La ventura messa al bando dei motori endotermici ridisegnerà un intero settore. Tantissime nuove, arrembanti, realtà sono pronte a sgommare per approfittarne
La transizione ecologica ed energetica in atto sta ridisegnando totalmente il mondo dell’automotive. Non solo la sua filiera, dato che sempre più marchi storici, avendo la necessità di abbandonare i vecchi motori endotermici (che potrebbero essere presto banditi dal Vecchio continente), stanno creando nuove partnership e joint venture con realtà incubate dalle università o appena affacciate sul mercato (l’ultima collaborazione in tal senso, ma solo in ordine di tempo, è stata siglata tra Rivian e Mercedes -Benz AG per costruire congiuntamente furgoni elettrici in Europa), ma anche il panorama del comparto. Presto, insomma, marchi celebri come Alfa Romeo, Renault, Nissan, Volkswagen dovranno vedersela con altri che, scommettiamo, non avete nemmeno mai sentito. Abbiamo così deciso di fare un breve elenco delle realtà che ci paiono più promettenti e arrembanti, dato che a breve potreste ritrovarvi sui loro siti per acquistare la vostra prima auto elettrica.
Naturalmente, una menzione a parte, all’interno della nostra classifica (che non ha alcuna pretesa di essere chiusa e definitiva, sia chiaro), va a Tesla. Si tratta del marchio più capitalizzato del mondo dell’automotive, perciò non può certo essere definita una startup, ma conosciamo tutti le sue origini e, soprattutto, quelle del suo istrionico fondatore: Elon Musk, perciò possiamo affermare senza tema di essere smentiti che quello resta il modello cui tutte le startup vorrebbero tendere. Nel nostro elenco, qua e là, abbiamo aggiunto anche chi produce batterie o soluzioni per ottimizzare la ricarica per ricordare che le startup innovative di tutto il mondo sono impegnate anche su quel fronte e non solo nella realizzazione di nuovi mezzi.
Rivian – La prima startup che vogliamo citare nella nostra veloce carrellata è senza dubbio questo marchio statunitense che ha saputo attrarre l’attenzione di investitori d’eccezione come Ford, Amazon (che adotterà i suoi furgoni EV per rinnovare la sua flotta) e ora Mercedes. Covid, inflazione e assenza di chip hanno rivoluzionato a più riprese i suoi piani industriali, facendo crollare il titolo in Borsa dopo una IPO stellare, ma Rivian è ancora viva e lotta assieme a noi.
VinFast – Da tutt’altra parte del mondo, ovvero in Vietnam, va affermandosi questo giovane marchio che, in realtà, ha alle spalle a controllata Vingroup del miliardario vietnamita Pham Nhat Vuong. Dalla fondazione ha realizzato un solo modello, dal motore endotermico, per poi focalizzarsi interamente sulle propulsioni elettriche. Al Mobile World Congress 2022, la grande fiera di Barcellona dedicata alla telefonia, ha proposto i Suv elettrici VF 8 e della VF 9 realizzati in collaborazione con Pininfarina coi quali intende debuttare a breve anche negli States. Il suv elettrico più piccolo avrà due opzioni di pacco batteria per l’Europa (82 kWh o 87,7 kWh) mentre Il VF 9 avrà batterie da 92 kWh o 123 kWh, quest’ultimo uno dei pacchi più grandi mai visti nelle auto elettriche.
Volta Trucks – Come dice il nome, non produrrà auto ma camion elettrici. Tuttavia il marchio svedese, oggi sconosciuto ai più, potrebbe presto diventare presenza fissa nelle nostre strade, specie se andrà in porto l’obiettivo di produrre 27 mila autocarri elettrici, tra Europa ed USA, entro il 2025. “Ci impegneremo a tendere a quei numeri”, aveva detto qualche tempo fa a StartupItalia Michela Pellegrino, Country Business Development Executive, che ha il compito di portare la realtà guidata dall’Ad Essa Al-Saleh – e i suoi autocarri elettrici a Milano, terza città europea nel loro piano dopo Parigi e Londra, la prima in Italia.
Lucid Motors – La startup californiana delle elettriche di lusso ha iniziato le consegne delle sue berline elettriche premium Lucid Air da 169.000 dollari all’inizio dello scorso autunno: in totale, lo scorso anno ha consegnato 125 auto ai clienti, non raggiungendo l’obiettivo di produzione di 577 veicoli per il 2021. Lucid Group, in cui ha investito il Fondo di investimento pubblico (PIF) saudita (ne detiene il 63%) ha intenzione di ritornare a pieno regime con l’espansione della fabbrica in Arizona e la costruzione di un nuovo stabilimento proprio in Arabia Saudita, a Kaek, sul Mar Rosso. La nuova Air Sapphire avrà una potenza di oltre 1200 CV che le consentirà di fare da 0 a 96 km/h in meno di due secondi.
Aehra – Anche l’Italia dovrebbe presto dire la sua nel campo delle auto EV di lusso, grazie alla startup milanese di Hazim Nada, nato negli Usa nel 1982 e di Sandro Andreotti, classe 1977. Al momento il loro sito è ancora vuoto e non possiamo sapere cosa serbino per noi nella loro officina, ma a breve, se verranno mantenuti i primi annunci, dovrebbero essere presentati i primi modelli.
Mole Urbana – Compete in una categoria tutta sua quest’altra creazione frutto dell’italico ingegno. Pare una vettura dell’inizio del secolo scorso e questo perché è composta da un interno modulare con elementi che si agganciano tra loro, per semplificarne la fase di smontaggio rispetto al procedimento tradizionale. La vettura non è nemmeno verniciata per ridurre ulteriormente i costi di produzione e gli inquinanti. Non sarà forse per tutti, ma è senza dubbio un concept curioso. Avevamo intervistato qui il suo creatore.
ElectricBrands – Parlando di vetture davvero particolari, non si può non citare la Isetta EV della tedesca Artega, recentemente acquisita da ElectricBrands. Pare si chiamerà Evetta. Non sarà nemmeno l’unica sul mercato. Come avevamo raccontato, infatti, gli svizzeri hanno messo a punto la loro versione della nuova Isetta EV, “Microlino” (ne avevamo parlato qui), del cui assemblaggio si sarebbe dovuta occupare prima Tazzari e poi proprio la tedesca Artega. Ma anche i tedeschi avevano iniziato a lavorare sulla loro Isetta Ev, nome in codice KARO. Alla fine le parti sono arrivate a un accordo stragiudiziale che permette a entrambe di produrre la propria versione della Isetta EV.
In India occorrerà tenere d’occhio la Ola Electric, nella vicina Cina Faraday Future. Negli USA c’è Nikola Motors mentre tornando in Asia, Xiaopeng e Nio. Nel Vecchio continente meritano invece di essere citate le britanniche EO Charging, Zenobe Electrics e Tevva, le tedesche Sono Motors ed E.GO Mobile, l’olandese Lightyear, la danese Clever e ovviamente la croata Rimac nella quale ha appena investito la società di private equity guidata dal finanziere milanese Andrea Bonomi.