Laurearsi conviene? Quali studi e quali atenei offrono migliori prospettive di carriera? Sono le facoltà scientifiche che consentono sia l’ingresso a livelli retributivi maggiori che una crescita del salario più sostenuta. A rivelarlo l’University Report 2022
Secondo gli specialisti dell’University Report dell’Osservatorio JobPricing, quest’anno in collaborazione con Spring Professional, possedere una laurea, in media consente di accedere a un salario superiore del 45% rispetto a quello di un non laureato, ovvero circa 12.800 euro. Il primo grande salto di retribuzione sta tra diploma e laurea magistrale (+42%) o master di primo livello (+44%). Un’ulteriore crescita significativa avviene con i titoli post-laurea (+15% con Master secondo livello e +16% con PhD rispetto alla sola Laurea magistrale). Siccome un livello di studio superiore apre a prospettive di carriera migliori, con ruoli di maggior responsabiltà e quindi meglio retribuiti, il gap cresce con l’età arrivando a +40% per i lavoratori tra i 35-44 anni e a +65% tra i 45-54 anni.
Investire nella propria istruzione non è solo un modo per contribuire, quasi patriotticamente, alla crescita del proprio Paese. Certo, più alti livelli di istruzione sviluppano creatività, innovazione e imprenditoria. E fanno anche migliorare le statistiche internazionali. Però se si guarda ai dati sul mercato del lavoro, questi spingono ad una conclusione: l’istruzione paga. Alcuni titoli più di altri, ma non si tratta solo di una norma sociale ancorata ai retaggi del passato. La probabilità di occupazione aumenta all’aumentare del titolo di studio, così come aumenta la probabilità di percorsi di carriera più remunerativi. Una persona istruita può individualmente toccare con le proprie mani i vantaggi che altrimenti non avrebbe avuto. È chiaro però che non tutte le lauree sono uguali o offrono le stesse opportunità.
Quanto vale la laurea in termini di stipendio
In un momento storico come quello che si sta vivendo, il progresso e la produttività sono altamente legati a quello che è il mondo “tecnico e digitale” e, chiaramente, la domanda di lavoro penderà sempre di più su quelle che sono le professioni in grado di soddisfare la richiesta di competenze affini con la quarta rivoluzione industriale.
Non solo, alcune caratteristiche delle università sono associate a remunerazioni migliori, come studiare in una università privata o in un politecnico piuttosto che in una pubblica. Studiare al sud, di contro, sembra essere meno remunerativo, in quanto esiste un divario Nord/Sud del paese che inevitabilmente si rileva anche nei livelli salariali. Questo tipo di riflessioni si rivelano utili nella fase di scelta dell’università, non solo del corso di laurea, anche perché il tempo necessario al “rientro dell’investimento in istruzione” sarà forzatamente legato al livello di retribuzione che si avrà nel mondo del lavoro e, maggiore il salario, minore il tempo in cui si “ripagherà” lo sforzo fatto per la propria formazione.
Laurearsi nelle materie STEM
Intanto lo stipendio cresce al crescere del titolo di studio, un laureato italiano in media ha una retribuzione del 40% superiore ad un non laureato e un master di secondo livello vale il 14% in più rispetto alla laurea magistrale. Inoltre, il 46% di chi ha un master di secondo livello è dirigente o quadro, mentre solo il 5% dei diplomati di scuola superiore arrivano a ricoprire tali cariche. Un titolo di studio terziario è quindi un acceleratore di carriera e quindi un veicolo per raggiungere stipendi maggiori.
Inoltre, le università private offrono le migliori prospettive di carriera e di guadagno, laurearsi in una università privata garantisce un salario più alto del 12% rispetto alle pubbliche e del 2% rispetto ai politecnici. I laureati in atenei privati guadagnano in media 43.045 €, mentre chi è laureato in università statali 38.350 € e chi nei politecnici 42.369 €.
