perplessità, per il singolo imprenditore, potrebbe venire dai costi di abbonamento ai vari servizi. Partendo dal dato di fatto che alcune app offrono parte dei servizi dedicati all’agricoltura 4.0 gratuitamente, per le tecnologie più avanzate, i costi potrebbero essere abbattuti utilizzando i fondi messi a disposizione per il settore primario dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), dalla Nuova PAC (Politica Agricola Comunitaria) e di riflesso dai PSR (Piano di sviluppo rurale) messi a punto dalle singole Regioni italiane. Per esempio, il lavoro del satellite Sentinel 2, che costa 10000 euro l’anno, è stato finanziato con i fondi del PSR Basilicata.
Gli agricoltori che vogliono investire nella produzione 4.0 puntando sul green e sulla sostenibilità ambientale, quindi, non devono far altro che stare attenti ai bandi nazionali e regionali in uscita.