Laurearsi in ingegneria e in generale nelle discipline STEM offre le migliori prospettive occupazionali. Nella classifica stilata da Alma Laurea (2020) i laureati dei gruppi ingegneria, scientifico, chimico-farmaceutico e medico (che comprende anche le professioni sanitarie) e nelle discipline STEM hanno più probabilità di trovare un impiego a un anno dalla laurea. Meno favoriti, invece, sono i laureati dei gruppi disciplinari psicologico, giuridico e letterario.
Le facoltà che prospettano le migliori retribuzioni (tra i 25 e i 34 anni) sono: Scienze Biologiche (35.782 €; +19,5% della media) Scienze Giuridiche (34.656 €; 15,8% della media) Scienze Fisiche (34.425 €; +15% della media). A seguire: Scienze storiche e filosofiche (25.620 €; -14,4% della media), Lingue e letterature straniere e moderne (25.543 €; -14,7% della media), Scienze pedagogiche e psicologiche (25.507€; -14.8% della media).
Le facoltà con le migliori crescite retributive. La classifica
Le facoltà che prospettano le migliori crescite retributive (da 25-34 anni a 45-54 anni) sono: Ingegneria Chimica e dei Materiali (98,4%), Scienza chimiche (85,6%), Scienze economiche (79,4%). A seguire: Scienze matematiche e informatiche (35%), Scienze pedagogiche e psicologiche (30,7%), Scienze fisiche (18,3%).
Le università dove si guadagna di più (tra 25 e i 34 anni) sono: l’Università Commerciale Luigi Bocconi (34.662€; +15,8% dalla media), Politecnico di Milano (32.308 €; +7,9% dalla media), LUISS Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli (31.870€; + 6,5% dalla media). In fondo alla classifica: Università degli Studi di Messina (29.087 €; -2,8% dalla media), Università degli Studi di Perugia (29.013 €; -3,1% dalla media), e Università degli Studi di Cagliari (28.706 €; -4,1% dalla media)
Le università che prospettano i migliori incrementi sulle retribuzioni (da 25-34 anni a 45-54 anni) sono: l’Università Cattolica del Sacro Cuore (+82,8%), LUISS Libera università int. degli studi sociali Guido Carli (79%) e l’Università Commerciale Luigi Bocconi (71,2%). A seguire sono l’Università degli Studi di Messina (46,2%), l’Università degli Studi di Napoli Parthenope (46%), Università degli Studi della Calabria (43,6%).
Le università che offrono più possibilità
In cima alla classifica l’Università Commerciale Luigi Bocconi con il 16% dei laureati che diventa dirigente e il 27,6% quadro, LUISS Libera università int. degli studi sociali Guido Carli con il 10,7% dirigente e il 24,3% quadro e il Politecnico di Milano con il 9,8% dirigente e il 21,5% quadro. In fondo alla classifica troviamo il Politecnico di Bari con il 3,4% dirigente e 20,4% quadro, l’Università degli Studi di Napoli Parthenope con il 3,4% dirigente e 16,3% quadro e Università degli Studi di Milano Bicocca 2,3% dirigente e 13,5% quadro.
Quelle con il rientro più veloce dell’investimento
L’investimento nell’istruzione terziaria è elevato ma richiede tempo: il pareggio dei costi sostenuti una volta che si entra nel mondo del lavoro e si comincia a guadagnare si raggiunge in media in 16,8 in sede e 20 anni fuori sede. Ecco le università con cui si ripagano più velocemente gli investimenti sostenuti durante il percorso di studi (n. anni per studenti in sede e furi sede). In cima alla classifica troviamo il Politecnico di Milano (13,6 anni in sede; 16,7 fuori sede), l’Università Commerciale Luigi Bocconi (13,9 anni in sede; 16,5 furi sede), il Politecnico di Torino (14.2 anni in sede; 16,5 anni fuori sede). In fondo alla classifica troviamo l’Università degli Studi di Napoli Parthenope (18 anni in sede; 20,9 anni fori sede), l’Università degli Studi di Messina (19,1 anni in sede; 21,1 anni fuori sede) e l’Università degli Studi di Cagliari (19,7 anni in sede; 22 anni fuori sede).